La struttura inoltre è dotata di un ampio giardino dove sono collocate sculture in bronzo, due austere colonne d'età romana (provenienti dal sito archeologico dell'antica Tauriana) e una copia dell'antica Fontana della Palma.
Storia
La sua costruzione iniziò nel 1968 per volontà dell'amministrazione comunale del tempo e sotto gli auspici dell'onorevole Giacomo Mancini, allora Ministro dei lavori pubblici. L'edificio venne inaugurato il 17 gennaio 1982[3] ed intitolato allo scrittore palmese Leonida Repaci nel novembre del 1984.[4] La struttura ha una superficie di oltre 2.000m² e la sua costruzione fu finanziata dall'assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Calabria, progettata da tecnici del Provveditorato delle Opere Pubbliche di Catanzaro e realizzata da maestranze reggine.[5]
Pinacoteca Leonida ed Albertina Repaci
La pinacoteca "Leonida ed Albertina Repaci" conserva oltre 200 opere d'arte donate dallo scrittore Leonida Repaci e dalla moglie Albertina alla città di Palmi.[6] La preziosa collezione è, ad oggi, una delle più importanti pinacoteche d'arte moderna e contemporanea dell'Italia meridionale.[7]
Nel 2014 la pinacoteca ha aggiunto alla propria collezione alcuni quadri di valore appartenuti al senatore Emilio Argiroffi, donati al comune di Palmi dalla sorella del parlamentare.[8]
Il museo etnografico fu fondato nel 1955[11] su iniziativa di Antonino Basile, Nicola De Rosa, Giuseppe Pignataro, Luigi Lacquaniti, Francesco Salerno, Francesco Cipri e Antonino Nasso, e venne collocato all'interno di Palazzo San Nicola.[12] Trasferito nel 1984 nella Casa della cultura, il museo al suo interno custodisce oggetti della quotidianità, della fede, e del folclore della Calabria,[13] divisi in sezioni quali: il ciclo dell'anno, il ciclo della vita umana, l'agricoltura, la marineria,[14] la religiosità popolare, i costumi e l'arte popolare.[11]
Il museo è stato riconosciuto di importanza internazionale dall'UNESCO e, nel suo genere, è il più importante dell'Italia meridionale.[6]
Opere
duplicato, in scala ridotta, del carro votivo della Varia di Palmi;
cappe di spine, chiamate spalas, usate nella processione di San Rocco a Palmi;[11]
ex-voto in cera usati nella festa di San Rocco a Palmi, ed in altre feste di Oppido Mamertina e Laureana di Borrello;
La biblioteca Comunale "Domenico Topa" di Palmi venne istituita nel 1890,[15] per volontà di alcune personalità tra le quali l'onorevole Rocco De Zerbi.[16] La struttura fu distrutta dal terremoto del 1908 e dalla prima guerra mondiale,[16] pertanto venne ricostruita nel 1927 quando venne nominato direttore Luigi Lacquaniti.[15] La biblioteca venne collocata nel 1932 all'interno del nuovo Palazzo San Nicola,[12] ed il direttore della struttura chiese, ad alcuni intellettuali dell'epoca, di contribuire alla ricostruzione della biblioteca donandole dei volumi. Tale appello venne accolto da Francesco Cilea, Benedetto Croce, Francesco Pentimalli e Leonida Repaci.[16] Nel 1943 venne approvato uno statuto di regolamento della biblioteca[15] e, in quello stesso anno, la struttura si arricchì di una donazione fatta dal paletnologo Domenico Topa,[16] a cui venne intitolata in seguito la biblioteca.[16] La donazione di Domenico Topa era costituita essenzialmente da volumi sulla storia della Calabria e da un "fondo antico" comprendente volumi del XVI secolo, del XVII secolo e del XVII secolo, tra cui una copia del "Codice Purpureo" di Rossano.[17] Nel 1982 la biblioteca venne spostata dai piccoli locali di Palazzo San Nicola alla sua attuale sede della Casa della cultura.[16] Nel 2014 la biblioteca ha aggiunto altri 2.000 volumi, risalenti al XVI secolo ed al XVIII secolo ed appartenuti al senatore Emilio Argiroffi, donati al comune di Palmi dalla sorella del parlamentare.[8]
Oggi la biblioteca è dotata di circa 122.000 volumi[15] ed è uno dei 12 Distretti Bibliotecari della Calabria.[18] Le sezioni in cui è suddivisa la biblioteca sono le seguenti:[15]
Sezione "Francesco Cilea", con volumi sulla musica e sulla storia della musica;
Sezione "Marta Remte Guerrisi", con volumi sull'arte e sulla storia dell'arte;
Sezione "Guglielmo Romeo", con volumi sulla narrativa, sulla saggistica e con le enciclopedie;
Sezione "Francesco Antonio Repaci", con volumi sull'economia e sulla scienza delle finanze;
Sezione "Leonida Repaci", con volumi sulla letteratura, sull'arte e sulla saggistica;
Sezione "Domenico Zappone", con volumi sulla letteratura contemporanea;
Sezione "Attilio Zagari", con volumi sulla letteratura italiana, sulla letteratura latina e sulla letteratura greca;
Sezione "Antonino Basile", con volumi sull'etnografia, sulle tradizioni popolari e sul folklore;
Sezione "Domenico Antonio Cardone", con volumi sulla filosofia, sulla storia della filosofia e sulla religione.
La biblioteca inoltre è dotata di:
un'emeroteca, nella quale sono conservati i quotidiani e le riviste editi a Palmi tra i primi dell'Ottocento e i primi del Novecento;[15]
una videoteca comprendente tematiche diverse, dal teatro di Carlo Goldoni, Luigi Pirandello, Eduardo De Filippo, alla storia con documenti originali sulla prima e seconda guerra mondiale, all'ecologia con documentari curati dal WWF, all'arte con filmati su opere artistiche e tecniche del restauro ed, infine, a cortometraggi geografici. La videoteca conserva inoltre un filmato sulla città di Palmi, girato dopo il terremoto del 1908;[15]
una mediateca che fornisce l'accesso gratuito ad internet.[19]
Antiquarium Nicola De Rosa
Nell'antiquarium "Nicola De Rosa" sono custoditi dei reperti provenienti dall'antica città di Tauriana,[6][13] in un periodo compreso dal V secolo a.C. all'XI secolo,[6] oggetti ritrovati sui fondali del mare lungo la Costa Viola, materiali riferiti all'età del bronzo (provenienti dalla Grotta della Pietrosa di Palmi o da rinvenimenti sporadici nel territorio),[20] e materiale proveniente dall'area del Complesso di San Fantino e dalla località di Scinà, dove sorgeva una villa con la sua necropoli. Queste ultime due zone costituiscono il nucleo più consistente di materiale dell'antiquarium. Le epigrafi delle aree sepolcrali di San Fantino e di Scinà sono riferibili sia alla frequentazione pagana (I secolo d.C.-III secolo) che a quella cristiana (IV secolo-V secolo).[21]
Dai fondali del Lido di Palmi provengono le opere più importante dell'antiquarium è cioè un busto dell'imperatore Adriano, copia postuma e forse locale eseguita tra il 135 ed il 140 d.C., e due statue acefale di età ellenistica.[20]
Opere
Opere provenienti da Tauriana, nel dettaglio:
capitelli ionici e corinzi;
urne cinerarie;
lucerne;
iscrizioni funerarie;
ancore;
monete;
statuette in marmo;
anfore;
iscrizioni incise sul marmo, che avvalorano un insediamento cristiano a Tauriana ai tempi in cui San Paolo di Tarso si recò a Reggio Calabria.
Opere provenienti dalla Grotta della Pietrosa
Opere provenienti dall'area del Complesso di San Fantino, nel dettaglio:
ceramica a vernice nera;
colli di anfore greco-italiche (I secolo a.C.-III secolo a.C.);
Museo musicale Francesco Cilea e Nicola Antonio Manfroce
Nel museo musicale "Francesco Cilea e Nicola Antonio Manfroce", inaugurato nel 1962 presso Palazzo San Nicola[12] e trasferito in seguito nella Casa della cultura, è collocato un gran numero di materiale che testimonia l'intensa attività artistica dei due musicisti nativi di Palmi. Il museo raccoglie spartiti, bozzetti di scena, manoscritti e documenti[6] relativi all'attività del maestro Francesco Cilea.[25] Importante è anche l'epistolario dell'artista, che consta di circa 5.000 lettere,[25] e la documentazione fotografica della vita di Cilea.[25] La struttura conserva inoltre alcune miniature eseguite da Michele Cilea, fratello del maestro, ed uno spazio dedicato all'altro compositore palmese, Nicola Antonio Manfroce,[25] nel quale è conservata la quasi totalità dell'intera produzione dell'artista.[26]
Completano il museo una biblioteca musicale,[27] dei libretti d'opera, dei dischi e dei cimeli[28] nonché ritratti e fotografie con dedica di artisti internazionali quali Gioachino Rossini, Wolfgang Amadeus Mozart, Giacomo Puccini e Arturo Toscanini.
La gipsoteca "Michele Guerrisi",[6] inaugurata nel 1960[30] presso Palazzo San Nicola[12] e trasferita in seguito nella Casa della cultura, è una sezione del complesso museale che accoglie i calchi in gesso delle opere (statue e ritratti) di ispirazione classica dello scultore Michele Guerrisi,[31] nonché i suoi ritratti e bozzetti.[14] Gli originali in bronzo dei calchi sono opere di patrimoni privati o dei monumenti che si trovano sparsi per il territorio nazionale.[31] La sezione conserva un totale di 78 scultore attribuibili al Guerrisi.[12] La gipsoteca conserva degli acquerelli dello stesso autore,[12] donati al Comune di Palmi dalla moglie Marta Rempte.[31] Inoltre nella struttura sono collocate alcune sculture realizzate da Francesco Jerace,[12]Vincenzo Jerace,[12]Nicola Gullì,[31]Alessandro Monteleone[12] ed alcune tele di Antonio Cannata,[31]Attilio Zagari[31] e Giuseppe Palumbo.[31]
La Sezione di Archivio di Stato di Palmi
Lo stesso argomento in dettaglio: Sezione di Archivio di Stato di Palmi.
L'auditorium comunale
L'auditorium comunale è ospitato al piano terra dell'edificio ed è sede di concerti, conferenze, convegni, congressi, incontri, riunioni e dibattiti nonché di iniziative aventi finalità culturali patrocinate dal comune di Palmi o da altre istituzioni pubbliche. La sua capienza è di 260 spettatori.[32] Tra gli appuntamenti culturali vi sono:
il Concorso Nazionale di Esecuzione Musicale per Flauto e Musica d'insieme "Francesco Cilea";
AA. VV., Guida d'Italia - Calabria: dal Pollino all'Aspromonte le spiagge dei due mari le città, i borghi arroccati, Milano, Touring Editore, 2003, ISBN88-365-1256-9.
VV. AA., La collezione degli strumenti musicali del museo di entnografia e folklore "Raffaele Corso" di Palmi, in Incontri Meridionali, 1991.
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