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Guido Boggiani (Omegna, 25 settembre 1861[1] – dipartimento del Chaco, 1902[1]) è stato un antropologo, fotografo e pittore italiano.

Guido Boggiani
Guido Boggiani

Nel 1887 viaggia nell'entroterra del Paraguay per documentare la vita degli indigeni nella regione. Ora salutato come un pioniere del lavoro sul campo[2] dell'etnologia italiana, nel 1901 viene ucciso dai nativi nel corso di una spedizione.


Biografia



I primi anni


Nato a Omegna, nel novarese, dai proprietari terrieri Giuseppe e Adele Gené[3],[4], cresce in un ambiente culturalmente stimolante.

Completati gli studi commerciali, nel 1878 si iscrive alla Scuola di Pittura dell'Accademia di Brera dove è allievo del noto naturalista lombardo Filippo Carcano, focalizzandosi principalmente sulla riproduzione di paesaggi.

Nel 1881 esordisce con due opere all'Esposizione nazionale italiana, in seguito partecipa alla mostra della Promotrice di Firenze e all'Esposizione di Belle Arti di Roma del 1883, dove l'opera La raccolta delle castagne viene acquistata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma[5]. Nello stesso anno, si aggiudica il Premio Principe Umberto con All’ombra dei castagni.

Alla Biennale di Venezia del 1887 espone Gli ulivi a Francavilla al Mare, Sentiero a Lago Maggiore, Villaggio sul Lago Maggiore e Ortensie.

Si trasferisce a Roma, frequentando Eduardo Scarfoglio, Gabriele D'Annunzio (che, cantando la sua tragica fine in Maia, primo libro delle sue Laudi lo definirà Ulisside per la sua propensione ai viaggi d'esplorazione) e i maggiori esponenti della vita culturale del tempo e partecipando alla vita artistica del Convento Michetti; nel 1885 viene nominato socio onorario dell'Accademia di Brera[6].

Nel 1887, a 26 anni, decide di intraprendere un viaggio in Argentina per approfondire i propri studi di carattere etnografico e ricercare le radici primordiali della civiltà[7]; si sposta poi in Paraguay e nei territori del Chaco, dove viene a contatto con le popolazioni indigene dei Chamacoco e Caduvei.


In Paraguay


Nel 1888 Boggiani è ad Asunción per avviare un'attività di commercio di pelli e di bestiame; l'anno successivo avvia la sua prima spedizione nel Chaco. Grazie agli sforzi dell'agronomo e scrittore Don Juan De Cominges raggiunge Puerto Casado, dove ha i primi contatti con le popolazioni indigene e da lì si addentra nell'inesplorato entroterra paraguayo fino agli attuali confini con Bolivia e Brasile.

Nel 1892 ritorna in Italia, portando con sé una collezione di manufatti di importante valore antropologico come abiti, ceramica. utensili e armi che vende al Museo nazionale preistorico etnografico "Luigi Pigorini", oggi facente parte del Museo delle Civiltà di Roma. Si avvia poi alla scrittura di appunti relativi alle sue esperienze, dai quali sarà pubblicato Viaggi di un artista nell’America meridionale. I Caduvei (Mbayà o Guaycurù)[8]. un diario di viaggio illustrato, considerato una delle prime monografie etnografiche dell'800.

Nel 1896 è di nuovo ad Asunción dove, equipaggiato con una macchina fotografica, un treppiede e tutti gli elementi per lo sviluppo delle lastre di vetro, si avvia alla riproduzione di soggetti appartenenti alle 11 popolazioni indigene da lui censite: la raccolta comprende 500 fotografie scattate dal 1896 al 1901, cui segue la produzione di una mappa etnografica con precise indicazioni sulle aree popolate dalle tribù. I suoi numerosi libri, le fotografie e i soggetti della sua arte suscitano l'interesse e l'ammirazione di un vasto pubblico; parte della sua collezione, che include anche esemplari di pesci e piante, è stata successivamente acquisita dal Museo Etnologico di Berlino e dal Museo di storia naturale di Genova. Secondo le ricerche condotte dallo studioso italiano Maurizio Leigheb (vedi bibiiografia) per oltre un decennio in Europa e Sudamerica gli oggetti collezionati da Boggiani e ospitati in vari musei europei (a Roma, Berlino, Praga, Vienna, Novara ecc. assommano a 5000.

Boggiani viene visto per l'ultima volta ad Asunción il 24 ottobre 1901 con l'assistente Félix Gavilan mentre lascia la città in direzione Gran Chaco[9]. Nell'ottobre del 1902 scrive per l'ultima volta al fratello Oliviero, riportando i dettagli della spedizione.

Nel 1902 la rivista American Anthropologist suppone il suo decesso avvenuto presumibilmente per mano degli indiani Tobas[10]: nello stesso anno la comunità italiana di Asunción organizza una spedizione, guidata dall'esploratore spagnolo José Fernandez Cancio, che il 20 ottobre rinviene i resti dell'artista, con segni di frattura cranica. Viene accusato della sua morte e tradotto in catene ad Asuncion un indio di nome Luciano, poi processato e liberato per insufficienza di prove. I resti di Boggiani riposano in una tomba nel cimitero monumentale italiano di Asunción.

Lastre fotografiche, manoscritti inediti, cataloghi della produzione pittorica e fotografica di Boggiani vengono recuperati e ottenuti dai suoi eredi dall'esploratore e botanico ceco Alberto Vojtěch Frič (1882 - 1944) in cambio dei servizi prestati come loro esecutore testamentario e trasferiti a Praga. Il nipote, Pavel Frič e la moglie Yvonna Fricova pubblicheranno tutte le fotografie nella raccolta Guido Boggiani, Photographer (1997)[11] in quattro lingue e le esporranno in varie mostre.


Riconoscimenti


Il valore etnografico ed etnologico dei lavori di Boggiani è riconosciuto come determinante per la conoscenza delle popolazioni indigene dei Chamacoco e Caduvei. In Italia Boggiani è stato insignito, tra gli altri premi, della medaglia d'oro Monaco di Baviera. Il Museo di Archeologia ed Etnografia Guido BoggianiSan Lorenzo in Paraguay, non lontano da Asuncion, porta il suo nome: gli è stata dedicata anche una strada di Asunción[12].


Opere etnografiche e letterarie



Principali opere artistiche



Note


  1. DBI.
  2. Vinigi Grottanelli, et al. "Ethnology and/or Cultural Anthropology in Italy: Traditions and Development. Current Anthropology 18.4 (1977): 593-614, p. 595
  3. Anniversario della nascita di Guido Boggiani (1861-1901), su freenovara.it. URL consultato il 10 gennaio 2022.
  4. Il nonno materno Giuseppe Gené (1800-1847) è zoologo ed entomologo, professore di Zoologia all’Università di Torino e condirettore del Regio Museo di Storia Naturale
  5. Angelo de Gubernatis, Dizionario degli Artisti Italiani Viventi: pittori, scultori, e Architetti.. Successori Le Monnier, 1889, pag. 62.
  6. GUIDO BOGGIANI. PITTORE ED ETNOGRAFO CON RADICI TURBIGHESI, su gingkoedizioni.it. URL consultato il 27 dicembre 2021.
  7. Guido Boggiani, su museodelpaesaggio.it. URL consultato il 25 novembre 2021.
  8. I Caduvei (Mbaya o Guaycuru). Viaggi di un artista nell'America Meridionale con prefazione ed uno studio storico ed etnografico di G. A. Colini., su libreriagovi.com. URL consultato il 27 dicembre 2021.
  9. Guido Boggiani (1861-1901)artista, esploratore, etnografo e geografo. Omaggio alla sua memoria nel centenario della morte (PDF), su media.accademiaxl.it. URL consultato il 13 dicembre 2021.
  10. "Guido Boggiani", American Anthropologist n.s. 4 (1902): 568
  11. Guido Boggiani – Photographer, su apozona.com. URL consultato il 13 dicembre 2021.
  12. Omegna riscopre Guido Boggiani, l’esploratore cusiano considerato come un idolo in Sudamerica, su lastampa.it. URL consultato il 10 gennaio 2022.

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


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На других языках


[en] Guido Boggiani

Guido Boggiani (1861–1902) was an Italian painter, draftsman, photographer, and ethnologist who in 1887 traveled through the interior of Brazil, Bolivia and Paraguay to document the lives of Indians in the region. Now hailed as a "pioneer of fieldwork"[1] in Italian ethnology, he was ritually killed by natives in 1902.

[fr] Guido Boggiani

Guido Boggiani (né en 1861 à Omegna, dans l'actuelle province du Verbano-Cusio-Ossola et mort en 1902 à Chaco (en), Paraguay) est un peintre, dessinateur, photographe et ethnologue italien.
- [it] Guido Boggiani



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