L'Hermes in riposo è una scultura in bronzo di epoca romana databile a prima del 79 d.C. e conservata presso il museo archeologico nazionale di Napoli.
L'opera, che raffigura il dio Hermes seduto su una roccia, è ritenuta copia romana da un originale greco del IV a.C. circa, attribuito a Lisippo su base stilistica, ma non attestato dalle fonti letterarie antiche.[1] Il tipo, riprodotto in diverse copie, prende il nome di Hermes Merida-Vienna dalle copie principali, quella marmorea di Mérida e quella bronzea del Kunsthistorisches Museum di Vienna.[2]
La scultura fu rinvenuta a seguito degli scavi dell'area vesuviana nel 1758 presso la villa dei Papiri di Ercolano.
Gli storici dell'arte britannici Francis Haskell e Nicholas Penny definirono la scultura come la più importante opera d'arte rinvenuta negli scavi archeologici di Pompei e Ercolano nel XVIII secolo.[3]
Alcune incisioni del 1771 che ritraggono l'antica città vesuviana, mostrano l'opera ancora in loco. Dunque il suo trasferimento a Napoli è avvenuto sicuramente in data posteriore. Ancora, la scultura fece parte del gruppo di opere che Ferdinando I delle Due Sicilie portò con sé a Palermo in occasione della rivoluzione del 1799.
Durante l'occupazione francese e nell'ambito delle spoliazioni napoleoniche, venne individuato dal generale Jean Étienne Championnet per essere inviato in Francia al Louvre, come risulta da una missiva inviata al direttorio il 7 ventoso anno VII (25 febbraio 1799):[4]
«Vi annuncio con piacere che abbiamo trovato ricchezze che credevamo perdute. Oltre ai Gessi di Ercolano che sono a Portici, vi sono due statue equestri di Nonius, padre e figlio, in marmo; la Venere Callipigia non andrà sola a Parigi, perché abbiamo trovato nella Manifattura di porcellane, la superba Agrippina che attende la morte; le statue in marmo a grandezza naturale di Caligola, di Marco Aurelio, e un bel Mercurio in bronzo e busti antichi del marmo del più gran pregio, tra cui quello d'Omero. Il convoglio partirà tra pochi giorni.» |
Nel 1816 invece si attesta la presenza dell'Hermes nel palazzo reale di Portici.
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