Nacque da Rosalia Ballarianoda e Domenico De Lisi. Formatosi inizialmente nella bottega paterna, dopo un periodo di studi classici che interrompe, s'iscrisse all'Istituto di Belle Arti. Nel 1938 divenne prima assistente e dopo titolare della cattedra di scultura, carica che ricoprirà fino al 1960, quando fu nominato direttore del Regio Istituto.
Nell'immediato primo dopoguerra ottenne la possibilità di viaggiare per il Paese e in giro per l'Europa. Intorno al 1920 era stanziato nella capitale e frequentò l'atelier dello scultore Attilio Selva, uno dei più celebri del periodo per stile e forme, che ebbe su di lui una certa influenza.
Esordì coll'opera Chiome al sole alla biennale veneziana del 1924, oggi situata al giardino del Teatro Politeama a Palermo.
Ebbe numerosi incarichi durante il regime fascista, e partecipò a varie edizioni delle Biennali e Quadriennali, anche alle mostre Sindacato fascista degli artisti.
Opere
Ritratto di Gino Marinuzzi - Galleria Comunale d'Arte Moderna di PalermoSan Cristoforo - Palazzo delle Poste di Palermo
La sua prolifica opera fu esposta in innumerevoli esibizioni artistiche, commissioni pubbliche e attività manuali:
Busto di Maria Guardione Graf (1928), presso l’Archivio storico comunale di Palermo
Sensazioni (al Sindacato siciliano fascista degli artisti, 1929);
Kostya Wassilensky (idem);
Tempesta e Figura (idem);
Diana (alla seconda mostra del Sindacato nazionale fascista di belle arti di Napoli, 1937);
Ritratto di Nella in terracotta (alla XI mostra d'arte del Sindacato interprovinciale fascista di belle arti a Palermo, 1942);
Ritratto di Maria in terracotta (idem)
Il pescatore in gesso (idem)
Il lavoro in gesso (idem);
Figura statua in bronzo alla Mostra degli artisti siciliani (Catania-Palermo, 1949);
Ritratto di Gino Marinuzzi (1931), oggi alla Galleria d'Arte Moderna di Palermo;
Le amiche gruppo in bronzo (1935), al giardino di Piazza Castelnuovo;
Donne al sole (Quadriennale d'arte nazionale a Roma, 1939);
Ritratto (idem)
Sogno antico in bronzo (idem);
Il pomo in pietra (XVIII Biennale di Venezia, 1932);
Una nuotatrice in anticorodal (XIX Biennale di Venezia, 1934);
Il pastore in bronzo (idem);
Nudo (XX Biennale di Venezia, 1936);
Santa Rosalia scultura esterna nell'omonimo santuario di Monte Pellegrino;
allegorie della Scienza e dell'Ingegneria poste sulla facciata del Palazzo del Provveditorato alle opere pubbliche per la Sicilia;
San Cristoforo (1934) a fianco del palazzo delle Poste;
La tessitrice (1936) all'ingresso monumentale di via Roma;
Santa Silvia (1967) al Foro Italico;
allegoria del Lavoro del Palazzo della Civiltà Italiana a Roma;
Ritratto di Alfonso Sansone oggi al Museo del Risorgimento di Palermo;
Ritratto di Giuseppe Mulè oggi alla Galleria d'Arte Moderna di Palermo;
Bibliografia
Gioacchino Barbera, DELISI, Benedetto, in Dizionario biografico degli italiani, XXXVI volume, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1988. URL consultato il 7 ottobre 2013.
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