Antonio Rotta (Gorizia, 28 febbraio1828 – Venezia, 10 settembre1903) è stato un pittoreitalianodi genere della seconda metà del 1800.
L’ortolanella, 1884
Biografia
Antonio Rotta, noto anche come il pittore delle "Ballate veneziane" o "poeta di Venezia", è stato un importante pittore italiano del diciannovesimo secolo della Pittura di genere, uno stile pittorico che si dedica alle scene di vita quotidiana[1]. Rotta, trasferitosi a Venezia, frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1841, dove fu allievo di Ludovico Lipparini (1800–1856).
Dal matrimonio di Antonio Rotta con una figlia di Lattanzio Querena nacque il figlio Silvio Giulio (1853–1913), che divenne suo allievo.
Nel 1853 partecipò all'Esposizione di Belle Arti a Milano con il dipinto storico Tiziano Vecellio istruisce nella pittura Irene di Spilimbergo.
Nel 1878 vinse il premio dell'esposizione del Salone del Louvre di Parigi. Nel 1891 espose a Berlino. Nel 1894 partecipò all'Esposizione artistica di Gorizia con il dipinto Stella marina.
Sue opere si trovano in numerosi musei in tutto il mondo, al Museo d'Arte di Filadelfia come nei musei di Helsinki e nel Museo Revoltella di Trieste. La sua città natale custodisce molte sue opere, soprattutto ritratti, presso i Musei Provinciali di Storia ed Arte di Gorizia, molte delle sue opere sono state vendute all'estero e si trovano in importanti collezioni private[2].
La città di Venezia alla Biennale di Venezia del 1932, con l'approvazione della commissione artistica composta da Italico Ottone, Elio Zorzi e Domenico Varagnolo ha voluto esporre in una sezione dedicata con menzione speciale, le opere postume di Antonio Rotta[3], per celebrare i trent'anni della Biennale di Venezia, con l'intento di commemorare l'intimo carattere della pittura veneziana di fine Ottocento, che è considerato un momento primario nella storia dell'arte mondiale.[4]
Le Raccolte d'arte dell'Ospedale Maggiore di Milano conservano un ritratto di Francesco Ponti (1832–1895) eseguito da Antonio Rotta nel 1896 su commissione del Consiglio direttivo di quell'ente ospedaliero in memoria del suo benefattore[5].
La città di Gorizia ha dedicato ad Antonio Rotta l'intitolazione di una pubblica via.
Premi
Medaglia del Salone di Parigi, Museo del Louvre, 1878
Premio per l'Esposizione universale di Parigi (1878), Expo Parigi
Premio dell'Accademia di belle arti di Venezia (Accademia Veneta)
Medaglia della Fiera mondiale di Vienna 1873, Expo Vienna
Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano, 1853
Esposizione del Salone di Parigi, Museo del Louvre, Parigi, 1878
Esposizione di Berlino, 1891
Esposizione artistica di Gorizia, 1894
La Biennale di Venezia, XVIII Esposizione internazionale d'arte, 1932
Bicentenario dell'Accademia di Venezia, 1950
"Rivelazioni", Ministero per i beni e le attività culturali, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, Museo Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, Gorizia, 2011
"Capolavori ritrovati e importanti opere inedite. Pittura Veneta dell'800", Enrico Gallerie Via Senato, Milano, 2012
"Nobiltà del lavoro, arti e mestieri nella pittura veneta tra '800 e '900", Soprintendenze per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, Villa Pisani (Stra), Venezia, 2012
"I Maestri del colore. Arte a Venezia nell'800", Galleria Bottegantica, Milano, 2017
"Memories of Serenissima", Istituto Italiano di Cultura, New York, 2017
Stile
Rotta si specializzo in un primo tempo nella pittura di scenette e figure di Pittura di genere d'ambiente veneziano, alcune volte venate d'umorismo, che risultano le più pregiate[13], per poi cimentarsi in alcuni quadri di tema storico (Tiziano istruisce Irene di Spilimbergo) e sacro.
Non soddisfatto dei risultati ottenuti si volse nuovamente al realismo dei suoi soggetti preferiti, come gli umili o l'infanzia[14]. Antonio Rotta si forma in un momento in cui il rapporto che legava la pittura storica ai generi minori appariva ancora problematico, in quanto, se nelle Accademie veniva privilegiata la prima, la nuova classe borghese, di recente ascesa, mostrava di prediligere i secondi. Questo fatto porta Rotta a sperimentare il suo talento, dopo qualche grande pala di genere storico, come pittore di genere che non disdegna, ma anzi ricerca, soggetti umili, diventando un vero e proprio precursore in questo campo (Lorenzo Tommasini)[15].
Antonio Rotta è considerato il padre della pittura di genere. Nel ritrarre le scene di genere, situazioni quotidiane, in cui i personaggi sono colti in un momento antieroico che viene riproposto con una pittura realista che celebra "la dignità del vivere".
Rótta, Antonio, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Antonio Rotta. URL consultato il 12 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015). Archivio '800 Veneto. Milano: GAM Manzoni
Pinacoteca XVI-XVIII secolo, in Museo Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. URL consultato il 4 agosto 2022.
Il pescatore con la nipote e La piccola ferita furono esposti alla Esposizione internazionale d'arte di Venezia nel 1932 in occasione della Mostra retrospettiva «Trent'anni di vita veneziana».
Bibliografia
Nico Stringa, Antonio Rotta, Ottocento Veneto il trionfo del colore, Canova editore, Treviso 2004
Rudolf M. Bisanz, The René von Schleinitz Collection of the Milwaukee Art Center: Major Schools of German Nineteenth-Century Popular Painting, Milwaukee, Wisconsin, Milwaukee Art Center, 1980, p. 280, cat. 195.
Angelo De Gubernatis, (1889). Dizionario degli artisti italiani viventi: pittori, scultori e architetti, Firenze, Le Monnier.
Giulio Cantalamessa, Antonio Rotta, in Emporium, XIX (1904), pagine 91-110; id., Conferenze d'arte, Roma, 1926.
Silvio R., in Emporium, XXXVIII, 1913, pp.157-160.
Antonio Rotta in Benezit Dictionary of Artists. Oxford Art Online, Oxford University Press.
Antonio Rotta. Archivio '800 Veneto. GAM Manzoni, Centro Studi per l'Arte Moderna e Contemporanea, Milano.
Agostino Mario Bessone-Aureli, Dizionario dei pittori italiani, Città di Castello, 1915.
Thieme-Becker, vol. XXIX, Lipsia, Germania, 1935.
Giuseppe Pavanello, La pittura nel Veneto, l'Ottocento, Mondadori Electa Editore, vol. 1, Milano, 2002.
Agostino Mario Comanducci, I pittori italiani dell'Ottocento, Edizioni San Gottardo, Milano (Genève), 1934-1992.
Eliana Mogorovich, Un artista del vero: Antonio Rotta tra dipinti di genere e pittura risorgimentale, in Marco Menato (a cura di), L'Osservatore Giuliano. Numero uno. Miscellanea di studi, Istituto giuliano di storia cultura e documentazione, 2013.
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