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Flavio Bertelli (San Lazzaro di Savena, 15 agosto 1865 – Rimini, 29 dicembre 1941) è stato un pittore italiano.

Flavio Bertelli
Flavio Bertelli

Flavio Bertelli è stato tra i pochi esponenti del divisionismo in ambito bolognese, oltre ad Augusto Majani ed Alessandro Scorzoni. Inoltre, appartiene a quel gruppo di pittori paesaggisti[1] dell’inizio del 900 della "Scuola bolognese di pittura", come Luigi Bertelli (il padre di Flavio), Giovanni Secchi, Antonino Sartini, Guglielmo Pizzirani, Alessandro Scorzoni, Gino Marzocchi e Garzia Fioresi, che hanno dipinto i paesaggi emiliano-romagnoli, riproducendone le bellezze e testimoniandone, con il pennello, i cambiamenti nel tempo.[2]


Formazione e biografia


Memorie di Flavio Bertelli, scritte di suo pugno e spedite all'amico Antonino Sartini.
Memorie di Flavio Bertelli, scritte di suo pugno e spedite all'amico Antonino Sartini.
Marina, 1921, Pinacoteca comunale di Faenza.[3]
Marina, 1921, Pinacoteca comunale di Faenza.[3]

Figlio del pittore Luigi Bertelli e di Matilde Benetti, Flavio Bertelli nasce a San Lazzaro di Savena nel 1865. La famiglia è benestante e di buon livello culturale: uno zio di Luigi Bertelli, Francesco Bertelli, è docente di Astronomia all'Università di Bologna; un figlio di questi, Timoteo Bertelli, è padre barnabita di vasto sapere.[4] Frequenta il Collegio di “San Luigi” a Bologna e successivamente il Collegio “Alle Querce” di Firenze, frequentando inoltre lo studio di Telemaco Signorini, maturando per il maestro ammirazione ed affetto. Quest'ultimo era il pittore che aveva conosciuto di persona Manet e Degas, era la mente più aperta di tutto il movimento macchiaiolo.[4] Tornato a Bologna, nel 1883 si iscrive all'Accademia di Belle Arti dove resta solo un anno nonostante la vittoria di due medaglie, una per l'Ornato e una per il Disegno di Figura.

Nel 1885 abbandona gli studi per dedicarsi alla pittura e a soli ventitré anni partecipa all'Esposizione nazionale di belle arti di Bologna. Nel 1891 espone Nevicata alla I Triennale di Brera e probabilmente in questa occasione conosce Vittore Grubicy de Dragon con cui condivide i principi del divisionismo[4]. In quello stesso anno, a seguito del fallimento della fornace di famiglia, Flavio versa in una condizione economica molto difficile. Costretto a lasciare la casa di famiglia, si trasferisce in una soffitta di Palazzo Bentivoglio a Bologna, dove in seguito conosce Alfredo Baruffi ed entra a far parte del cenacolo dei Giambardi della Sega, con cui condividerà la breve esperienza dell'Academia de la Lira. Espone alla II Triennale di Brera ottenendo grande successo presso la critica e nel 1895 partecipa alla mostra della Società Francesco Francia, cui continuerà a prendere parte sino al 1922.

Sera, 1898. Collezione privata.
Sera, 1898. Collezione privata.

Nel 1898 all'Esposizione nazionale di Torino presenta il grande dipinto divisionista Sera. Nel 1900 lascia Palazzo Bentivoglio per trasferire il suo studio in via del Poggiale. In quello stesso anno collabora all'illustrazione della rivista Italia ride e rifiuta l'importante proposta dell'editore Giulio Ricordi di illustrare spartiti musicali. Partecipa nel 1903 alla LXII Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino e nel 1905 si occupa della decorazione del battistero della chiesa di Sant'Ansano a Pieve del Pino. Nel 1909 è nominato accademico dall'Accademia di Belle Arti di Bologna.[4] Nel 1915 termina Oltre il Pincio, ritenuto dalla critica il suo capolavoro, che gli è costata anni di fatica[4].

Copia firmata del testamento di Flavio Bertelli nel 1933.
Copia firmata del testamento di Flavio Bertelli nel 1933.

La parabola divisionista giunge a compimento e si conclude con la crisi spirituale del 1918[5]. Infatti, la forte crisi depressiva lo convincerà all'abbandono della tecnica divisionista che richiede concentrazione massima e tempi lunghi.[4] Bertelli recupera la pittura post macchiaiola appresa negli anni fiorentini. Nel 1921 partecipa alla I Biennale romana e alla Fiorentina primaverile. Nel corso degli anni venti Flavio compie diversi viaggi tra la Romagna e le Marche: soggiorna in Carpegna, in Montefeltro, a Monghidoro, Pennabilli, Modigliana, Gabicce e Cattolica. In questi anni dipinge moltissime opere che regala ai suoi amici in cambio di ospitalità. Da loro sappiamo che Flavio fosse ospite gentile e gradito: essi lo ricordano come gradevole pianista, persona amabile, colta e riservata.[4]

Telegramma inviato da Flavio Bertelli all'amico Antonino Sartini il 23 gennaio 1941, alcuni mesi prima di morire.
Telegramma inviato da Flavio Bertelli all'amico Antonino Sartini il 23 gennaio 1941, alcuni mesi prima di morire.
Lettera di Flavio Bertelli a Baldi Alfredo (amico anche di Antonino Sartini), dove esprime la sua riconoscenza verso Sartini.
Lettera di Flavio Bertelli a Baldi Alfredo (amico anche di Antonino Sartini), dove esprime la sua riconoscenza verso Sartini.

Nel 1929 è colpito da una nuova gravissima crisi depressiva. Ricoverato in una clinica privata è costretto a uscirne prima del tempo perché impossibilitato a pagarne le spese[6]. Lascia quindi lo studio in via del Poggiale ed è dapprima ospite a Crespellano dall'amico e pittore Antonino Sartini, il quale si improvvisa mercante per vendergli i dipinti accumulati in tanti anni[4] e nello stesso tempo lo convince a tornare a dipingere.[7] Nel 1933 si trasferisce alla Cagnona di Bellaria in un'umile casa insieme alla sorella Amalia. In questi anni è supportato dagli amici che gli procurano gli strumenti da lavoro e si occupano della vendita dei quadri. Tra questi troviamo l'amico e pittore Antonino Sartini che continua ad aiutarlo e sostenerlo. Tuttavia vi sono altri che da Bologna portano in dono al pittore pennelli, colori e altro materiale, al fine di comprare i quadri di Bertelli ad un prezzo estremamente basso, lasciando ben poco margine di guadagno all'artista.[4] Il 29 dicembre del 1941, all'età di settantasei anni, Flavio Bertelli si spegne per una neoplasia gastrica all'Ospedale di Rimini. Viene sepolto al Cimitero monumentale della Certosa di Bologna. Tuttavia, viene riportato nel catalogo della mostra retrospettiva di Bertelli Flavio del 1952, del 1981 e del 1991 che: "Il Circolo Artistico di Bologna, nel decenale della morte dell'artista stanzia una somma per trasportare le spoglie di Flavio Bertelli a Bologna. Ma arriva tardi: le ossa di Flavio sono ormai confuse con quelle di altra porvera gente in una fossa comune del Cimitero di Rimini"[4]. Lo stesso Circolo scrive infatti nel 1952 che: "Si intendeva ricuperare i resti del corpo, sepolto in un campo comune del cimitero di Rimini, prima che fossero confusi con altri nell'ossario, e dare a essi perpetua distinzione nella nostra Certosa...L'intervento del Circolo non è giunto a tempo a salvare le ossa dalla dispersione..."[7].


Stile


I due stili di Bertelli a confronto.
I due stili di Bertelli a confronto.

Flavio Bertelli è stato tra i principali rappresentanti del divisionismo bolognese. Tra le opere divisioniste più significative si ricorda: Paesaggio (1891), Sera (1898) e Oltre il Pincio (1915). Alla crisi depressiva del 1918 segue il graduale abbandono della tecnica divisionista in favore del recupero della pittura di macchia appresa negli anni fiorentini da Telemaco Signorini. Negli anni Trenta la pittura svapora divenendo meno materica e lasciando trasparire il supporto senza mai perdere del lirismo tipico di tutta la sua produzione[8].


Opere (datate)


Casa al sole, 1938
Casa al sole, 1938

Opere (non datate)



Galleria d'immagini



Galleria di foto di Flavio Bertelli



Mostre più importanti



Note


  1. Biografia di Flavio Bertelli, su ildivisionismo.it.
  2. Paesaggisti bolognesi, su dipintiantichi.info.
  3. Marina di Flavio Bertelli - Finestre sull'Arte, podcast di storia dell'arte, su finestresullarte.info. URL consultato il 30 settembre 2020.
  4. E. Gottarelli (a cura di), Flavio Bertelli (1865-1941), catalogo della mostra, Bottegantica, Bologna 1991
  5. G. Lipparini, ad vocem Flavio Bertelli, in La Fiorentina Primaverile. Prima Esposizione Nazionale dell’Opera e del Lavoro d’Arte nel Palazzo del Parco di San Gallo a Firenze, catalogo della mostra, Società delle Belle Arti di Firenze, Firenze 1922, p. 20.
  6. Flavio Bertelli dichiara imposta sul reddito L.7.000 nel 1931. Fonte:Imposta sui redditi di ricchezza mobile elenco dei contribuenti privati 1929 [Bologna] pag.563 a
  7. Italo Cinti e Circolo Artistico di Bologna, Catalogo della mostra retrospettiva di Flavio Bertelli nel decimo anniversario della morte (1952), Stampato da Arti grafiche, Bologna.
  8. S. Ingino (a cura di), S. Del Moro (schede critiche di), Flavio Bertelli. Armoniose visioni di natura 1865-1941, catalogo della mostra, Associazione Bologna per le Arti, Grafiche dell'Artiere, Bologna 2015

Bibliografia



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Collegamenti esterni


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[en] Flavio Bertelli

Flavio Bertelli (San Lazzaro di Savena, 15 August 1865 – Rimini, 29 December 1941) was an Italian painter.[1]

[fr] Flavio Bertelli

Flavio Bertelli (San Lazzaro di Savena, 15 août 1865 - Rimini, 29 décembre 1941) est un peintre italien.
- [it] Flavio Bertelli (pittore)



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