Florence Henri (New York, 28 giugno 1893 – Compiègne, 24 luglio 1982[1][2][3]) è stata un'artista franco-svizzera[2] che si è principalmente concentrata sulla fotografia e sulla pittura, oltre che alla composizione pianistica.
Nella sua infanzia, viaggiò in tutta Europa, trascorrendo parte della sua giovinezza a Parigi, Vienna e nell'Isola di Wight.[4][2]Studiò a Roma, dove incontrò i futuristi, trovando ispirazione nel loro movimento. Dal 1910 al 1922 studiò pianoforte a Berlino, sotto la guida di Egon Petri e Ferruccio Busoni. Si ritrovò bloccata nel continente a Berlino durante la prima guerra mondiale, sostentandosi componendo brani di pianoforte per film muti. Tornò a Parigi nel 1922, per frequentare l'Académie André Lhote, e vi partecipò fino alla fine del 1923. Dal 1924 al 1925 studiò con i pittori Fernand Léger e Amédée Ozenfant all'Académie Moderne. La formazione artistica più importante di Henri avvenne nel Bauhaus di Dessau, nel 1927, dove studiò con i maestri Josef Albers e László Moholy-Nagy, che la introdussero al medium della fotografia. Ritornò a Parigi nel 1929 dove iniziò a sperimentare e a lavorare con la fotografia fino al 1963. Infine si trasferì a Compiègne, dove concentrò le sue energie sulla pittura fino alla fine della sua vita nel 1982.[3] Il suo lavoro comprende fotografia sperimentale, pubblicità e ritratti, molti dei quali hanno rappresentavano altri artisti dell'epoca.[3]
Florence Henri nacque a New York da padre francese e madre tedesca.[5] Dopo la morte della madre nel 1895, Henri e suo padre iniziarono a viaggiare a causa del suo lavoro come direttore di una compagnia petrolifera. Henri iniziò a studiare musica a Parigi all'età di nove anni.[6] Nel 1906, Henri e suo padre si stabilirono sull'isola di Wight in Inghilterra dove suo padre morì nel 1908.[6] Dopo la morte del padre, Henri andò a vivere a Roma[7] con Gino Gori, un poeta che introdusse Henri ai movimenti artistici d'avanguardia.[6]
Nel 1912 o 1913 Henri si trasferì a Berlino[7][2] per continuare i suoi studi musicali[2] con il pianista-compositore Ferruccio Busoni.[6] In Germania fu influenzata dal modello della Neue Frau ("Donna Nuova"), spingendola a rappresentarsi con un'identità sessuale fluida.[7] Quando scoppiò la prima guerra mondiale nel 1914, Henri rimase bloccata a Berlino con il suo salario congelato. Per guadagnarsi da vivere, Henri sfruttò il suo background da pianista e compose musica per film muti.[6] Dopo aver visitato l' Accademia delle Arti di Berlino, Henri decise di dedicarsi alla pittura invece della musica. Durante questo periodo, Henri si concentrò sullo studio di figure e sui paesaggi. Durante questo periodo, incontrò il critico e storico dell'arte ebreo tedesco Carl Einstein[2][6] che ne divenne un mentore e un caro amico fino alla sua morte nel 1940.[6] Dopo la prima guerra mondiale, Henri studiò con artisti come Johann Walter-Kurau e Vasily Kandinsky.[6]
Nel 1924 Henri decise di trasferirsi a Parigi[2] ma ebbe difficoltà a ottenere i permessi per vivere in Francia. Il 18 giugno 1924 Henri sposò Karl Anton Koster a Lucerna. Fu un matrimonio di convenienza per Henri, per ottenere il permesso di risiedere in Francia. Koster e Henri avrebbero divorziato nel 1954.[6]
Studiò prima all'Académie Montparnasse[2], poi nel 1925 Florence Henri si iscrisse all'Académie Moderne[2][6] per studiare con Fernand Léger e Amédée Ozenfant.[6] Nell'estate del 1925, il pittore polacco Victor Yanaga Poznanski organizzò l'"Exposition International. L'Art d'Aujourd'hui". Fu la prima mostra internazionale di arte d'avanguardia a Parigi dalla prima guerra mondiale. Oltre a Henri, altri artisti della mostra includevano Piet Mondrian, Paul Klee e Pablo Picasso.[6] Dopo aver esposto opere all'Exposition de l'Académie Moderne alla Galerie Aubier nel marzo 1927, Henri si iscrisse al Bauhaus di Dessau,[6][2] dove avrebbe studiato pittura con Josef Albers.[2]
Il lavoro di Florence Henri ha occupato un posto centrale nel mondo della fotografia d'avanguardia alla fine degli anni '20. Divenne membro del collettivo Cercle et Carré nel 1929.[3] Al Bauhaus, Henri incontrò László Moholy-Nagy[8][2] e si iscrisse al suo corso estivo di fotografia.[7] Si trasferì a casa di Moholy-Nagy e divenne un'amica intima di sua moglie Lucia Moholy che la incoraggiò a dedicarsi alla fotografia.[2]
Nel 1928 abbandonò la pittura e nel 1929 aprì il proprio studio come fotografa freelance professionista.[2]
Uno dei suoi autoritratti fu pubblicato da Moholy-Nagy in i10 Internationale Revue.[5] Le sue fotografie in bianco e nero si rifacevano infatti al Neue Sehen ("Nuova Visione") del suo maestro.[7] La critica di Moholy-Nagy riconosce che le sue fotografie soddisfano il principio dello "straniamento" in cui "i riflessi e le relazioni spaziali, le sovrapposizioni e le penetrazioni vengono esaminate da un nuovo angolo di prospettiva". Molte delle sue fotografie incorporavano specchi; Henri usava specchi per le proprie auto-drammatizzazioni, in lavori commerciali e per realizzare ritratti di amici come Jean Arp, Petra Van Doesburg, Sonia Delaunay, Wassili Kandinsky, Fernand Léger e Margarete Schall.
Nel 1930 espose all'Esposizione Internazionale "Das Lichtbild" The Photograph a Monaco di Baviera.[2] L'anno dopo espose gli scatti alla mostra "Foreign Advertising Photography" a New York. Il suo lavoro venne paragonato a quello dei fotografi Man Ray, László Moholy-Nagy e Adolphe Baron de Mayer, nonché al vincitore del primo premio alla mostra e direttore del Bauhaus, Herbert Bayer. Così si unì ai ranghi delle icone delle avanguardie di questo periodo. L'importanza del suo lavoro fu riconosciuta in mostre personali e pubblicazioni su varie riviste, tra cui NZ Wochenschau. Realizzò una serie di fotografie della ballerina Rosella Hightower.
Dopo aver aperto il suo studio di ritrattistica a Parigi nel 1928, nel 1930 teneva corsi propri che avevano come studenti futuri fotografi di successo come Gisèle Freund e Lisette Model.[9]
Con l'avvicinarsi della seconda guerra mondiale e dell'occupazione dei nazisti, ci fu un notevole declino nel suo lavoro fotografico che sarebbe stato considerato arte degenerata.[10][2] I materiali fotografici sarebbero diventati sempre più difficili da ottenere e Florence Henri tornò alla pittura astratta fino alla sua morte negli anni '80.[11][2]
Il lavoro di Henri fu ispirato dalle avanguardie artistiche, tra cui il costruttivismo e il cubismo.[2] Nelle sue fotografie è caratteristico l'uso degli specchi; uno dei suoi scatti più celebri è un autoritratto con uno specchio e due palle.[2][7] Molti suoi soggetti erano tipicamente femminili o nature morte.[2] L'uso di linee e dettagli deriva dal movimento della Neue Sehen di Albert Renger-Patzsch.[2]
Il suo lavoro fu rivalutato durante il femminismo negli anni Settanta del Novecento e portò alla prima mostra personale dopo quattro decenni nel 1974, il che diede il via a una serie di mostre personali e collettive con artiste dell'epoca.[2]
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