Specializzato in paesaggi e soggetti storici, fu uno dei primi specialisti nella rappresentazioni di vedute, raccogliendo l'eredità della scuola danubiana[1].
San Cristoforo trasporta il Bambin Gesù (1522), Monastero dell'EscorialSan Girolamo in un paesaggio roccioso, LondraBattesimo di Cristo, ViennaPassaggio agli Inferi, Madrid
Biografia
Formatosi a Bruges presso Gerard David, si trasferì ad Anversa dove nel 1515 si iscrisse alla locale gilda dei pittori. Una mancanza quasi assoluta di documentazione sulla sua vita e la sua opera rende particolarmente difficile la ricostruzione della sua attività, aggravata dalla confusione che si è accumulata nei secoli riguardo alle numerose opere non autografe ed alle mediocri derivazioni di seguaci e copisti[2]. Solamente cinque quadri sono firmati dall'artista[3]: Fuga in Egitto, San Girolamo (Karlsruhe), Battesimo di Cristo, San Girolamo (Madrid), Tentazione di sant'Antonio.
Molti altri gli sono stati attribuiti grazie a affinità stilistiche; a tal riguardo basti pensare che solo il museo del Prado ne espone ventuno.
In gioventù guardò sicuramente le opere di Hieronymus Bosch, dal quale riprese il gusto visionario e la particolare capacità di evocare scenari fantastici pieni di dettagli realistici assemblati in maniera fantasiosa[2]. La sua evoluzione artistica lo condusse alla produzione di opere paesaggistiche contenenti figure di grandi dimensioni, fino ad una miniaturizzazione delle stesse, tale da renderle elementi di un microcosmo[4].
Gradualmente i paesaggi presero il sopravvento. Rappresentati con toni di verde e di blu cobalto, con accesi contrasti tra parti di territorio serenamente abitate e parti selvagge, sconvolte da una natura bizzarra e densa di suggestioni[2].
Se la sua arte eccelleva, come si è detto, nel paesaggio, più limitato era nella pittura di figure, che considerava certamente un soggetto poco attraente, più che altro un pretesto per mettere in scena le sue ambiziose vedute naturali. Per questa ragione si legò ai principali maestri anversesi, tra cui in particolare Quentin Metsys, al quale chiese talvolta di dipingere le figure nelle sue opere[2].
Albrecht Dürer, di cui era intimo amico, fu testimone delle sue seconde nozze[5].
Fu zio di Herri met de Bles, col quale contribuì a iniziare la pittura di paesaggio.
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