Si dedicò quasi esclusivamente al ritratto di rappresentanza, tipico sul finire del XIX secolo. Contribuì, insieme a Giulio Musso, ad affrescare i saloni del Municipio, la chiesa e l'atrio dell'Ospedale Civile di Asti.
Alcune sue opere sono presenti nella Pinacoteca Civica di Asti.
Negli ultimi 15 anni della sua vita, a causa della sua avversione al regime fascista, venne esonerato dall'insegnamento e lasciato ai margini della società astigiana.[1]
Opere
Grandi italiani del Risorgimento (1898), diciotto ritratti, Asti, Pinacoteca Civica
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