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Il San Sebastiano è una scultura in legno intagliato e dipinto di Silvestro dell'Aquila.[1]

San Sebastiano
AutoreSilvestro dell'Aquila
Data1478
Materialelegno
Altezza176 cm
UbicazioneMuseo nazionale d'Abruzzo, L'Aquila

Storia


L'opera fu commissionata per la chiesa di Santa Maria del Soccorso, la cui costruzione — avvenuta tra il 1469 ed il 1472[2] — era stata finanziata dal ricco mecenate Jacopo di Notar Nanni.[A 1] All'edificazione della chiesa parteciparono i compagni di bottega Giovanni di Biasuccio[3] — che realizzò il tabernacolo della cappella della Madonna del Soccorso — e lo stesso Silvestro dell'Aquila, cui viene tradizionalmente attribuita l'invenzione architettonica della facciata, eretta alla fine del XV secolo.[4]

Il committente vero e proprio fu l'abate Domenico Antonio Caprini d'Arischia, il cui nome si legge nell'iscrizione del basamento insieme alla data del 1478.[5] Il nome dell'abate, insieme a quello di Silvestro, compaiono inoltre nel contratto stipulato per l'esecuzione dell'opera, conservato presso la biblioteca provinciale Salvatore Tommasi.[6] L'attribuzione certa a Silvestro — citata già dal Leosini[7] e ribadita successivamente dal Chini[5] — rende la statua importante per la ricostruzione storica della formazione dell'artista.[5]

Dalla seconda metà del XX secolo, l'opera fa parte della collezione del Museo nazionale d'Abruzzo dell'Aquila.[6]


Descrizione


L'opera è tra le più note espressioni dell'arte rinascimentale d'Abruzzo.[5] Riproduce il martirio di San Sebastiano, riprodotto in piedi, legato ad un tronco d'albero e trafitto dalle frecce, in momento di estasi mistica dovuta al dolore;[6] il santo ha, inoltre, la bocca semiaperta e lo sguardo rivolto verso l'alto.[5] La policromia originale è perfettamente conservata.[5]

Venne realizzata da Silvestro dell'Aquila nel momento della sua affermazione artistica, contemporaneamente all'edificazione del mausoleo di Amico Agnifili per il Duomo dell'Aquila.[8] Per la sua datazione — centrale nella genesi artistica dello scultore aquilano — ed i suoi riferimenti, è tra le opere più discusse dalla critica storica.[5] Viene ricondotto a numerose opere coeve, soprattutto di matrice toscana, tra cui il David del Verrocchio, il San Sebastiano di Antonio Rossellino e la Maddalena penitente di Desiderio da Settignano.[8] La formazione fiorentina dell'artista[A 2] è visibile anche nella cura dei dettagli e nella raffinatezza della plasticità del volto e del corpo del martire, ancora una volta da ricondurre all'influenza verrocchiesca seppur con richiami all'arte umbra-urbinate, come evidenziato dal Bologna.[9]

Il basamento reca un'iscrizione lacunosa in cui è citato il committente dell'opera, l'abate Domenico Antonio Caprini d'Arischia:[7]

HOC OPVS FECIT FIERI D. DOMENICVS
ANTONII DE [CAPRINIS] DE AQVILA. 1476.


Note



Annotazioni


  1. Le relazioni tra la famiglia Notar Nanni e la bottega di Silvestro dell'Aquila furono cospicue e costanti per tutta la seconda metà del XV secolo; l'artista realizzò per il suo mecenate anche il mausoleo di San Bernardino che impreziosisce la cappella Notar Nanni nella basilica di San Bernardino all'Aquila.
  2. Tra gli anni sessanta e settanta del XV secolo, Silvestro soggiornò per un certo periodo a Firenze, dove si ritiene possa aver effettuato un periodo d'apprendistato presso le botteghe di Donatello o del Botticelli.

Fonti


  1. Fondazione Zeri, Silvestro dell'Aquila, San Sebastiano, su catalogo.fondazionezeri.unibo.it. URL consultato il 20 gennaio 2019.
  2. Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, I, Todi, Tau Editrice, 2010, p. 372.
  3. Enciclopedia Treccani, Giovanni di Biasuccio, su treccani.it. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  4. Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, I, Todi, Tau Editrice, 2010, p. 373.
  5. Ministero per i beni e le attività culturali, San Sebastiano, su culturaitalia.it. URL consultato il 9 febbraio 2019.
  6. Museo nazionale d'Abruzzo, San Sebastiano, su museonazionaleabruzzo.beniculturali.it. URL consultato il 9 febbraio 2019.
  7. Angelo Leosini, Monumenti storici artistici della città di Aquila e suoi contorni, L'Aquila, Perchiazzi, 1848, pp. 185-186.
  8. Regione Abruzzo, Silvestro dell'Aquila (PDF) [collegamento interrotto], su regione.abruzzo.it. URL consultato il 26 ottobre 2017.
  9. Ferdinando Bologna, La Madonna con il Bambino tra due angeli reggi-candelabri, detta “Madonna dei Lumi”, di Silvestro dall'Aquila, Chiesa di Santa Maria in Platea, Campli, in Documenti per l’Abruzzo Teramano (a cura di), Le valli della Vibrata e del Salinello, Pescara, Carsa Edizioni, 1996, pp. 497-500.

Bibliografia



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