Giuseppe Chiarolanza (Miano, 17 marzo 1864 – Napoli, 8 gennaio 1920) è stato un pittore italiano.
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Allievo di Alfonso Simonetti (1840-1892), all'Istituto di belle arti di Napoli, Giuseppe Chiarolanza seguì l'indirizzo e gli insegnamenti ricevuti, dipingendo quadri di genere e paesaggi ariosi. Fu vivace coloritore ed ebbe attitudini speciali, nel ritrarre gruppi di alberi e boschi ombrosi.
Esordì alla mostra della società Promotrice napoletana Salvator Rosa del 1880,[1] con Bosco di Capodimonte Studio dal vero (conservato a Napoli, dall'Amministrazione provinciale) dove mostrava, pur nell'impianto accademico dello studio, una libertà di modi che verrà confermata, nella produzione successiva, da una crescente attenzione per la resa del vero. I suoi paesaggi, talvolta scorci cittadini, ma in prevalenza studi di boschi e di campagne, apparvero con frequenza alle mostre napoletane, fino al 1906.
Nel 1890 fu chiamato a collaborare alla decorazione del Caffè Gambrinus di Napoli,[2] insieme ad altri pittori, tra cui (Luca Postiglione, Pietro Scoppetta, Vincenzo Volpe, Edoardo Matania, Attilio Pratella, Giuseppe Alberto Cocco, Giuseppe Casciaro, Gaetano Esposito, Vincenzo Migliaro e Vincenzo Irolli). Nello stesso anno il dipinto Lingua di cane nella real tenuta di Licola presentato alla Promotrice fu acquistato dal re Umberto I. Nel mio cortile presentato alla Promotrice napoletana del 1906 toccò in sorte a Vittorio Emanuele II. Artisti napoletani viventi : pittori, scultori ed architetti : opere da loro esposte, vendute e premii ottenuti in esposizioni nazionali ed internazionali 1916 Enrico Giannelli, Eduardo Dalbono.
Suoi quadri furono acquistati dalla Casa reale ed alcuni oggi si trovano nella pinacoteca del Museo di Capodimonte.
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