Il cosiddetto Maestro delle Palazze (Prima metà del XIII secolo – Fine del XIII/Inizi del XIV secolo) è stato un pittore anonimo italiano di scuola umbra, attivo a Spoleto nella seconda metà del XIII secolo.
Derisione di Cristo. Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Il suo stile ha origine dalla tradizione umbra duecentesca; è stato accostato dalla critica ora a Pietro Cavallini, ora agli artisti influenzati dalle opere di Cimabue e del Maestro della Cattura in Assisi[1][2].
Le opere
Le opere attribuite al Maestro della Palazze finora conosciute, si dividono tra alcuni musei americani e la città di Spoleto; qui possono essere ammirate al Museo Nazionale del Ducato, nella ex chiesa dei Santi Giovanni e Paolo e, alcune tracce, nell'ex monastero di Santa Maria inter Angelos.
Nel monastero di Santa Maria inter Angelos
Lo stesso argomento in dettaglio: Ex monastero di Santa Maria inter Angelos.
«La splendida serie dugentesca delle Palazze a Spoleto venne staccata verso il 1920 per ritrovarsi poco dopo variamente distribuita fra parecchi musei di America»
Scene relative all'infanzia e alla passione di Cristo, realizzate verso la fine del milleduecento, ornavano un ambiente, probabilmente un oratorio, posto al primo piano del Monastero di Santa Maria inter Angelos, situato lungo il Giro dei condotti e conosciuto anche con il nome di Monastero delle Palazze (da cui il nome convenzionale Maestro delle Palazze), con riferimento alle sue abitanti, monache clarisse che vi dimorarono dal 1232 fino al 1403, soprannominate appunto Le Palazze[4]. Tali affreschi, dall'iconografia articolata e complessa, ignorati per secoli, sono stati ricordati per la prima volta da Giuseppe Sordini in uno scritto del 1903, e successivamente nel 1920 da Giuseppe Angelini Rota[5][6][7].
Ultima cena e Cristo nell'orto. Affresco cm. 236 x 256. Worcester Art Museum[8].
Nel 1921
Nel 1921 gli affreschi vennero strappati dalle pareti e abusivamente venduti dal proprietario del monastero, Guglielmo Cianni[9] nonostante il Ministero della pubblica istruzione li avesse segnalati tra gli affreschi di interesse nazionale fin dal 1914[10]. L'anno seguente vennero rintracciati e sequestrati a Bergamo a due mercanti d'arte: il barone Ernesto Bayet e Bernardo Bazzani. Il fatto ebbe risalto anche sulla stampa[11], tuttavia non fu possibile impedirne l'esportazione in Francia e la vendita sui mercati parigini[12].
Nel giro di pochi anni vennero acquistati da musei e collezionisti americani. Già nel 1924 tre di essi si trovavano all'interno del Worcester Art Museum in Massachusetts, provenienti dalla John Levy Galleries di New York:[13].
Altri due arrivarono a Bryn Athyn in Pennsylvania nel Glencairn Museum, sede della collezione del milionario e filantropo Raymond Pitcairn che li aveva acquistati in Francia dal mercante d'arte René Albert Gimpel[15] nel 1925[16]; nell'aprile del 1923 Gimpel li aveva esposti all'Art Center, 65-67 East 56th Street New York[17]
Un altro affresco, Natività, venne sezionato dai mercanti, diviso in quattro pezzi e piazzato separatamente: (Foto dell'affresco intero)
un Pastore finì a Hartford nell'Wadsworth Atheneum donato da René Albert Gimpel (1881-1945) nel 1928[19]
un altro, Pastore al Fogg Art Museum, Cambridge MA donato da René Albert Gimpel (1881-1945) nel 1928[19] (dove, separato dal suo contesto, fu esposto per parecchi anni come Caino)
San Giuseppe nel 1932 pervenne anch'esso nel Worcester Art Museum tutto proveniente dalla John Levy Galleries(Foto)
Gesù Bambino a Boston al Museum of Fine Arts (Foto), donato nel 1924 da René Albert Gimpel (1881-1945)[20][19]
Affresco Crocifissione (Museo del Ducato) rinvenuto al piano terra del monastero.Affresco Madonna col Bambino e SS. Francesco e Chiara
Nel 1957
Nel 1957, grazie a un attento sopralluogo condotto da Bruno Toscano nell'antico oratorio, vennero alla luce altre opere:
Derisione di Cristo, (cm 308 x 189) un affresco ancora in situ, molto malandato ma riconoscibile
Annunciazione, Natività, Ultima cena e Cristo nell'orto, Crocifissione, Giudizio finale, cinque sinopie degli affreschi staccati quaranta anni prima con la tecnica dello strappo: sinopie miste a porzioni di colore filtrate dal sovrapposto affresco, che era stato disteso su uno strato di intonaco molto sottile.
La Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie dell'Umbria, subito informata, nel 1964 si fece carico del distacco e del restauro delle opere superstiti al primo piano: la Derisione di Cristo e le sinopie vennero acquistate nel 1982 dal Comune di Spoleto per la locale Pinacoteca, situata all'interno del Palazzo Comunale; un pezzo venne donato dagli eredi degli antichi proprietari[21]. Nel 1996 furono trasferite nella chiesa di Sant'Agata, e dal 2010 nel Museo Nazionale del Ducato di Spoleto; Natività e Annunciazione, non sono ancora esposte, ma custodite nei magazzini del museo.
Al piano terra Toscano fece un'altra felice scoperta: sotto uno spesso strato di tinteggiatura a calce emersero altri due affreschi:
Madonna col bambino e Santi Francesco e Chiara, a forma pentagonale[22], pur molto consunto e poco leggibile, rifletteva una notevole familiarità con i concetti che Cimabue aveva sviluppato negli affreschi di Assisi.
Crocifissione, tema già presente due volte al piano superiore.
Le due scene furono staccate nel 1972 e divennero proprietà privata del professor Bernardino Falcinelli a Spoleto[23]. Da alcuni anni sono anch'esse in mostra nella sala 9 del Museo Nazionale del Ducato.
Attualmente (settembre 2015) alcune sbiadite tracce degli antichi affreschi sono ancora visibili al primo piano del monastero, trasformato in agriturismo; in un vano oggi adibito a sala conferenze, si intravedono:
Crocifissione
Giudizio finale
Derisione di Cristo
Ex chiesa SS. Giovanni e Paolo. Flagellazione, particolare.
Nella ex chiesa dei Santi Giovanni e Paolo
Lo stesso argomento in dettaglio: Ex chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
Vi si trovano due brani di intonaco affrescato, che un'attenta lettura stilistica ha attribuito al Maestro delle Palazze; sono ubicati nel sottotetto, prima della volta del presbiterio, incorniciati da arcatelle a sesto. Negli anni ottanta sono stati ripuliti, consolidati e restaurati; ciò ha reso possibile il riconoscimento di due scene molto distanti da un punto di vista narrativo:
l' Annunciazione
la Flagellazione
Si suppone che abbiano fatto parte di un ampio ciclo della Vita di Cristo e che le scene di episodi intermedi siano andate perdute[24].
Note
Bruno Toscano, Frammenti del Maestro delle Palazze, in Spoletium, Spoleto, Accademia spoletina, 1985, pp.21-31.
Per un'analisi dello stile del Maestro delle Palazze e dell'influenza di Cimabue e altri cf.: Bruno Toscano, II Maestro delle Palazze e il suo ambiente, in Paragone, n.25, Firenze, Sansoni, 1974, p.10.
Roberto Longhi, Per una mostra storica degli "estrattisti", in Paragone, n.91, Firenze, Sansoni, luglio 1957, p.6.
Mario Sensi, Storie di bizzoche tra Umbria e Marche, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1995, p.90.
Giuseppe Sordini, Di un cimitero cristiano sotterraneo nell'Umbria: memoria letta in una solenne adunanza del III Congresso Internazionale di archeologia cristiana, Spoleto, Tipografia dell'Umbria, 1903, p.22.
Giuseppe Angelini Rota, Spoleto e il suo territorio, Stab. Panetto & Petrelli, 1920, pp.129-130.
Foto pubblicata in: Lionello Venturi, Pitture italiane in America, Milano, Ulrico Hoepli, 1931, tav. X.
Documentazione relativa al distacco è stata rinvenuta sia presso l’Archivio Storico della Soprintendenza dell’Umbria (ASSU) sia presso la Sezione di Archivio di Stato di Spoleto (ASS). ASSU, busta 68, fascicolo 18, prot. 887, 14 agosto 1922, documento relativo al Convento della chiesa di San Ponziano in cui si espone il provvedimento penale, agli articoli 1-9-13-31-32-34 legge 20 giugno 1909 n. 364, contro Guglielmo Cianni e altri, imputati del reato di vendita degli affreschi del monastero delle Palazze
Ministero della Pubblica Istruzione, Elenco degli Edifici Monumentali, XLIII, Provincia di Perugia, Roma, 1914, p. 121
Il Messaggero, 25 luglio e 12 agosto 1922, Cronaca di Spoleto
Per notizie sui passaggi da Parigi agli U.S.A. cf.: F.H.Taylor, Rainaldictus Fresco Painter of Spoleto, in Bull. of the Worcester Art Museum, 1932, pp.76-99.
Bruno Toscano nel 1985 collocava l'opera al Worcester Art Museum, ma attualmente (settembre 2015) compare nella sezione Collection della pagina ufficiale del Glencairn Museum
Sezione di Archivio di Stato di Spoleto, busta 3561, Anno 1961, categoria 13, classe 6, fasc. 1, Cianni eredi. Donazione affresco sito nell'ex Chiesa S. Maria inter Angelos
Bruno Toscano, II Maestro delle Palazze e il suo ambiente, in Paragone, n.25, Firenze, Sansoni, 1974, pp.4-7.
Lamberto Gentili, Luciano Giacché, Bernardino Ragni e Bruno Toscano, L'Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto, Roma, Edindustria, 1978, p.216.
Bruno Toscano, Frammenti del Maestro delle Palazze, in Spoletium, vol.26-27, 29 e 30, Spoleto, Accademia spoletina, 1985, pp.21-31.
Bibliografia
Giuseppe Sordini, Di un cimitero cristiano sotterraneo nell'Umbria: memoria letta in una solenne adunanza del III Congresso Internazionale di archeologia cristiana, Spoleto, Tipografia dell'Umbria, 1903, p.22.
Giuseppe Angelini Rota, Spoleto e il suo territorio, Stab. Panetto & Petrelli, 1920, pp.129-130.
Lionello Venturi, Pitture italiane in America, Milano, Ulrico Hoepli, 1931, tav. X.
(EN) B. Rowland, A Fresco Cycle from Spoleto, in Art in America, vol. XIX, 1931, pp.225-230.
Roberto Longhi, Per una mostra storica degli "estrattisti", in Paragone, vol.91, Firenze, Sansoni, 1957, pp.3-8.
Bruno Toscano, II Maestro delle Palazze e il suo ambiente, in Paragone, n.25, Firenze, Sansoni, 1974.
Martin Davies, "Frescoes from Spoleto", in European Paintings in the Worcester Art Museum, ed. Louisa Dresser, Worcester, MA, Worcester Art Museum,MA, 1974, pp.465-75.
Bruno Toscano, Frammenti del Maestro delle Palazze, in Spoletium, vol.26-27, 29 e 30, Spoleto, Accademia spoletina, 1985, pp.21-31.
Corrado Fratini, Maestro delle Palazze, in La Pittura in Italia: il Duecento e il Trecento, Milano, Electa, 1986, p.612, ISBN88-435-2096-2.
René Gimpel, Journal d'un collectionneur: marchand de tableaux, Parigi: Editions Hermann, 2011.
Diana J. Kostyrko, 'Can a Leopard Change its Spots? René Gimpel, art dealer', in Art Markets, Agents and Collectors: Collecting Strategies in Europe and the United States, 1550-1950, eds Susan Bracken & Adriana Turpin, New York, Bloomsbury Academic, 2021, pp.276-284.
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