Augusto III di Polonia in costume polacco (1737 circa)
Figlio di Israel Silvestre[1][2][3], da cui apprese i rudimenti dell'arte[1][3], si formò alla scuola di Charles Le Brun[4] e Bon Boullogne[3][5]. Nel 1694 partecipò al Prix de Rome, ma non vinse[1]. Visitò comunque Roma, dove conobbe Carlo Maratta, Venezia, la Lombardia[4] ed il Piemonte[1]. Ritornato a Parigi, divenne membro dell'Accademia reale di pittura e scultura nel 1702 con l'opera Formazione dell'uomo da Prometeo[4]. Nel 1704 ne divenne assistente professore e nel 1706 professore[1]. Operò principalmente a Parigi[5] e, tra il 1716 ed il 1741, a Dresda e Varsavia[5], essendo divenuto primo pittore del re Augusto II di Polonia[4]. Nel 1726 fu nominato direttore dell'Accademia di pittura di Dresda[4]. Nel 1741 entrò a far parte della nobiltà, divenendo quindi Louis de Silvestre, e nel 1748 richiese l'autorizzazione per rientrare in patria, dove successe ad Antoine Coypel nella direzione dell'Accademia reale di pittura e scultura[4]. Luigi XV gli concesse una pensione di 1000 corone e un appartamento al Louvre[2]. Espose al Salon nel 1750 e nel 1757[4].
Louis Silvestre si dedicò soprattutto alla rappresentazione di soggetti religiosi e mitologici e all'esecuzione di ritratti[5].
A Parigi ricevette importanti commissioni per chiese cittadine, come una serie di nove scene dalla Vita di San Benedetto, che evidenziano il suo legame con la tradizione di Eustache Le Sueur e la similarità di stile con Jean Jouvenet[4]. Mentre la vasta composizione San Pietro e il paralitico (1703), realizzata per la Cattedrale di Notre-Dame, come pure il Mosè salvato dalle acque (1708) rivelano reminiscenze del classicismo di Nicolas Poussin[4]. Di diversa ispirazione sono invece le sue opere di soggetto mitologico, fortemente influenzate dallo stile di Charles de La Fosse (Apollo e Dafne, Perseo e Andromeda)[4]. Le opere realizzate per la corte sassone non furono purtroppo risparmiate dalla furia della Seconda guerra mondiale[4]. Sono giunti ai nostri giorni parecchi suoi ritratti, realizzati nella tradizione di Hyacinthe Rigaud e Nicolas de Largillière, come ad esempio quelli dei membri della casa di Sassonia e dell'alta società di Dresda e Varsavia[4]. Nella vasta produzione di opere di Silvestre si possono perciò notare vari tipi di influssi stilistici, che però raramente furono sintetizzati in modo originale[4].
Harald Marx: Silvestre, Louis de. In: Neue Deutsche Biographie (NDB). Band 24, Duncker & Humblot, Berlin 2010, ISBN 978-3-428-11205-0, S. 418–420 (Digitalisat).
Dorota Ewa Olczak: Louis de Silvestre (1675 - 1760) als Porträtmaler in Dresden: über Vorbilder und Vorlagen seiner Kunst mit kritischem Werkkatalog; Teil 1; [Teil 2] / vorgelegt von Dorota Ewa Olczak . - [Mikrofiche-Ausg.] 2013. - 167, 422 S., Berlin, Freie Univ., Diss., 2013.
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