Giovan Pietro Rizzoli, talvolta Ricci o Rizzo, detto Giampietrino (1480/1485 – 1553), è stato un pittoreitaliano, attivo tra il 1508 ed il 1549 a Milano, allievo di Leonardo Da Vinci ed esponente della scuola rinascimentale lombarda.
Adorazione del Bambino con San Rocco e angeli musicanti, Milano, Pinacoteca Ambrosiana
Gli studiosi sono oggi concordi nell'attribuire a Giovanni Pietro Rizzoli il corpus di opere da tempo raccolte sotto il nome generico di Giampietrino[3][4]. L'intera cronologia delle opere è ancora dibattuta dai critici. Tra le opere giovanili vi sono una Madonna con il Bambino del Museo Poldi Pezzoli di Milano, la Natività e il Cristo deriso dell’Accademia Albertina di Torino, la Madonna del latte della Galleria Borghese e il Compianto della Gemäldegalerie di Berlino.
L'atmosfera sfumata della pittura di Leonardo da Vinci si ritrova nell'unica opera di cui si possegga il contratto originale della commissione, del 1521: una Madonna con Bambino e i Santi Michele e Gerolamo dipinta per la chiesa di San Marino a Pavia, a cui si aggiungono evidenti richiami alla pittura di Cesare da Sesto e al suo classicismo vissuto in ambito romano.[4]
Particolarmente prolifica fu la produzione di piccoli dipinti destinati alla devozione privata dei collezionisti, spesso nei secoli successivi ritenuti opere autografe di Leonardo. Fra i temi più ricorrenti, vi furono naturalmente le Madonne con bambino; particolarmente apprezzata fu la Madonna della mela, che fu replicata più volte (Milano, Pinacoteca di Brera[5] e Pinacoteca del Castello Sforzesco[6], San Pietroburgo, Ermitage), felice sintesi di un modello raffaellesco (Madonna della seggiola) e dello sfumato leonardesco. Estremamente richiesti erano anche i sensuali e languidi nudi femminili, che andavano ad interpretare Maddalene penitenti, eroine bibliche o personaggi mitologici. La Giunone del Castello del Buon Consiglio di Trento, la Diana cacciatrice del Metropolitan Museum di New York, Minerva eVenere di raccolta privata probabilmente compongono una serie, così come la Sofonisba e la Didone della collezione Borromeo all’Isola Bella[7].
A Giampietrino è attribuita una delle copie più fedeli a noi pervenute dell'Ultima cena di Leonardo, dipinta attorno al 1515 prima che l'originale si deteriorasse. Il dipinto, al quale potrebbe aver lavorato in collaborazione con Giovanni Antonio Boltraffio, è di dimensioni quasi pari all'originale (3020 mm x 7850 mm). Storicamente venne conservato alla Certosa di Pavia fino alla sua soppressione, a seguito della quale fu acquistato nel 1821 dalla Royal Academy of Arts di Londra dove oggi è esposto. La cifra pagata per l'acquisto fu la più alta mai pagata dall'accademia britannica per l'acquisto di un dipinto[8]. Strettamente derivata da una perduta opera di Leonardo è anche la celebre la Leda inginocchiata con i figli degli Staatliche Museen di Kassel.
Fra le sue opere di maggiore impegno vi sono alcune importanti pale d'altare. Ancora vicina al ductus leonardesco, libero dalle influenze romane di Cesare da Sesto e semmai vicino a Marco d'Oggiono, è il trittico dell'abbazia dei Gerolamini di Ospedaletto Lodigiano del 1515.[4] Successivi furono il polittico per la Basilica di San Magno a Legnano, ancora in loco, il polittico del Museo Bagatti Valsecchi di Milano[9], l'Adorazione del Bambino con San Rocco e angeli musicanti, già nella chiesa di San Sepolcro a Milano oggi nella Pinacoteca Ambrosiana, probabilmente dipinta in occasione dell'epidemia di peste che flagellò Milano dal 1524 al 1529[10].
Negli ultimi decenni l'orizzonte di Giovanni si accosterà sempre più alle emergenti istanze manieristiche rintracciabili, ad esempio, nella Madonna di Loreto coi Santi Giovanni Battista e Caterina della Chiesa di Sant'Ambrogio a Ponte Capriasca, nella Natività (Museo Civico di Belle Arti di Lugano) e in soggetti mitologici dal tratto languido e sensuale.[4] In esse emerge un classicismo che ricorda le coeve opere del Luini.
Maddalena, Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano
Madonna col Bambino e i santi Gerolamo e Michele, Szépmûvészeti Múzeum a Budapest
Cristo portacroce con un soldato, Museo diocesano (Milano)
Ultima cena da Leonardo, Royal Academy of Arts di Londra
Lucrezia Romana, Chazen Museum of Art, University of Wisconsin-Madison
Opere
Milano
Tra le opere a lui attribuite si trovano, custodite nella Pinacoteca di Brera:
Maddalena seduta in preghiera
Maddalena (a mezza figura, da attribuire, secondo Carlo Pedretti, a Leonardo Da Vinci).
Madonna col Bambino (58x49 cm, olio su tela, 1520 circa)
Cristo con il simbolo della Trinità (73x56cm, olio su tavola)
Maria Maddalena penitente (49x39 cm, olio su tavola).
in collezione privata
Salomè con la testa di san Giovanni Battista, già Budapest - Monaco, collezione Marczell Nemes
Madonna delle ciliegie, già Budapest, collezione Marczell Nemes[11]
Madonna che allatta Gesù Bambino (65x48 cm, Olio su tavola di legno di pioppo, 1520 circa)
Madonna col Bambino e i santi Elisabetta e Giovannino (65x54 cm, Olio su tavola)
Ecce Homo (62x50 cm, Olio su tavola)
Madonna con Bambino con San Giacomo e San Michele Arcangelo (61x74 cm, olio su tavola)
Note
RIZZOLI, Giovanni Pietro, detto Giampietrino o Gianpietrino di Cristina Quattrini - Treccani, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 87 (2016)
G.P. Lomazzo, Rime ad imitazione de i grotteschi usati da pittori, […] con la vita dell’auttore descritta da lui stesso in rime sciolte, Milano 1587, a cura di A. Ruffino, Roma 2006, p. 455;
grazie ad un profilo documentato, dal 1508 al 1549, in cui è attestato l'inizio della sua produzione nella preparazione di alcuni "cartoni di arazzi per il Duomo di Milano" oggi perduti; questo ha consentito di escludere definitivamente l'attribuzione delle opere di Giampietrino a Giovanni Belmonte oppure a Giovanni Pedrini a cui alternativamente erano state in precedenza attribuite.
Cristina Geddo, "Giovan Pietro Rizzoli detto il Giampietrino: Didone e Sofonisba". in "Capolavori da scoprire. La collezione Borromeo", catalogo della mostra a cura di M. Natale con la collaborazione di A. Di Lorenzo (Milano, Museo Poldi Pezzoli, 2006-2007), Milano, Skira, 2006, pp. 200-207 n. 22
Cristina Geddo, "Leonardeschi tra Lombardia ed Europa: i 'Giampietrino' della Mitteleuropa". "Lombardia ed Europa. Incroci di storia e cultura", a cura di D. Zardin, Milano, Vita e Pensiero, 2014, pp. 69-108
Bibliografia
Cristina Geddo, Le pale d'altare di Giampietrino: ipotesi per un percorso stilistico, in “Arte Lombarda”, 101, 1992, pp.67–82 (https://unige.academia.edu/CristinaGeddo,ad vocem[collegamento interrotto], con estratti in inglese e francese).
Cristina Geddo, La Madonna di Castel Vitoni del Giampietrino, in “Achademia Leonardi Vinci”, VII, 1994, pp.57–67 (52 tavv.); Appendice. Per i disegni del Giampietrino, ivi, p.67 (https://unige.academia.edu/CristinaGeddo,ad vocem[collegamento interrotto], con estratti in inglese e francese).
Cristina Geddo, La pala di Pavia del Giampietrino: documenti sulla committenza, in “Bollettino della Società Pavese di Storia Patria”, XCV, XLVII, 1995, pp.235–253 (https://unige.academia.edu/CristinaGeddo, ad vocem, con estratti in inglese e francese).
Miklós Boskovits, Giorgio Fossaluzza, La collezione Cagnola. I dipinti, Busto Arsizio, Nomos Edizioni, 1998.
Cristina Geddo, Disegni leonardeschi dal Cenacolo. Un nuovo nome per le Teste di Strasburgo, in “Tutte le opere non son per istancarmi”. Raccolta di scritti per i settant'anni di Carlo Pedretti, a cura di F. Frosini, Roma, Edizioni Associate, 1998, pp.159–172.
Cristina Geddo, Appunti sulla cronologia del Gianpietrino, in Arte e storia di Lombardia. Scritti in memoria di Grazioso Sironi, s.l. [Roma] (Biblioteca della “Nuova Rivista Storica”, 40), 2006, pp.255–262.
Cristina Geddo, Leonardeschi tra Lombardia ed Europa. I ‘Giampietrino’ della Mitteleuropa, in Lombardia ed Europa. Incroci di storia e cultura, a cura di D. Zardin, Milano, Vita e Pensiero, 2014, pp.69–108 (https://unige.academia.edu/CristinaGeddo,ad vocem[collegamento interrotto]).
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