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Silpa (diminutivo Sin) Bhirasri (in lingua thai: ศิลป์ พีระศรี), nato Corrado Feroci, (Firenze, 15 settembre 1892 – Bangkok, 14 maggio 1962) è stato uno scultore, disegnatore, docente, rettore, critico d'arte e scrittore italiano naturalizzato thailandese.

Silpa Bhirasri al lavoro nel suo studio a Bangkok
Silpa Bhirasri al lavoro nel suo studio a Bangkok

Dopo aver terminato gli studi artistici, lavorò presso laboratori di medaglie ed eseguì alcuni lavori di scultura; nel 1924 si trasferì nel Siam, l'odierna Thailandia, dopo che ebbe vinto un concorso per medaglisti addetti alla monetazione nazionale di quel regno.[1] Rimase affascinato dallo stile di vita semplice e rilassato del popolo thai e dalle bellezze naturali del Paese a tal punto che vi sarebbe rimasto per il resto dei suoi giorni.[2] Riscosse un enorme successo sia come artista che come docente di scultura e pittura, e fondò la prima Accademia di belle arti siamese. Nel 1943 ottenne la cittadinanza thailandese prendendo il nome locale Silpa Bhirasri. Per i meriti che ebbe nella diffusione della cultura e nella creazione di una nuova generazione di artisti, è considerato il padre dell'arte moderna e contemporanea thailandese.[3][4]


Biografia



Infanzia e gioventù


Corrado Feroci nacque a Firenze il 15 settembre 1892;[5][6] era figlio di Arturo, un anarchico che gestiva una piccola mescita di vini, e di Santina Papini.[5] Fin da bambino fu appassionato d'arte e, contravvenendo alle aspirazioni dei genitori che lo volevano a collaborare nel locale del padre,[2] nel 1905 si iscrisse all'Istituto d'Arte fiorentino di Santa Croce.[7] L'anno dopo gli fu assegnata la qualifica di modellatore e nel 1908 prese parte al suo primo corso di scultura. Per pagarsi gli studi, quell'anno iniziò a lavorare come praticante presso un laboratorio di medaglie. Nel 1911 terminò il corso di studi ed eseguì un bassorilievo in plastilina che fu presentato all'Expo 1911 di Torino.[8]


Lavori in Italia


Le sue opere realizzate in Italia si rifanno a quelle in voga nel secolo precedente, senza concessioni alle tendenze avanguardistiche, aggiungendo un tocco di originalità al naturalismo di fine Ottocento rivisitato con le ispirazioni della scuola simbolista di Leonardo Bistolfi.[1] La sua arte deve molto anche allo scultore Domenico Trentacoste, il più autorevole rappresentante della nuova scuola fiorentina di quel tempo,[8] e ai maestri del Rinascimento fiorentino Ghiberti e Donatello. La fedeltà alla fisionomia nelle sue sculture e medaglie si accompagna a un accurato approfondimento psicologico, mentre nei rilievi riuscì a dare maggiore spazio alla propria vena descrittiva. Si distinse in modo particolare con opere di commemorazione funeraria. Data la scarsa reperibilità di monete a lui attribuite, la sua abilità in campo numismatico si intuisce dalla finezza dei dettagli nei suoi medaglioni.[1]

Il monumento ai caduti di Portoferraio
Il monumento ai caduti di Portoferraio

Tra le sue prime opere notevoli vi fu un bassorilievo bronzeo completato a Ferrara nel 1914 raffigurante l'imprenditore-nobile-politico Guidi di Bagno, deceduto nel 1912.[9] Verso la metà del decennio scolpì le sue prime opere in marmo di un certo rilievo, cimentandosi anche in sculture a tutto tondo, ed entrò in contatto con l'intellettuale elbano Mario Foresi, che sarebbe diventato il suo protettore fino alla partenza per il Siam.[8] Per la grave forma di miopia di cui soffriva non prese parte alla Grande Guerra, periodo in cui entrò in un circolo fiorentino di artisti e intellettuali. Il 29 aprile 1918 sposò Paolina Angelini e quello stesso anno Foresi lo scelse per la realizzazione dell'imponente Monumento ai caduti da eseguire a Portoferraio, nonostante Feroci si fosse ormai affermato come fine cesellatore e non si fosse mai cimentato in lavori di quella mole. Tra il 1916 e il 1919 eseguì diverse opere nella casa dei nobili Niccolini e si invaghì di una loro parente, per la quale abbandonò la moglie. Continuò a lavorare alternando opere di routine ad altre di buon livello artistico.[10]

Il 26 novembre 1922 fu inaugurato il grande monumento in bronzo ai caduti a Portoferraio, la sua opera più importante del periodo italiano,[10][5] in cui è raffigurato un gruppo avanzante di cinque persone sormontato dalla Vittoria alata, che danno la sensazione di muoversi verso l'alto, anziché il singolo personaggio comunemente rappresentato in quel periodo e anche nel Rinascimento per monumenti analoghi. Feroci spiegò che i quattro fanciulli rafforzano l'energia del loro condottiero, il quale li trascina con il suo aspetto virile e il suo sguardo proiettato verso la meta, con la Vittoria che lo incita amorevolmente. Il complesso racchiude una violenza esplosiva e si richiama al Monumento ai Mille inaugurato a Quarto nel 1915.[11] L'opera, nella sua complessità, gli consentì per la prima volta di dare libero sfogo alla propria vena descrittiva.[1]

Sempre nel 1922 vinse il bando di concorso per medaglisti addetti alla monetazione nazionale del Siam, i cui sovrani da anni cercavano artisti italiani disposti a trasferirsi nel Paese. Nonostante i lavori da scultore e da ritrattista che lo stavano rendendo famoso, Feroci sapeva di essere soprattutto un medaglista e per questo aveva risposto al bando. Accolse con gioia la conferma dell'incarico e la proposta di espatrio sia per le prospettive di carriera, sia per dare una svolta all'ormai difficile situazione sentimentale che viveva. Nel febbraio 1924 si imbarcò con la nuova moglie Fanny Viviani e la loro figlia Isabella, nata nel 1922. In seguito la coppia avrebbe avuto a Bangkok il figlio Romano.[1][2]


Il Siam


Da decenni questo regno del sudest asiatico stava cercando di ammodernarsi in tutti i campi. Il re Rama VI aveva proseguito nella strada del rinnovamento tracciata dai suoi predecessori e fece realizzare imponenti opere. In particolare il sovrano amava le arti, era lui stesso uno scrittore, e stanziò grandi somme di denaro per promuoverle. A quel tempo il paese era l'unico della regione che non era diventato una colonia, ad est confinava con l'Indocina francese (Laos e Cambogia), ad ovest la Birmania era diventata una colonia dell'impero britannico, mentre a sud la Malaysia ne era diventata un protettorato. Per conservare l'indipendenza, il Siam aveva dovuto fare enormi concessioni politiche ed economiche alle due potenze europee e fu per limitarne l'influenza che il cambiamento del volto del paese fu affidato ad artisti dell'Italia, estranea alle vicende interne siamesi[5]. La scelta era caduta sull'Italia già ai tempi di re Rama V, padre e predecessore di Rama VI, che nelle sue due visite a Torino era rimasto affascinato dalla monumentale bellezza della città. Era dalla fine dell'Ottocento che decine di ingegneri, architetti ed artisti italiani, soprattutto piemontesi, progettavano e realizzavano i più grandi palazzi, ponti e monumenti che stavano trasformando Bangkok[5].

La statua del re Rama I al ponte Phra Phutta Yodfa a Bangkok, (1929-1932), fusa dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli di Firenze
La statua del re Rama I al ponte Phra Phutta Yodfa a Bangkok, (1929-1932), fusa dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli di Firenze

Scultore Reale


Feroci lavorò per il Dipartimento delle belle Arti del Reale Istituto dal 1924 fino alla sua morte nel 1962[2]. Inizialmente fu assunto come scultore di corte con un contratto di tre anni ed un salario di 800 baht al mese[12]. L'impatto con l'amministrazione locale fu negativo: la sua richiesta di uno studio con grandi finestre in cui la luce venisse dall'alto fu trovata eccessiva e venne emarginato. Il principe Naris, artista e zio del sovrano, gli commissionò la scultura di un busto che lo raffigurasse e rimase entusiasta dell'opera. Lo prese sotto la propria ala protettrice e pochi giorni dopo Feroci lavorava nel nuovo studio che era come lo desiderava. L'anno dopo fu nominato scultore del dipartimento e cominciò la sua grande produzione di statue e dei più famosi monumenti eretti in Siam dopo il 1930[5].

Nel 1925 Rama VI morì e gli succedette il fratello Rama VII che, per fronteggiare la grave crisi economica, operò grandi tagli delle spese pubbliche. Nel 1926, Feroci firmò con il dipartimento delle arti un contratto a tempo indeterminato con lo stipendio di 900 baht al mese[12]. La prima opera veramente importante fu quella che celebrava il centocinquantesimo anniversario dell'ascesa al trono di re Rama I, fondatore della dinastia Chakri che regna in Thailandia. Il lavoro fu iniziato in Siam ma la statua in bronzo venne fusa in Italia dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli di Firenze, ebbe così modo nel 1930 di tornare al paese natale per la prima volta da quando si era trasferito[12]. Il monumento venne posto nel 1932 ai piedi del ponte Phra Phutta Yodfa che venne in tale occasione inaugurato nel centro di Bangkok. Oltre alle varie statue e ai bassorilievi che scolpì, molti furono i monumenti che progettò o eseguì nel corso della carriera[2][12]:

Alcuni dei monumenti di Silpa Bhirasri in Siam/Thailandia
n. progr. anno di ultimazione soggetto raffigurato luogo contributo
1 1932 re Rama I Bangkok esecuzione
2 1934 Thao Suranari Korat disegno ed esecuzione
3 1940 Monumento alla Democrazia Bangkok disegno
4 1941 Monumento alla Vittoria Bangkok disegno
5 1941 l'eroe thailandese Chao Phor Dam Nakhon Si Thammarat disegno
6 1942 re Rama VI Bangkok disegno ed esecuzione
7 1950 principe Songkhla Nakarin (il defunto re Rama VIII) Bangkok disegno
8 1954 re Taksin in battaglia a cavallo Thonburi (Bangkok) disegno ed esecuzione
9 1957 principe Kampaengpetch Akrayotin Bangkok disegno
10 1959 re Naresuan in battaglia sul dorso di un elefante Suphanburi disegno ed esecuzione
11 1966 re Narai il grande Lopburi disegno e parziale esecuzione
12 1969 principe Rajburi Direkrit Bangkok disegno
13 1982 Buddha che cammina Nakhon Pathom disegno
data imprecisata monaco Kruba Sriwichai Chiang Mai disegno ed esecuzione
data imprecisata Phraya Rasadarnpradit Mahisarapakdee Trang disegno
data imprecisata re Naresuan Phitsanulok disegno ed esecuzione
Il monumento all'eroina nazionale siamese Thao Suranari a Korat, (1934)
Il monumento all'eroina nazionale siamese Thao Suranari a Korat, (1934)

Docente e fondatore dell'Accademia delle Belle Arti


Nel 1926 tornò all'insegnamento, organizzando un corso gratuito per aspiranti pittori e scultori. L'iniziativa ebbe un grande successo ed alcuni dei partecipanti furono assunti dal dipartimento alle arti come assistenti[2]. Il governo rimase impressionato dall'alto livello artistico raggiunto dagli studenti e gli chiese di programmare una vera e propria scuola di formazione per giovani artisti, ma l'idea non si concretizzò subito per mancanza di fondi[13].

Nel 1932, il colpo di Stato che prese il nome di rivoluzione siamese del 1932 costrinse Rama VII a concedere la costituzione. Tre anni dopo il sovrano, in contrasto con il governo, abdicò ed il trono passò al nipote Rama VIII che aveva solo nove anni. Furono nominati dei reggenti e nel 1939 il Siam cambiò nome e divenne Thailandia.

Con il nuovo governo, il dipartimento delle belle arti passò nel 1932 dal Reale Istituto al Ministero della pubblica istruzione e Feroci fu trasferito alla divisione di Architettura del dipartimento diretta da Phra Saroj Rattananimman, e fu con il suo apporto che nello stesso anno nacque la Scuola d'arte Silpakorn[13]. Venne nominato professore e direttore e la strutturò ispirandosi all'Accademia di Firenze dove aveva studiato[3]. Alla prima lezione erano presenti sette studenti, alcuni dei quali sarebbero in seguito divenuti famosi[2]. Nello stesso anno, fu insignito per meriti artistici con una decorazione del Supremo Ordine dell'Elefante Bianco[12].

Nel 1942 anche la scuola d'arte mutò il nome in scuola di belle arti e l'anno successivo fu inaugurata l'Università Silpakorn, di cui Feroci fu docente e rettore. L'ateneo comprendeva inizialmente corsi di pittura e scultura ed in seguito ne sarebbero stati aggiunti molti altri, tra cui quelli di architettura, archeologia e arti decorative. Prevedeva corsi di diploma triennali e corsi di laurea quinquennali[13]. Fu la prima università di belle arti fondata in Thailandia. La famosa canzone Santa Lucia, che lui canticchiava lavorando, fu adottata come inno ufficiale dell'ateneo.


La cittadinanza thailandese


Durante la II guerra mondiale il Giappone occupò la Thailandia, facendone la base di partenza per la conquista dei territori birmani e malesi in mano ai britannici. A seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943 l'Italia ruppe l'alleanza col Giappone e Feroci venne arrestato dai giapponesi. Il governo thailandese gli propose allora di diventare cittadino di quel paese, la migliore soluzione per ottenere la libertà, lui accettò e prese ufficialmente il nome locale Silpa Bhirasri[5]. Dopo alcuni mesi di detenzione venne liberato nel gennaio del 1944[14].


Padre dell'arte moderna thailandese


Nonostante avesse continuato la sua attività di scultore e disegnatore, Feroci si era dedicato principalmente all'insegnamento, guadagnandosi la stima e l'ammirazione degli studenti che arrivarono ad amarlo come un padre[2]. Per trasferire le proprie conoscenze, scrisse diversi testi fra cui: Theory of colour nel '43, Theory of Composition nel '44 e An Aid to Arts and English-Siamese Glossary tra il '42 ed il '44[2]. Il suo merito educativo maggiore fu quello di spronare la creatività individuale degli allievi, a cui prospettava nuove strade da percorrere rifuggendo le copiature[5].

«Per questa forma di "liberazione", che per la cultura fiorentina di Feroci era assolutamente naturale, il mondo artistico di qui gli è estremamente grato ed ha fatto di Silpa Bhirasri il nume tutelare dell'arte moderna thailandese.»

(Tiziano Terzani)
Un sorridente Bhirasri posa per una foto nel suo studio di Bangkok
Un sorridente Bhirasri posa per una foto nel suo studio di Bangkok

Perseguiva l'acquisizione di un linguaggio universale che recepisse il significato più profondo dei capolavori delle diverse culture nazionali, e se ne servisse per sviluppare una nuova coscienza e una nuova arte che andassero al di là dei confini e delle ideologie.

«Tutti noi che siamo partecipi dello stesso universo spirituale, quando osserviamo un'opera d' arte in sintonia col nucleo dell'universo, anche noi a nostra volta ne entreremo in contatto e proveremo emozioni uguali senza avvertire la distanza di culture di paesi diversi»

(Silpa Bhirasri[6])

Contribuì enormemente alla diffusione nel paese delle arti occidentali e delle stesse arti visive siamesi, dalle quali fu profondamente affascinato, eseguendo approfondite ricerche che pubblicò in diversi libri ed articoli di stampa[2]. Per comprendere a fondo l'arte , la cultura ed il pensiero thailandese studiò a lungo la filosofia e la religione buddhista e si dedicò anche all'archeologia[6]. Approfondendo la conoscenza dei diversi stili del classicismo siamese si rese conto della necessità di preservare quei capolavori dalle insidie del tempo e si distinse negli studi e nelle proposte per la loro conservazione, influenzando anche l'archeologia locale[6]. Si impegnò per la diffusione della cultura thailandese nel mondo, rappresentò il paese in diverse conferenze d'arte internazionali e nel 1947 organizzò la Exhibition of Thai Arts all'ambasciata thailandese di Londra. Nel 1949 fu il promotore della prima Esibizione delle Arti Nazionali a Bangkok, in cui i suoi discepoli ebbero modo di esporre per la prima volta le loro opere in una grande mostra. Anche questa idea ebbe un tale successo di pubblico e di critica che la Università Silpakorn ha continuato ad organizzare l'avvenimento, che rappresenta la migliore passerella per i giovani talenti locali[2]. Il paese gli deve molto per essere diventato attivo nell'arte contemporanea, ed è grazie a lui che gli artisti thailandesi hanno esposto le loro opere in famose mostre internazionali, tra cui la Biennale di Venezia[3].


Gli ultimi anni


Nel 1949 tornò per la quarta volta in Italia, ottenne dalla moglie la separazione consensuale e vi restò qualche mese cercando un lavoro. Malgrado che la sua posizione di rettore fosse allo stesso livello di quella del direttore del dipartimento, il suo stipendio era rimasto quello di prima, e non era più sufficiente per fronteggiare l'inflazione che imperversava anche in Thailandia dal dopoguerra in poi. Quando il dipartimento gli accordò l'aumento richiesto tornò nella patria di adozione[13]. Continuò fino alla fine dei suoi giorni a lavorare in università, ad eseguire sculture e a fare ricerche e pubblicazioni. Imparò la lingua thailandese, ma nonostante i molti anni trascorsi nel paese non perse mai il suo forte accento fiorentino, il che rese proibitivo ai suoi studenti capire quello che diceva[5]. Nel 1959 sposò Malini, una delle sue studentesse, con cui trascorse felicemente gli ultimi anni di vita[2].

Morì a Bangkok il 14 maggio 1962 di attacco cardiaco in seguito agli esiti di un'operazione per la rimozione di un cancro intestinale[13].

La lapide in memoria del padre al Cimitero degli Allori, dove è sepolto
La lapide in memoria del padre al Cimitero degli Allori, dove è sepolto

Dopo la morte


La cerimonia di cremazione si svolse nel Wat Thepsirintarawas e fu pagata per intero dalla famiglia reale[2]. Le sue ceneri furono in seguito trasportate a Firenze e inumate nel cimitero degli Allori a fianco dei genitori, dove si trova una lapide in marmo di particolare intensità emotiva raffigurante un Cristo morente, da lui realizzata in memoria del padre.[1] Quando scomparve divenne ancor più popolare in Thailandia, i suoi allievi chiesero ed ottennero che nel cortile principale dell'università fosse eretto in suo onore un monumento, una statua in bronzo che lo raffigura eseguita da uno dei suoi discepoli preferiti. Ancora nel ventunesimo secolo gli studenti d'arte si inginocchiano davanti alla statua, offrono fiori ed accendono incensi, invocando la sua protezione per i loro studi[5].

Statua di Silpa Bhirasri all'Università Silpakorn a Bangkok eseguita da Sanan Silakorn, uno dei suoi studenti preferiti
Statua di Silpa Bhirasri all'Università Silpakorn a Bangkok eseguita da Sanan Silakorn, uno dei suoi studenti preferiti

Il 15 settembre 1984, in occasione del novantaduesimo anniversario della sua nascita, nei locali che ospitavano il suo studio fu inaugurato il Museo Nazionale Commemorativo Silpa Bhirasri. Si trova nel cortile del Palazzo Thaphra, sede dell'Università Silpakorn, nel distretto Phra Nakhon in centro a Bangkok, nelle immediate vicinanze del Grande Palazzo Reale. La struttura contiene le suppellettili di cui Silpa Bhirasri faceva uso nel suo lavoro, alcuni dei suoi libri, appunti, schizzi, fotografie ed un'esposizione di alcune opere sue e dei suoi allievi[14]. L'entrata a tale museo commemorativo è gratuita.

Il 15 settembre, anniversario della sua nascita, viene celebrato dai thailandesi come il giorno di Sin Bhirasri. Per il centenario della sua nascita è stato emesso in Thailandia un francobollo commemorativo il 15 settembre 1992[15]. Nel 2018 è stata aperta al pubblico dopo il restauro la casa di Bangkok dove visse dal 1928 al 1938 con la moglie Fanny e i figli Isabella e Romano. È diventata un museo e una galleria d'arte per giovani artisti.


Note


  1. Salvagnini, 1998, pp. 20-24.
  2. (EN) Maneepin Phromsuthirak, Professor Silpa Bhirasri's Life and Works, su journal.su.ac.th, giornale della Silpakorn University, 2003. URL consultato il 29 novembre 2010 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2011).
  3. Alessandro Tempi, Corrado Feroci, su artonweb.it, Artonweb, 2007. URL consultato il 29 novembre 2010.
  4. Elena Stancanelli, L'artista in fuga divinità d'Oriente, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica.it, 2010. URL consultato il 29 novembre 2010.
  5. Tiziano Terzani, "Silpa" Feroci (PDF), su mucchioselvaggio.org, 1992. URL consultato il 21 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2019).
  6. (TH, IT, EN) Wijit Apichatkriengkrai, 109 years. The life and spirit of professor Silka Bhirasri (PDF), su openbase.in.th, 2001. URL consultato il 1º dicembre 2010.
  7. Salvagnini, 1998, p. 3.
  8. Salvagnini, 1998, pp. 12-16.
  9. Salvagnini, 1998, pp. 25-31.
  10. Salvagnini, 1998, pp. 17-20.
  11. Salvagnini, 1998, pp. 35-37.
  12. (EN) Silpa Bhirasri (Corrado Feroci)/1892-1962, su rama9art.org, web-site del museo di arte moderna e contemporanea Rama IX. URL consultato il 30 novembre 2010.
  13. (EN) Krisana Honguten, PROFESSOR SILPA BHIRASRI AND SILPAKORN UNIVERSITY, su psgartgallery.su.ac.th, Galleria d'Arte dell'Università Silpakorn. URL consultato il 1º dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).
  14. (EN) Silpa Bhirasri Memorial National Museum, su national-gallery.go.th, sito ufficiale della National Gallery di Bangkok. URL consultato il 1º dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2008).
  15. (EN) History of Thai Postage Stamps, su thaistamp.com, International House of Stamp (SIAM) CO.. URL consultato il 1º dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2005).

Bibliografia



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[de] Silpa Bhirasri

Silpa Bhirasri (thailändisch .mw-parser-output .Thai{font-size:115%}ศิลป์ พีระศรี, RTGS: Sin Phirasi, Aussprache: [.mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}sĭn pʰiːráʔsĭː]; Geburtsname Corrado Feroci; * 15. September 1892 in Florenz, Italien; † 14. Mai 1962 in Bangkok) war ein italienisch-thailändischer Bildhauer. Er gründete die erste Kunsthochschule des Landes, die später zur Silpakorn-Universität hochgestuft wurde, und wird als Vater der modernen Kunst in Thailand verehrt. Silpa schuf im Auftrag der thailändischen Regierung in den 1930er- bis 50er-Jahren eine Reihe monumentaler Statuen und war an der Gestaltung des Bangkoker Demokratie- und des Siegesdenkmals beteiligt.

[en] Silpa Bhirasri

Silpa Bhirasri (Thai: ศิลป์ พีระศรี; RTGS: Sin Phirasi; Thai pronunciation: [sǐn pʰīː.rá.sǐː]), born Corrado Feroci (15 September 1892 – 14 May 1962), was a Tuscan-born Thai sculptor. He is considered the father of modern art in Thailand and was instrumental in the founding of today's Silpakorn University.

[es] Silpa Bhirasri

Silpa Bhirasri , de nacimiento Corrado Feroci, fue un escultor tailandés de origen italiano, nacido el año 1892 en Florencia y fallecido el 14 de mayo de 1962, que fundó en 1943 la Universidad de Silpakorn.

[fr] Silpa Bhirasri

Silpa Bhirasri (né Corrado Feroci, 1892-1962) est un sculpteur thaïlandais d'origine italienne, fondateur en 1943 de l'Université Silpakorn.
- [it] Silpa Bhirasri

[ru] Силпа Бхирасри

Синлапа Пхираси (тайск. ศิลป์ พีระศรี, при рождении Коррадо Ферочи, итал. Corrado Feroci, 15 сентября 1892, Флоренция — 14 мая 1962, Бангкок) — скульптор, основоположник современного искусства в Таиланде. Основатель художественной школы, позже ставшей университетом Синлапакон.



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