Francesco Trevisani (Capodistria, 9 aprile 1656 – Roma, 30 luglio 1746) è stato un pittore italiano.
Autoritratto, Musée des Augustins, Tolosa
Biografia
Allievo a Venezia prima di Antonio Zanchi e poi di Giuseppe Heintz, giunse a Roma, dove la sua carriera si svolse per intero, nel 1678[1]. Suo mentore fu il cardinale veneziano Pietro Ottoboni, nipote di Alessandro VIII, uno dei più importanti mecenati del momento (erano alle sue dipendenze anche il giovane Filippo Juvarra e alcuni compositori come Arcangelo Corelli, Alessandro Scarlatti e Georg Friedrich Händel).
A Roma Trevisani lavorò per il cardinale Pietro Ottoboni[2], vivendo nel palazzo della Cancelleria, residenza del cardinale. Nella capitale divenne uno dei più importanti artisti che continuarono sulla scia di Carlo Maratta, come è evidente negli affreschi della cappella di Santa Chiara a San Silvestro in Capite e nei tre dipinti con Storie della Passione di Cristo nella cappella del crocifisso della medesima chiesa (1696 - 1697), nei cartoni per i mosaici della cappella battesimale della Basilica di San Pietro (dove succedette al Baciccio nel 1709), nell'ovale con il profeta Baruch per San Giovanni in Laterano (1718 circa), nella pala con la Morte di san Giuseppe nella cappella Sacripante a Sant'Ignazio, in quella con l'Estasi di S. Francesco nella Chiesa delle SS. Stimmate di San Francesco e nel Festino di Cleopatra della Galleria Spada.
Non ebbe più rapporti con il mondo pittorico veneziano se non per l'aver inviato la pala del Miracolo di Sant'Antonio a San Rocco nel 1734[1]. Del Trevisani è anche la pala d'altare, raffigurante la Madonna con il Bambino e sant'Antonio, sull'altar maggiore della Basilica di Nostra Signora e di Sant'Antonio a Mafra in Portogallo.[3]
Caratteristico della pittura di Trevisani è il sentimentalismo languido, con il pathos seicentesco che sfuma nell'elegia. Non a caso l'artista (che fu anche poeta) era affiliato all'Accademia dell'Arcadia.
Opere
Lucrezia (1708-1710) dipinto conservato nel Museo nazionale ungherese a Budapest in Ungheria.
Giuseppe venduto dai fratelli (1715) dipinto conservato nella National Gallery of Victoria a Melbourne in Australia.
Riposo durante la fuga in Egitto (1708-1710) dipinto conservato nella Gemäldergalerie Alte Meister a Dresda in Germania.
Madonna con Bambino XVII secolo raffigurata con San Giuseppe e San Giovanni Battista, dipinto, MUŻA, La Valletta.
Cinque grandi tele per il palazzo Marcolini di Senigallia copie dei lavori di Paolo Veronese (235x176): Ercole al bivio, Venere e Marte legati da Amore, Mercurio ed Erse, Venere e Adone morente e Marte e Venere con cavallo e due amorini.[4]
Ritratto del cardinale Pietro Ottoboni, Bowes Museum, Durham, Inghilterra.
Pietà, Los Angeles County Museum of Art
Diana e Endimione, Museumslandschaft Hessen Kassel
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