Nicola Malinconico, o Nicolò (Napoli, 8 agosto1663 – Napoli, 25 marzo1726), è stato un pittoreitaliano tardo-barocco.
Nicola Malinconico, Natura morta, olio su tela, Pinacoteca metropolitana di Bari
Biografia
Figlio di Andrea Malinconico[1] e di Antonia De Popoli figlia del pittore Giacinto De Popoli[2], le prime lezioni le ebbe nella bottega paterna, insieme a suo fratello maggiore Oronzo, con il quale lavorò per la realizzazione di alcune opere.[3] Successivamente divenne discepolo di Massimo Stanzione, poi di Andrea Belvedere e viene infine descritto come seguace di Luca Giordano, tanto da essere chiamato a sostituirlo - quando questi andrà in Spagna - per realizzare la pala Martirio di sant'Alessandro, nel'abside del duomo di Bergamo, nel 1693.[4]
Prima di terminare quest'opera, il 21 gennaio 1694 gli vennero commissionate dieci tele, per la chiesa di Santa Maria Maggiore di Bergamo, tra cui una Madonna Immacolata e un Sogno di San Giuseppe.[5][6] Per la Parrocchiale di Stezzano (Bg) ha dipinto la pala per il vecchio Altare Maggiore "Madonna con Bambino tra i santi Giovanni Battista e Pietro" ora nella cappella di San Giovanni.
Molte furono le sue opere su tela di carattere religioso; il suo stile risente sia del cromatismo del Giordano, sia della maniera di solimeliana, appresa in un viaggio in Spagna. Ha dipinto l'abside della Chiesa di San Michele Arcangelo ad Anacapri, oltre ad opere che richiamavano i lavori di Pietro Paolo Bonzi e di Paolo Porpora.
Nel 1700 sposò Rosa Teresa De Magistris, dalla quale ebbe numerosi figli, tra i quali Carlo che proseguì il lavoro del padre.[7]
Intorno al 1700 il vescovo Oronzo Filomarini gli commissionò la decorazione della cattedrale di Gallipoli. Completò grandi tele, aventi come soggetto: Cristo scaccia i mendicanti dal tempio nella contro-facciata; Entrata in Gerusalemme, Il miracolo dello zoppo, La sepoltura di Sant'Agata. Sul soffitto dipinse Sant'Agata ferma l'eruzione dell'Etna; Sant'Agata visita San Pietro in cella; la Gloria di Sant'Agata, Processo e condanna di Sant'Agata (1715) e Martirio di San Sebastiano.
Autore della tela della Madonna delle Grazie tra Sant'Ignazio di Loyola e Sant'Anna (1707), nell'Abbazia di Santa Maria Maddalena in Armillis, in Sant'Egidio del Monte Albino.
A Napoli, nella chiesa di Santa Maria Donnalbina, realizzò intorno al 1701 un vasto ciclo di dipinti: l'affresco della controfacciata con Cristo che entra in Gerusalemme e le tele del soffitto con Assunzione (firmata) e Sant'Agnello che scaccia i Saraceni da Napoli, nonché otto figure affrescate di Santi, tra le finestre.[8]
Nicola e Oronzo Malinconico, Martirio di Sant'Alessandro, Duomo di Bergamo 1695
Un secondo ciclo di pitture fu completato con l'aiuto del figlio Carlo.[9]
Queste opere di Nicola Malinconico decorano gli altari laterali della Chiesa di Santa Maria della Mercede e Sant'Alfonso Maria de' Liguori, a Napoli: San Francesco d'Assisi, II a destra; San Nicola di Bari, III a destra; San Carlo Borromeo, I a sinistra; San Francesco di Paola, II a sinistra.
A Malinconico sono attribuiti due dipinti conservati nel Santuario dell'Immacolata Concezione a Frattamaggiore; questa paternità sarebbe documentata da una partita di 20 ducati, saldata e registrata da atti bancari nel 1708.
Opere
Natura morta con pavone, Accademia di belle arti di Vienna
Martirio di sant'Alessandro, (1693–94), pala d'altare maggiore nel Duomo di Bergamo
Assunta in cielo con san Tommaso Becket chiesa Madre, già cattedrale di Santa Maria Assunta, Mottola
Affreschi con l'Assunzione di Maria sul soffitto e scene dell'Antico Testamento sulle pareti nella sacrestia Chiesa dei Santi Apostoli (Napoli), (1725-1726)
Il buon samaritano, Palazzo Pretorio (Prato), Prato
Madonna con il Bambino e i santi Gennaro e Francesco da Paola, Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, Napoli
Sant'Anna e la Vergine bambina, Chiesa di San Giuseppe a Chiaia, Napoli
Grande decorazione (59 scene in totale) con la vita di sant'Agata, Duomo di Gallipoli (dipinto con il figlio Carlo Malinconico)
Compianto sul Corpo di Abele, (olio su tela), Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli[12]
Predicazione di Santa Rosa da Viterbo , (olio su tela), Basilica di San Bernardino, L'Aquila
Onorificenze
Nel 1703 fu nominato Cavaliere, e nel 1706 ebbe il titolo di Conte. Era così orgoglioso di quest'ultimo titolo che firmò alcune sue opere con lo stesso.
Galleria d'immagini
il buon samaritano, 1703-06, Museo di Palazzo Pretorio, Prato
Chiamata di San Matteo, Pinacoteca metropolitana di Bari
Glorificazione della Vergine, 1700 c., Museo nazionale d'arte della Catalogna, Barcellona
Nozze di Cana, 1724, refettorio Certosa di San Martino, Napoli
Note
Pietro Napoli Signorelli, Vicende Della Coltura Nelle Due Sicilie, ed. Flauto, 1784.
Sogno di San Giuseppe, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia beni culturali. URL consultato il 1º agosto 2016.
Opere d'arte di Nicola Malinconico, su arteantica.eu, Arte antica.wu. URL consultato il 1º agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2016).
Anna Caputi, Raffaello Causa, Raffaele Mormone (a cura di), La Galleria dell'Accademia di Belle Arti in Napoli, Napoli, Banco di Napoli, 1971, SBNIT\ICCU\NAP\0178087.
M. A. Pavone, Pittori napoletani del '700 Nuovi documenti. Appendice documentaria di U. Fiore, Napoli 1994, doc. 6, pp.76–77.
B. De Dominici, Vita de' pittori scultori e architetti napoletani, Napoli 1742-1745, III, pp.120 e 446.
Achille della Ragione, Nicola Malinconico pittore di natura morta, Napoli, 2009.
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