Allievo di Gustavo Simoni, e del maestro dell'encausto Tito Venturini Papari, diplomato all'Accademia di Brera, e laureatosi poi in Architettura, viene citato in diverse riviste e testi per la sua attività di partigiano durante la Resistenza e per la professione di architetto.[2] Recensito dai più autorevoli critici per la sua particolare arte pittorica e musiva, ad oggi si possono ammirare suoi mosaici sulla facciata della Chiesa di S.S. Pietro e Paolo di Graffignana[3], e nel Tempio della Vittoria - o Tempio dei Caduti[4] - di San Pellegrino Terme[5] (restaurati nel 2017); ha realizzato inoltre affreschi e mosaici nel vecchio Teatro Reposi di Savona, affreschi nel Palazzo Visconti di Mondrone di Milano, e nella Villa Trivulzio a Bellagio. Ha collaborato, a Milano in qualità di pittore e decoratore, con la Società Italiana di costruzioni CHINI, di Giovanni Chini.[6] Nel 1932 dal matrimonio con Franca Mocchi (figlia di S.E. il Marchese Mario Mocchi, referendario e cav. di gr. cr. dell'Ordine Equestre del S. Sepolcro) nasce il suo unico figlio, Giovanni (noto ceramista). Poliedrico artista del '900,[7] F. Sbardella espone (dapprima negli anni 30 con la pittura murale di propaganda, e di influenza futurista, assieme ad artisti come Sironi e Prampolini, poi dopo il conflitto mondiale con la pittura realista) in diverse mostre personali e collettive, a Roma, Pesaro, San Remo e Milano, con Gian Paolo Lazzaro e altri artisti[8] (negli anni del conflitto mondiale il suo studio-atelier viene purtroppo saccheggiato dalle SS naziste).
Frequenta e collabora con grandi artisti e personaggi della sua epoca, come Corrado Cagli, Guttuso, Jacopo Comin, Sironi, Fontana, Scuderi, Freda, Gallian, Guido Ballo, e tanti altri.[9] Con Aligi Sassu, Giacomo Manzù, Nino Strada, Candido Grassi, Giuseppe Occhetti, Gino Pancheri, nel 1930 riesce ad allestire a Milano una importante mostra, recensita anche da Carlo Carrà.[10] Nel 1933 espone alla Certosa di Garegnano (collaborando tra gli altri con il Duca Marcello Visconti di Mondrone al restauro della Cerosa milanese) partecipa alla IV Mostra del Sindacato regionale delle Belle Arti di Lombardia a Milano[11] con l'opera La Convalescente. Nel 1934 partecipa alla II Mostra interprovinciale d'arte marchigiana a Pesaro[12]. Nel 1936 partecipa ai Littoriali (XIV) di Venezia, con Sirio Angeli, Ermanno Bazzocchi, Giuseppe Codacci Pisanelli, Luigi Comencini, e tanti altri.[13]
Ha partecipato alla VI Triennale di Milano, e poi su invito di Gio Ponti e Giuseppe Pagano alla VII Triennale di Milano (vincendo il I° Premio e la medaglia d'oro[14]). Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1936[15], e nel 1954.[16] Ha collaborato con architetti e artisti come Gio Ponti[17], Bruno Begnotti[18], Maurizio Lanza, Luigi Scirocchi[19], Dal Verme, Fornasetti, Ugo Ojetti, Pagano. Assieme ad artisti come Aligi Sassu, Salvatore Fiume, Bruno Cassinari, Umberto Lilloni, Pietro Marussig, Piero Fornasetti[20], nel 1942 produce una serie di disegni (tra cui alcuni ritratti, e l'opera "barche") per una mostra alla Galleria Geri sulle opere della Scuola degli arazzi di Ersino Lario.[21]
La sua pittura, che negli anni trenta subisce gli influssi del Futurismo, nel dopoguerra vira verso il realismo e Neorealismo. Negli anni '40 con l'architetto Carlo Pagani per anni è il direttore artistico della Società anonima industria rivestimenti artistici, a Milano, Roma, e Nervi,[22] poi collaborerà con gli architetti A. Pasquali, B. Begnotti, M. Lanza.
Durante la Seconda guerra mondiale Sbardella è un attivista politico della Resistenza romana (tra i fondatori di Bandiera Rossa e dell'Armata Rossa romana)[23] assieme a Antonino Poce[24], Celestino Avico, Giordano Amidani, Carla Capponi[25] ed Ezio Malatesta[26], Gabriele Pappalardo, Otello Terzani, Raffaele De Luca[27], Felice Chilanti[28], Carlo Lizzani, Vincenzo Guarniera, assieme ai suoi fratelli Francesco, Maria, Bruna e Mario Sbardella, e Orfeo Mucci. Negli anni successivi, nonostante la sua attività di pittore e architetto, mantiene viva la sua passione politica, nell'ANPI, nella CGIL, e nel PCI[29] (anni dopo emergerà la sua presenza nelle liste degli Enucleandi[30]e nell'Inchiesta Aldo Moro[31]).
Nel 1951 partecipa alla Quadriennale di Roma con il mosaico "La tempesta", su cartone originale. Nel 1953 ha partecipato alla prima Mostra sindacale del Sindacato provinciale romano aderente alla Federazione Nazionale Artisti di Roma, assieme ad artisti come Eliano Fantuzzi, Renato Guttuso, Carlo Levi, Vito Apuleio, Giuseppe Canizzaro, Nino Chillemi, Gino Franchina; Nino Gasparri; Maria Giarrizzo; Adelina Giuliani; Lorenzo Guerrini; Leo Guida; Pietro Cascella, Sestilio Picari; Vincenzo Piras; Linda Puccini; Domenico Purificato; Attilio Ragni; Antonietta Raphael; Anna Salvatore; Antonio Sanfilippo; Carmelo Savelli; Mario Samonà; Carlo Soricelli; Gino Zocchi; Joseph Strachota, Mario Mafai. Scenografo (con Antonio Valente) nel film di Riccardo Freda “Teodora imperatrice di Bisanzio”[32] (del 1954, con Gianna Maria Canale). Dal 1957 è inserito nel Fondo documentario artisti contemporanei dell'Archivio Biblioteca Quadriennale di Roma.[33][34]
La sua opera La risaia (1969), è esposta al Museo Sandro Pertini di Savona[35]. Altre opere (come la Convalescente, 1935) sono situate presso la galleria d'arte Moderna di Milano, e del Castello Sforzesco di Milano.[36] Nel 1929 espone alla Galleria Barbaroux, nel 1939 e 1941 espone alla Galleria Gian Ferrari (MI); nel 1953 espone in una personale alla Galleria Il Pincio, nel 1955 alla Galleria La Cassapanca (RM); nel 1957 presso la Galleria Schettini (MI).[37] Condurrà, con un proprio studio, in maniera prolifica e infaticabile, la professione di Architetto fino al 1983 (anno della morte) con la seconda moglie, Carla De Benedetti, collaborando con architetti come Bruno Begnotti, Ponti, Lanza, per opere private e pubbliche, a Roma, Milano, Chianciano, Ariccia, Colleferro, Livorno, Sòfia, Pesaro. Nel 1978 e 1979 verrà invitato diverse volte in udienza[38] privata dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini (suo intimo amico, con cui aveva condiviso decenni prima la lotta partigiana) presso il Palazzo del Quirinale.[39]
Alcuni suoi scritti (corrispondenza con Gallian, Ponti, e Anti) sono custoditi presso gli archivi dell'Università degli studi di Padova, e dell'Università di Pavia.[40]
Le sue opere pittoriche sono ancora oggi oggetto di vendita all'asta (Anglicana Aste nel 2016, Arcadia Aste nel 2021 e 2022).[41][42]
Dal 2019, con la creazione di un sito web e di un archivio a suo nome, e con la pubblicazione di una prima biografia e catalogo generale, gli viene dedicata una omonima mostra itinerante dal titolo "Filiberto Sbardella, la terra è di chi la coltiva".[43]
Partigiano Combattente, 10.02.1947 Roma, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Commissione Laziale per il riconoscimento della qualifica di Partigiano e di Patriota (Archivio storico ANPI).[47]
Galleria d'immagini
File:Chiesa_SS_Pietro_e_Paolo_Apostoli_-_Graffignana_LO.jpgMosaici - facciata della Chiesa SS Pietro e Paolo - Graffignana - Filiberto Sbardella
Opere
Tra le opere pittoriche più rappresentative:
Mosaico - Tempio dei caduti - San Pellegrino Terme
Tra il 1923 e il 1957 Filiberto Sbardella ha presenziato in numerose collettive - come la IV e VII mostra del Sindacato Milanese delle Belle Arti, II mostra Interprovinciale Marchigiana, VII e VII Triennale di Milano, XX e XXVII Biennale di Venezia - e personali in città come Roma, Milano, Pesaro, San Remo, Venezia, Firenze, Parigi.[48]
Mostre postume
Dal 2019 è stato istituito il Progetto Espositivo Itinerante denominato "Filiberto Sbardella, la terra è di chi la coltiva", a cura del sociologo Pasquale Biagio Cicirelli e dell'architetto Claudio Gatti, già presentato:
presso il Museo della Terra Pontina e Casa del Combattente, 22 febbraio-15 dicembre 2020, Latina.[49]
in forma virtuale presso il circolo ARCI "Il Cosmonauta" per il XVI Festival Resist, 25 Aprile 2020, Viterbo.
agli eventi "I Borghi al Centro" e "Giornate Europee del Patrimonio 2020", Museo della Terra Pontina, 2020, Latina.[50]
alla collettiva "I MILLE DI SGARBI"[51] con una scultura luminosa esposta ai Magazzini del Sale, luglio 2020, Cervia.
in forma Open air in collaborazione con ANPI e con il Patrocinio del Comune, in occasione della Festa Nazionale di Liberazione, il 25.04.2021 nella piazza G. Matteotti di Guidonia Montecelio.[52]
inserita nella Programmazione dell'Estate Prenestina 2021 con il Patrocinio della Città di Palestrina e in collaborazione con le associazioni territoriali Anpi, Pro Loco, e Praeneste Eventi, in mostra dal 13 al 18 luglio 2021 presso la sala G. Borghesani di Palestrina (Rm).[53]
con la mostra "Exhibit: il 900 di Filiberto Sbardella" - patrocinata dal Comune di Palestrina e dalla sua sez. ANPI - presso la Biblioteca dell'IIS E. Luzzatti dal 19 febbraio all'11 maggio 2022[54] e con Cerimonia conclusiva presso la Biblioteca Comunale Fantoniana di Palestrina.[55]
presso il Museo Civico Archeologico Rodolfo Lanciani di Montecelio.[56]
Luca Bandirali, Mario Nascimbene, compositore per il cinema, Argo, 2005.
VII Triennale di Milano - Guida 1940.
VI Triennale di Milano - Guida 1936.
La Biennale di Venezia, volume 20 - Guida 1936.
Alfonso Perrotta, L'umano divenire, PubMe, 2016.
Filiberto Sbardella, Bruno Begnotti, Architettura come cronaca: complesso residenziale a Roma, L'industria delle Costruzioni, fascicolo 150, volume 18, anno 1984, Fonte: SBN-RM, periodico.
Giò Ponti, Lo Stile nella casa e nell'arredamento, n. 11, Milano, Garzanti Editore, 1941.
Giorgio Di Genova, Storia dell'arte italiana del '900, generazione maestri storici, vol. I,parte III, Bora Edizioni, 1995.
Catalogo della mostra, I MILLE DI SGARBI lo stato dell'arte contemporanea in Italia, III Edizione, Cervia Magazzini del Sale, 3-12 luglio 2020.
P. B. Cicirelli, C. Gatti, Filiberto Sbardella, la terra è di chi la coltiva[57], Ed.Youcanprint, LE, 2020 (catalogo della mostra).
P. B. Cicirelli, C. Gatti, Il Novecento di Filiberto Sbardella, Ed. StreetLib, 2022[58] (catalogo della mostra).
Lombardia Beni Culturali, Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, su webcache.googleusercontent.com. URL consultato il 30 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2014).
Pierangelo Maurizio, Via Rasella, cinquant'anni di menzogne, Maurizio, 1996, ISBN9788887001037. URL consultato il 30 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2017).
La Quadriennale di Roma - Arbiq, su quadriennalediroma.org. URL consultato il 3 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2018).
POLO, OPAC IEI ISTITUTI CULTURALI DI ROMA, su opac.almavivaitalia.it. URL consultato l'8 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2018).
Il Museo Sandro Pertini a Savona, in ARTEOGGI: Blog di critica militante – L'arte del Novecento e della contemporaneità, 2 gennaio 2017. URL consultato il 31 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2017).
Home, su FILIBERTO SBARDELLA. URL consultato il 6 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2019).
Home, su FILIBERTO SBARDELLA. URL consultato il 23 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2019).
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