Il Museo civico di Teramo, o anche Pinacoteca Comunale, raccoglie i più importanti pezzi dell'arte dal Quattrocento fino alla fine del Ottocento, di Teramo e dei dintorni.
È allestito al centro della Villa Comunale, nelle 15 sale di un palazzo ottocentesco al centro del giardino.
Affresco del salone maggiore: "Bruto e i figli", di Gennaro Della Monica (1886)
Il Museo nacque tra il 1868 e il 1888, quando dalle chiese cittadine confluirono non solo opere sacre, ma anche "tesori" che possedevano i religiosi. Il palazzo fino agli anni '50 fu sede del Tribunale di Teramo, che prima era ospitato presso le vecchie carceri in corso Cerulli, dove fu eretto poi il palazzo Savini. Per l'abbellimento del Tribunale fu chiamato anche Gennaro Della Monica, che dipinse il salone della Corte d'Assise con l'affresco dal gusto classico alla francese "Bruto e i figli" (1886), lodato anche da Giacinto Pannella. Il Tribunale di Teramo oggi è in uno stabile fuori Porta Madonna, in via Beccaria.
Le opere vennero provvisoriamente esposte in un palazzo vicino alla chiesa di Sant'Anna, cioè nell'attuale sede del museo archeologico di Teramo. Poco dopo, in città furono trovati reperti di epoca romana che, considerati più importanti, presero il posto dei dipinti che perciò finirono nei depositi. Dal XX secolo i reperti archeologici furono sistemati nell'attuale Museo archeologico "Francesco Savini", presso l'ex complesso di San Carlo Borromeo nel centro storico, mentre i dipinti vennero collocati nell'attuale sede.
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