Domenico Fetti, detto anche Feti (Roma, 1589 – Venezia, 16 aprile 1623), è stato un pittore italiano di età barocca.
Ritratto tratto dal libro Abrégé de la vie des plus fameux peintres di Antoine Joseph Dezallier d'Argenville, 1745
Biografia
Fetti studiò con Lodovico Cigoli. Nel 1614 si trasferì a Mantova come pittore di corte dei Gonzaga su richiesta del duca Ferdinando. Qui creò le sue opere più note, per le quali è infatti conosciuto come il "Mantovano".
Nella sua bottega mantovana, lavoravano sia il padre Pietro che la sorella Lucrina, suora e pittrice. A Mantova si trovano le sue opere principali, tele a olio e affreschi. Molte le opere eseguite per le chiese della città, tra queste risaltano l'Apoteosi della Redenzione che affresca la volta dell'abside della Cattedrale di San Pietro (Duomo) e alcuni dipinti per la chiesa di Sant'Orsola, i Martiri, Viani che offre a Margherita Gonzaga la chiesa di Sant'Orsola e la Moltiplicazione dei pani e dei pesci conservati ora nel Palazzo Ducale di Mantova.
Fetti fu un naturalista tra i più originali del Seicento, che nella ruvidezza del tratto si rifece al Caravaggio e al Rubens. A Mantova egli cercò pure di imitare Giulio Romano. Divenne celebre per la serie di alto livello delle parabole evangeliche, tra le quali si annovera quella dei Ciechi, del Buon Samaritano, e del Figliol Prodigo.
La pennellata ha un che di pastoso e grasso; il colorito è talvolta ricco, con eccessivi contrasti luministici.
Nel 1622 si trasferì a Venezia dove morì, dopo breve malattia, il 16 aprile 1623. Nel suo breve periodo veneziano abbandonò la pittura monumentale dedicando maggiore attenzione a episodi di vita popolare.
La mostra a Mantova
Nel 1996 Mantova dedica all'artista una mostra delle opere eseguite alla corte dei Gonzaga, arricchita con altre provenienti da varie parti del mondo esposte a Palazzo Te dal 15 settembre al 15 dicembre. Nell'introduzione al Catalogo il curatore Eduard A. Safarik illustra tra l'altro il metodo per la lettura e la visione impiegati di fronte alle opere: nella presente mostra «abbiamo tentato di tracciare diversi fili conduttori, attraverso l'opera e la vita di un pittore, che dovrebbero permettere allo spettatore di orientarsi meglio in questa vita per immagini».[1]
Opere
Parabola della dracma perduta (ca. 1618). Gemäldegalerie Alte Meister a Dresda, Germania.Archimede (1620), Gemäldegalerie Alte Meister a Dresda, Germania.
Bacco e Arianna a Nasso, 1611 circa, collezione Banca Agricola Mantovana
Meditazione, 1618 circa, olio su tela, 179x140 cm, Venezia, Gallerie dell'Accademia
Malinconia, 1620 circa, Parigi, Louvre
Parabola della perla preziosa, tavola, 61×44
Parabola della dracma perduta, tavola, 75×44, Gemäldegalerie Alte Meister
Davide con la testa di Golia, Leinwand, 160×112
Buon samaritano, tavola, 60×43
Padrone della vigna, tavola, 62×44
Apoteosi della Redenzione, affresco di abside e volta del Duomo di Mantova
Santo Martire, Mantova, Museo di Palazzo Ducale
Margherita Gonzaga riceve il modello della chiesa di Sant'Orsola, 1619-1623, olio su tela, 245x276 cm, Mantova, Museo di Palazzo Ducale
Addolorata, Mantova, Museo di Palazzo Ducale
San Matteo, Mantova, Museo di Palazzo Ducale
Santo con scettro e corona, Mantova, Museo di Palazzo Ducale
Moltiplicazione dei pani e dei pesci, 1616-1618, olio su tela, 356x853 cm, Mantova, Museo di Palazzo Ducale
Trinità, affresco
Fuga in Egitto, tavola, 73×82
Martirio di una santa (Sant'Agnese?), tavola, 66×43
Tobia e l'angelo, tavola, 67×84
Cristo nell'orto, olio su tela, 90,5x55,5, Praga, Galleria Nazionale
Elia trionfa sui profeti di Baal, olio su tavola, 61,2x70,5 Hampton Court, Royal Collection
Parabola del seminatore di zizzania, olio su tavola, 60,8x44,5, Praga, Galleria del Castello
Ritratto di astronomo, olio su tela, 98x73,5, Dresda, Gemäldegalerie
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