Enrico Prampolini (Modena, 20 aprile1894 – Roma, 17 giugno1956) è stato un pittore, scultore, scenografo e costumistaitaliano.
Scenografia futurista del film Thaïs
Biografia
Allievo di Duilio Cambellotti all'Accademia delle belle arti di Roma, fu un esponente di primo piano del Futurismo ed ebbe stretti contatti con i rappresentanti delle avanguardie artistiche europee, con il dadaismo con la Section d'Or, il Bauhaus, il De Stijl, il gruppo Abstraction-Création, con Pablo Picasso, Piet Mondrian, Vasilij Kandinskij e Jean Cocteau, operando teoricamente e praticamente anche nel settore dell'architettura.
Opera di Enrico Prampolini
Dal 1913 per un periodo collabora con la rivista mensile milanese Varietas.[1] Il 10 febbraio 1914 fu iniziato in Massoneria nella Loggia Giosuè Carducci di Reggio Emilia.[2] Nel 1917 fonda con Bino Sanminiatelli la rivista Noi, e nello stesso anno cura le scenografie per i film di ispirazione futurista Thaïs e Perfido incanto entrambi diretti da Anton Giulio Bragaglia, per i quali crea interni di tipo onirico e soffocante, anticipando, secondo alcuni commentatori i contenuti del cinema d'avanguardia francese e russo e dell'espressionismo tedesco.[3]
Prampolini occupa un posto a sé nel panorama europeo dell'arte astratta, caratterizzandosi per il suo profondo interesse per il dinamismo e l'organicismo, che si manifesta negli anni trenta e quaranta in visioni cosmiche e oniriche. Nel 1927 fonda il Teatro futurista di Prampolini. Nel 1928 concepisce il Padiglione Futurista all'Esposizione del Valentino a Torino, eseguito da Fillia e Pino Curtone.[4]
Con Fillia realizza nel 1933 un grande mosaico Le comunicazioni per la torre del Palazzo delle Poste della Spezia. Nel 1934 organizza, con Fillia e Defilippis, a Genova, la Prima Mostra di Plastica Murale per l'Edilizia Fascista[5], fortemente voluta da Marinetti, risultandone infine vincitore con l'opera Sintesi cosmica dell'Italia fascista, davanti ad Alf Gaudenzi e Giovanni Braggion.[6]
Dopo l'esperienza futurista realizza anche opere polimateriche e, sempre alla ricerca del divenire della materia, dipinge opere bioplastiche, in cui appare talora influenzato da visioni del microcosmo. Suo intento fu, come disse lui stesso, esprimere le estreme latitudini del mondo introspettivo.
Prampolini, assieme a Alberto Magnelli, Mauro Reggiani, Atanasio Soldati, può considerarsi il pioniere dell'astrattismo in Italia[7]. Muore nel 1956 ed è sepolto nel Cimitero del Verano. Nel 1963-64 una sua opera è esposta alla mostra Peintures italiennes d'aujourd'hui, organizzata in medio oriente e in nordafrica.[8]
Produzione scenografica
La sua produzione più tipica è da ricercare nei bozzetti per scenografie: fu anche titolare della cattedra di scenografia all'Accademia di Brera. Nel 1944 è segretario del Sindacato italiano scenografi, nel 1945 diviene direttore artistico della Compagnia Balletti Russi Alanova, con la quale progetta costumi e scene per le varie rappresentazioni in vari teatri italiani. Tra le sue innumerevoli interessanti opere particolarmente suggestiva è Maternità cosmica, conservata alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
L'archivio personale dell'artista è stato donato dagli eredi al Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive del Comune di Roma nel 1992 ed è consultabile on-line nell'ambito del progetto Archivi del Novecento.
Opere
Beguinage, 1914
La geometria della voluttà, 1923
Marinetti polimaterico, 1924
Ritratto di Marinetti, 1925
Sintesi plastica del Duce, 1925
Sintesi cosmica dell'Italia fascista, 1934
Apparizione dell'essere unicellulare, 1935
Figura nello spazio I (Organismo nello spazio), 1937
Vittorio Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo ed., Roma, 2005, p. 227.
Cfr. Jacopo Comin, Appunti sul cinema d'avanguardia, in Bianco e nero, n. 1, gennaio 1937.
Mulazzani, Marco, Il dibattito sulle arti applicate e l'architettura; In Ciucci, Giorgio e Giorgio Muratore (a cura di), Storia dell'architettura italiana. Il primo Novecento. Milano 2004, p. 105.
XLI Mostra della Galleria di Roma con le opere del pittore futurista Enrico Prampolini, Istituto Grafico Tiberino, Roma, 1941
Dorfles G., Galleria Del Flore. Mostra d'inaugurazione. Alberto Magnelli, Enrico Prampolini, Mario Radice. Mauro Reggiani, Galleria del Fiore, Milano, 1954
Courtion P., Enrico Prampolini, De Luca editore, Roma, 1957
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