art.wikisort.org - Artista

Search / Calendar

Jean-Michel Basquiat (New York, 22 dicembre 1960New York, 12 agosto 1988) è stato un writer e pittore statunitense. È stato uno dei più importanti esponenti del graffitismo americano, riuscendo a portare, insieme a Keith Haring, questo movimento dalle strade metropolitane alle gallerie d'arte[1].

Basquiat nel 1984
Basquiat nel 1984

Biografia



Primi anni (1960–1974)


Jean-Michel Basquiat nacque a Brooklyn, borough di New York, il 22 dicembre 1960 da padre contabile haitiano, Gérard Basquiat (1930–2013), e da madre statunitense di origini portoricane, Matilde Andrades (1934–2008); aveva due sorelle minori: Lisane e Jeanine. La famiglia vive a Park Slope. Basquiat inizia a manifestare interesse per il disegno fin dai quattro anni, ispirato dai cartoni animati televisivi. Un amore per l'arte trasmessogli dalla madre, la quale lo accompagna spesso al Brooklyn Museum, al Metropolitan Museum ed al Museum of Modern Art di New York[2].

Nel 1968 viene investito da un'autovettura e gravi lesioni interne obbligano i medici all'asportazione della milza. Durante il mese di degenza al King's County, la madre gli regala il testo di anatomia Gray's Anatomy di Henry Gray, che lo influenzerà molto: nelle sue opere riporterà poi molti elementi anatomici[3]. Gray si chiamerà anche il gruppo musicale che Basquiat fonderà insieme agli amici Vincent Gallo, Michael Holman, Wayne Clifford, Nick Taylor e Shannon Dowson. Già all'età di 11 anni era capace di parlare, leggere e scrivere in francese e spagnolo[4].


SAMO© (1975–1977)


Poster pubblicitario del 1979 realizzato dai SAMO© in occasione di una performance musicale
Poster pubblicitario del 1979 realizzato dai SAMO© in occasione di una performance musicale
Lo stesso argomento in dettaglio: SAMO©.

«Una notte stavamo fumando erba ed io dissi qualcosa sul fatto che fosse sempre la stessa merda, The Same Old Shit. SAMO, giusto? Immaginatevi: vendere pacchi di SAMO! È così che iniziò, come uno scherzo tra amici, e poi crebbe.»

(Jean-Michel Basquiat, intervista al Village Voice, 1978[5])

Quando Jean-Michel Basquiat ha sette anni i genitori divorziano. Nel 1975 scappa di casa e va a dormire su una panchina pubblica: arrestato per vagabondaggio, l'anno seguente inizia a frequentare la City-as-School a Manhattan, per ragazzi dotati a cui non si addice il tradizionale metodo didattico. È lì che nel 1977, a 17 anni, stringe amicizia con Al Diaz, un giovane graffitista che operava sui muri della Jacob Riis, a Manhattan[6].

Insieme all'amico, Basquiat acquista piena consapevolezza della propria vocazione artistica, i due iniziano a fare uso di psichedelici come l'LSD ma anche di droghe pesanti, ed uniscono le loro capacità iniziando a produrre graffiti per le strade di New York firmandosi come SAMO, acronimo di "Same Old Shit" (trad. "solita vecchia merda"), propagandando con bomboletta spray e pennarello indelebile idee ermetiche, rivoluzionarie ed a volte insensate, come "SAMO© SAVES IDIOTS" (SAMO© salva gli idioti). All'inizio del 1980, dopo la rottura del sodalizio con Al Diaz, Basquiat scriverà nelle vie del centro della città “SAMO© IS DEAD”. In seguito non utilizzerà mai più il nome 'SAMO'[7].


Oltre la strada (1978–1983)


Nel 1978 lascia gli studi alla City-as-School, ritenendoli inutili per poi guadagnarsi da vivere vendendo delle cartoline da lui decorate. Sarà proprio il tentativo di vendere una delle sue cartoline che cambierà il corso della sua vita: entrato in un ristorante di SoHo, Basquiat avvicina Henry Geldzahler ed Andy Warhol il quale comprerà alcune delle sue opere.

Passeranno però alcuni anni prima che riesca ad entrare nella "Factory" del re della Pop art; nel frattempo diventa cliente fisso dei due club più esclusivi nella scena socio-culturale di New York: il Club 57 ed il Mudd Club, frequentati anche dallo stesso Warhol, da Madonna (con cui avrà una storia d'amore[8]), e da Keith Haring, con il quale stringerà un'amicizia che durerà fino alla morte. Si legherà anche allo scrittore Glenn O'Brien, che aveva conosciuto nel 1979 durante una sua apparizione allo show ad accesso pubblico TV Party.

Nel 1980 partecipa al Times Square Show, retrospettiva organizzata da un gruppo di artisti e sponsorizzata da Collaborative Projects Incorporated (Colab) e da Fashion Moda, alla quale farà il suo formale debutto newyorkese anche Haring. Questo evento riconosce la nascita di due nuove avanguardie della Grande Mela: la downtown (Neo-pop) e la uptown (rap e graffiti). Il 3 agosto 1980 suona per l'ultima volta al Mudd Club insieme al gruppo Gray con Vincent Gallo; sempre nello stesso anno, Glenn O'Brian lo sceglie per interpretare se stesso nel film-documentario New York Beat, che uscirà nelle sale solo nel 2001 con il nome di Downtown 81: O'Brian lo aiuterà inoltre a vendere alcune tele ai membri della produzione[9].

Nel 1981 partecipa alla retrospettiva New York/New Wave, insieme ad altri artisti come Robert Mapplethorpe, Keith Haring, Andy Warhol e Kenny Scharf[10]. Il poeta e critico d'arte Rene Ricard pubblica "The Radiant Child" sulla rivista Artforum, pubblicizzando Basquiat ed il suo percorso artistico. La sua prima mostra personale avviene nel maggio del 1981 a Modena, nella galleria d'arte Emilio Mazzoli. Si tratta della prima personale di Basquiat e della prima mostra europea, che viene però accolta negativamente e con sarcasmo dai critici e collezionisti locali[11]. Quasi un anno dopo, nel marzo del 1982 riscuote grande apprezzamento da parte di pubblico e critica nella personale di New York, nella galleria d'arte di Annina Nosei.

La Svizzera ospita una sua retrospettiva presso la Galerie Bischofberger e allo stesso modo espone in dicembre alla Delta di Rotterdam. Tornato in America, iniziò a frequentare Madonna, allora una cantante sconosciuta[12]. Un decennio dopo la popstar finanzierà la retrospettiva a lui dedicata al Whitney Museum di New York e nel 1996 pubblicherà un breve ma sentito ricordo di lui sul Guardian[13]. Nel 1983, Basquiat ha prodotto la canzone hip hop Beat Bop di Rammellzee e K-Rob[14].


L'amicizia con Andy Warhol (1983–1985)


Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Bruno Bischofberger e Francesco Clemente, New York, 1984
Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Bruno Bischofberger e Francesco Clemente, New York, 1984

Nel 1983 Basquiat è stato riconosciuto nel mondo dell'arte come un fenomeno mondiale emergente. Quell'anno iniziò a collaborare con il suo idolo, l'artista Andy Warhol. I dipinti di Basquiat erano caratterizzati da immagini crude e infantili, che facevano riferimento alla Art Brut di Jean Dubuffet. L'elemento che però contraddistingue l'arte di Basquiat è essenzialmente l'utilizzo delle parole, inserite nei suoi dipinti come parte integrante, ma anche come sfondo, cancellate, a volte anche per attrarre l'attenzione dello spettatore.

Nel 1984, insieme ad Andy Warhol e a Francesco Clemente, inizia una serie di collaborazioni, di dipinti a "sei mani" commissionati da Bruno Bischofberger. A scopo artistico personale dipinge un altro ciclo di opere insieme al solo Warhol, eseguendo oltre cento quadri, nei quali è riconoscibile l'apporto di entrambi, e allestendo una mostra comune il cui manifesto presenta in maniera eloquente i due artisti come protagonisti di un incontro di boxe. La boxe era per Basquiat un modo di vivere, e paragonava spesso l'arte ad un ring su cui combattere[15].

A settembre alcune delle opere eseguite in collaborazione con gli altri due artisti vengono esposte a Zurigo. Proprio nel settembre il New York Times definisce Basquiat "la mascotte di Warhol": questo fatto, unito all'eccesso nell'uso delle droghe e alla sua progressiva tossicodipendenza da eroina che Warhol non riesce ad arrestare, porta Basquiat a soffrire di frequenti disturbi psichici[16].


Ultimi anni (1985–1988)


La tomba di Basquiat al cimitero di Green-Wood di Brooklyn, a New York
La tomba di Basquiat al cimitero di Green-Wood di Brooklyn, a New York

Nel 1985 Jean-Michel espone nuovamente alla Galerie Bischofberger di Zurigo, alla Mary Boone Gallery di New York ed alla Akira Ikeda di Tokyo, ma oramai è schiavo della droga nonostante molti dei suoi amici, vittime dei suoi attacchi paranoici, tentino di aiutarlo a disintossicarsi. Basquiat appare sulla copertina del New York Times Magazine con il titolo New Art, New Money: The Marketing of an American Artist. Nel 1986 espone ancora una volta le sue opere a Zurigo, poi ad Abidjan, in Costa d'Avorio, facendo il suo primo viaggio in Africa[17].

Poco dopo si interrompono i rapporti con Mary Boone, fino ad allora suo agente commerciale newyorkese; il pubblico ed i critici iniziano ormai a non accettare più i suoi lavori con l'entusiasmo di un tempo. Nel 1987, con la morte di Warhol dovuta ad una mal riuscita operazione alla cistifellea, entra in una violenta fase di tossicodipendenza: il suo forte attaccamento al re della Pop Art, che aveva manifestato fino alla fine, lo conduce all'abuso di eroina per superare il trauma. Basquiat espone ancora a New York nella galleria del cugino di Tony Shafrazi, Vrej Baghoomian, il suo ultimo mercante; poi inizia un tentativo di disintossicazione che non porterà mai a termine.

Il 12 agosto 1988 viene ritrovato incosciente nel suo loft sito al primo piano di un palazzo in 57 Great Jones Street a Manhattan da Kelle Inman, allora sua fidanzata, che abita al pianterreno. Viene trasportato al Cabrini Medical Center, dove giunge senza vita. Il rapporto dell'autopsia dell'ufficio del Chief Medical Examiner del Manhattan Mortuary attribuisce la causa della morte ad un'"intossicazione acuta da droghe miste (oppio-cocaina)"[18][19][20].

Viene soprannominato «il James Dean dell'arte moderna», essendo riuscito a scalare quel mondo con grande velocità, ma a scomparire in un tempo ancora minore: la stessa sorte toccherà anche all'amico Haring, morto di AIDS due anni dopo, e che il 17 agosto aveva presenziato al suo funerale, insieme a Francesco Clemente ed altri amici, al cimitero di Green-Wood a Brooklyn[21][22].


Filmografia



Note


  1. (FR) Jean-Michel Basquiat è stato un writer e pittore statunitense, su prezi.com. URL consultato il 26 aprile 2017.
  2. La breve e intensa vita di Jean-Michel Basquiat, su LiveRomeguide, 11 marzo 2017. URL consultato il 26 aprile 2017.
  3. Super User, Basquiat, il James Dean dell’arte moderna, su terradibasilicata.it. URL consultato il 26 aprile 2017.
  4. JEAN-MICHEL BASQUIAT: IL GENIO DELLA STREET ART, su The art spectator, 10 febbraio 2017. URL consultato il 26 aprile 2017.
  5. Phoebe Hoban, È nato SAMO, in Basquiat - Vita lucente e breve di un genio dell'arte, Penguin Books, 2004, pp. 39-45, ISBN 88-7615-155-9.
  6. Jean-Michel Basquiat: breve biografia e opere principali in 10 punti, su Due minuti d'arte, 27 novembre 2016. URL consultato il 26 aprile 2017.
  7. note (PDF), su centroculturaledonmilani.weebly.com.
  8. When Madonna & Basquiat Dated - AnOther's Lovers
  9. L'arte, la società e l'angoscia: i graffiti di Jean-Michel Basquiat [collegamento interrotto], in Artspecialday, 22 dicembre 2016. URL consultato il 26 aprile 2017.
  10. richardchance84, Jean-Michel Basquiat, l’ultimo afroamericano, su La valigia dell'artista, 26 gennaio 2017. URL consultato il 26 aprile 2017.
  11. Anche Basquiat è stato qui, Converso, su conversomag.com. URL consultato il 7 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2014).
  12. (EN) Sarah Cascone, Basquiat Took Back Paintings He Gave Madonna, su Artnet News, 16 marzo 2015. URL consultato il 22 ottobre 2021.
  13. Whitney compares Basquiat to Leonardo da Vinci in new retrospective, su The Art Newspaper - International art news and events, 1º novembre 1992. URL consultato il 22 ottobre 2021.
  14. (EN) Basquiat's 'Beat Bop': An Oral History of One of the Most Valuable Hip-Hop Records of All Time, su SPIN, 14 novembre 2013. URL consultato il 22 ottobre 2021.
  15. (EN) The True Story Behind Basquiat & Warhol's Boxing Photographs, su Creators. URL consultato il 26 aprile 2017.
  16. AboutArt, L’erede di Warhol, Jean-Michel Basquiat, su About Art, 12 agosto 2016. URL consultato il 26 aprile 2017.
  17. note, su vitoschnabel.com.
  18. (EN) Anthony Haden-Guest, Burning Out, su Vanity Fair, novembre 1988. URL consultato l'8 luglio 2020.
  19. (EN) Phoebe Hoban, SAMO IS DEAD: THE FALL OF JEAN MICHEL BASQUIAT, in New York (periodico), 26 settembre 1988. URL consultato il 7 novembre 2021.
  20. (EN) The Life & Legacy Of Jean-Michel Basquiat. Chronology from exhibition “Jean-Michel Basquiat” at the Whitney Museum of American Art, New York October 23, 1992-February 14, 1993. Compiled by M. Franklin Sirmans, su basquiat.com. URL consultato il 7 novembre 2021.
  21. JEAN-MICHEL BASQUIAT - Chiostro Del Bramante, in Chiostro Del Bramante. URL consultato il 26 aprile 2017.
  22. The Devil on the Door, su NYMag.com. URL consultato il 26 aprile 2017.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 34475421 · ISNI (EN) 0000 0001 2127 2943 · Europeana agent/base/60067 · ULAN (EN) 500093239 · LCCN (EN) n85819387 · GND (DE) 119081334 · BNE (ES) XX1099284 (data) · BNF (FR) cb12048473h (data) · J9U (EN, HE) 987007520894305171 · NSK (HR) 000471587 · NDL (EN, JA) 00656259 · WorldCat Identities (EN) lccn-n85819387
Portale Biografie
Portale Pittura
Portale Writing

На других языках


[de] Jean-Michel Basquiat

Jean-Michel Basquiat ([.mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}basˈkja] * 22. Dezember 1960 in New York City; † 12. August 1988 ebenda) war ein US-amerikanischer Künstler, Maler und Zeichner. Er war der erste afroamerikanische Künstler, der in der hauptsächlich weißen Kunstwelt den Durchbruch schaffte. Der gängigen Einordnung als Graffitikünstler widersprach Basquiat: „Ich bin kein Teil der Graffitikunst.“[1] Bis heute polarisiert er bei der Bestimmung seines Stellenwertes in der Kunstgeschichte.[2] Um seine Bilder zu verstehen, schreibt die Essayistin bell hooks, müsse man bereit sein, die tragische Dimension eines schwarzen Lebens zu akzeptieren; sie bezieht sich dabei auf James Baldwins Essay The Fire Next Time (1963), „dass es für die Schrecken des schwarzen Lebens keine Sprache gibt“. Basquiats Arbeit gebe diesem Schrecken einen künstlerischen Ausdruck.[3]

[en] Jean-Michel Basquiat

Jean-Michel Basquiat (French: [ʒɑ̃ miʃɛl baskja]; December 22, 1960 – August 12, 1988) was an American artist who rose to success during the 1980s as part of the Neo-expressionism movement.

[es] Jean-Michel Basquiat

Jean-Michel Basquiat (Nueva York, 22 de diciembre de 1960-ibidem, 12 de agosto de 1988) también conocido como SAMO, fue un artista estadounidense de ascendencia haitiana y puertorriqueña.[1]

[fr] Jean-Michel Basquiat

Jean-Michel Basquiat [ ʒɑ̃ miʃɛl baskija][1], né le 22 décembre 1960 à Brooklyn et mort le 12 août 1988 à NoHo (Manhattan), est un artiste peintre américain.
- [it] Jean-Michel Basquiat

[ru] Баския, Жан-Мишель

Жан-Мишель Баския (англ. Jean-Michel Basquiat, 22 декабря 1960, Нью-Йорк — 12 августа 1988, там же) — американский художник. Прославился сначала как граффити-художник в Нью-Йорке, а затем, в 1980-х годах, как очень успешный неоэкспрессионист.



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2024
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии