art.wikisort.org - Artista

Search / Calendar

Giorgio Zennaro (Venezia, 10 ottobre 1926 – Venezia, 13 agosto 2005) è stato uno scultore, pittore e designer italiano.

Giorgio Zennaro negli anni '80
Giorgio Zennaro negli anni '80

Biografia


Nasce a Venezia, secondo di tre figli di Romano Zennaro e Italia. Il padre perde il lavoro di impiegato comunale per non aver aderito al partito fascista. Frequenta le elementari presso la scuola "Armando Diaz" e in seguito una scuola professionale di allievi meccanici presso l'Arsenale di Venezia. A diciotto anni è assunto dalle Ferrovie dello Stato dove resterà fino al 1970.

Dal 1971 è professore di plastica per chiara fama presso il Liceo Artistico Statale di Venezia e qui insegnerà fino al 1991.

La sua attività artistica ha inizio precocemente con la partecipazione dal 1953 al 1965 a tutte le Collettive di Scultura della Fondazione Bevilacqua La Masa e nel 1955 vince il primo premio del Comune di Venezia.

Dal 1959 partecipa ai concorsi Internazionali del Bronzetto di Padova fino agli anni settanta. Nel 1961 è l'unico italiano invitato al Simposio Europeo di scultura in Austria. Nel 1966 esegue un'opera in marmo per il museo Internazionale Henraux. Nel 1968 vince il Concorso Nazionale per una scultura da inserire in un edificio scolastico a Rosolina in provincia di Rovigo. Nel 1969 vince il Concorso Nazionale per una scultura da inserire in un edificio scolastico a Sant'Alberto di Ravenna.

È seguito fin dagli anni sessanta dal critico Giuseppe Marchiori che, nel 1970, lo presenta al gallerista Luciano Ravagnan. Nel 1972 viene invitato alla XXXVI Esposizione internazionale d'arte di Venezia (Grafica d'oggi). Nel 1973 partecipa alla X Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma[1], (Situazione dell'arte non figurativa) e l'anno seguente partecipa alla X Biennale Internazionale d'Arte del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto.

Si susseguono le mostre personali a Venezia, Milano (galleria Pietra), Genova (galleria Rotta), Graphic Gallery a Palm Springs (California), Bologna (galleria La loggia), Milano (galleria Falchi), Monaco (galleria Eichinger), New York (Randall Galleries). Partecipa nel 1977 all'Arte Fiera di Bologna, Art Expo New York 1979, Wash Art 79, Expò Art '79 Bari, Art Expo 1980 Coliseum New York, Art 12 1981 Basilea (Svizzera), Arteder 1982 (Bilbao), Shada Gallery (Riad, Arabia Saudita).

Nel 1984 esegue una scultura alta 10 metri da porre di fronte all'Edificio della Provinzial a Munster (Germania).

Nel 1990 esegue una scultura alta 4 metri che si trova attualmente in Irlanda donata dall'ambasciatore italiano Francesco Carlo Gentile[2].

Nel 1992 partecipa alla Triennale Internazionale d'Arte di Osaka per la scultura e vince il premio della Ferrovie Giapponesi.

Nel 1993 partecipa alla Triennale Internazionale d’Arte di Osaka per la pittura e nel 1994 alla Triennale Internazionale d’Arte di Osaka per la grafica. Tre sue sculture sono presenti nel Museo d'Arte Moderna di Ca' Pesaro a Venezia e una alla Galleria d’Arte moderna di Roma.

Oltre a Giuseppe Marchiori che l'ha seguito con un'attenta analisi critica fino al 1980 altri esponenti della critica hanno analizzato la sua opera fra cui:Giulio Carlo Argan, Toni Toniato, Elda Fezzi, Pierre Restany, Lara Vinca Masini, Enrico Crispolti, Umbro Apollonio e Maria Luisa Pavanini che dal 1970 ha analizzato e seguito il suo lavoro.


Introduzione all'opera



La felicità della scultura di Giorgio Zennaro


L'ambiente e il periodo in cui si nasce contano, come anche la città, soprattutto se la città è unica e particolare come Venezia. Questa città d'acqua è ambiente ricco fin dall'inizio del novecento di fermenti artistici e culturali. Le esposizioni dal 1908-20 videro oltre trecento tra pittori e scultori presenti nella città lagunare. Tra gli altri: Boccioni, Casorati, Gino Rossi, Arturo Martini. In questo clima si formarono tra le due guerre le personalità di Albero Viani, Emilio Vedova, Santomaso, Virgilio Guidi e molti altri. Tali presenze oltre alla Biennale d'arte (1895) e alla Galleria d'Arte moderna di Ca' Pesaro (1902) e alla prima mostra del Cinema (1932) portarono a Venezia un grande rinnovamento, un'apertura internazionale nel campo artistico e non solo. Sembrava allora fuori luogo difendere i miti del passato e l'autorità di una tradizione e con essa il diritto ad un atteggiamento non partecipe mentre ovunque la discontinuità e il dinamismo erano componenti fondamentali del vivere.

Il mondo non poteva essere più semplicemente oggetto di contemplazione ma si doveva cogliere nel suo divenire, nel suo continuo rinnovarsi, nei mutamenti sempre più dinamici.

L'arte non-figurativa, si presenta negli anni quaranta e cinquanta come rottura col passato e adatta alla nuova realtà. A Venezia protagonista nel campo della scultura del secondo dopoguerra fu Alberto Viani (1906-1989) allievo di Arturo Martini. È questo mantovano riservato e metodico il solo riferimento a Venezia dello scultore Giorgio Zennaro.

Zennaro, troppo giovane per partecipare al Fronte nuovo delle arti e per aderire allo Spazialismo, comprende fin dal suo esordio alla Bevilacqua La Masa nel 1953 che non è più tempo di serene catarsi e che la realtà espressa dalla scultura è tragica e quindi deve esprimere non solo forme polite e memori della tradizione classica come Viani, ma una realtà in divenire.

Zennaro con Evento di Forma del 1953-54 parte da una sua personale elaborazione della plastica europea. Lo spazio plastico per lui non è inquieto, non tormentato, né informe, è uno spazio sapientemente misurato con rigore ed armonia.

Il suo metodo di lavoro è progettuale e il disegno è lo strumento fondamentale del suo percorso inventivo. Progetto, costruzione, invenzione come unici elementi da contrapporre ad un mondo, che aveva conosciuto la tragedia della seconda guerra mondiale. Nei suoi progetti non ci sono sbavature solo linee essenziali che, con fermezza geometrica, scandiscono lo spazio.

L'uomo ha sempre avuto la necessità di confrontarsi con qualcosa di superiore, di anelare a mete sempre più elevate questo è il percorso di Zennaro.

La sua opera è dinamica, mutevole come l'ambiente acqueo in cui nasce. Il dinamismo sequenziale che costituisce, dalla fine degli anni sessanta, il motivo più originale e caratteristico del suo lavoro, è lo stesso presente nelle onde, che perpetuamente si infrangono e ritornano con un movimento sempre nuovo e costante ed è in questa dimensione spazio- temporale che sono da collocarsi le sue forme.

Negli anni cinquanta e sessanta la sua ricerca si muove su piani apparentemente diversi ma che hanno una costante: l'espansione nello spazio, così ora le opere perdono volume per circoscriverlo con sottili linee metalliche secondo ritmi ordinati come passi di danza, ora acquistano volume attraverso elementi più complessi incisivi ricavati, scavati nel marmo o fusi nel bronzo.

Se gli Eventi di Forma e le Condizioni degli anni cinquanta mostrano ancora chiari riferimenti a schemi che ci riportano a forme organiche, l'Apertura Eveniente del 1966-67 e la Forma divenuta del 1966 (marmo nero del Belgio) sono una sua personale articolazione dello spazio con linee forti e decise che si proiettano dinamicamente in avanti.

La grande novità è la nascita del tema delle Sequenze Plurime nel 1967, 1968, inizialmente gli elementi sono legati ancora ad una struttura chiusa con forme che si sovrappongono, s'intersecano in combinazioni sempre nuove e diverse, ma nel 1971 e soprattutto nel 1972 le Sequenze plurime diventano moduli plastici che mostrano gli elementi compositivi giocati in equilibrio lungo un asse orizzontale. Elementi in successione che creano l'illusione dinamica del moto e ai quali talvolta, si contrappone a spezzare e a rompere la sequenza ritmica un elemento quasi immagine del contrappunto musicale. La musica di Bach e di Beethoven hanno accompagnato costantemente il lavoro di questo artista che in gioventù aveva suonato l'organo e il violino.

Il dinamismo sequenziale che costituisce il motivo più originale e caratteristico della sua opera è lo stesso presente nelle onde del mare che, perpetuamente, si rinfrangono e ritornano con movimenti sempre nuovi e costanti. Il marmo, l'acciaio, il bronzo, l'ottone, il legno e il plexiglas vivono negli elementi sequenziali proiettati nello spazio, e sembrano respirare nelle anse e gli incavi che ritmicamente si alternano.

Le forme si appropriano dello spazio con slancio, con aggressività ad esprimere la drammatica ricerca di liberazione dell'uomo e la sua costante volontà di elevarsi sulla meschinità, alienazione, sofferenza, che la vita inevitabilmente porta con sé. Dinamismo che è vita e azione talvolta tragica ma che, nella sua tragica drammaticità, ci rende consapevoli dei nostri mutamenti e ci fa crescere interiormente.

Zennaro usa tutti i materiali e soprattutto, negli anni settanta, il plexiglas, che attraverso forme sfalsate e sovrapposte restituisce tutto il fascino immaginativo dell'acqua della laguna. Nelle successioni dinamiche delle sequenze di plexiglas la luce gioca un ruolo importante e la trasparenza del materiale lascia intravedere il nascere della traccia formale.

Le sequenze in plexiglas diventano plurime trasparenze, respiro ritmico materializzato del moto ondoso. Il dinamismo di Zennaro non ha una connotazione puramente meccanica, la cura e la levigatezza delle forme non riflette solo la perfezione e la prevalenza della tecnica nel mondo degli anni settanta, ma l'espressione di un ordine morale da opporre alla negatività del mondo reale. Le forme pure e ritmate sono quindi immagine alternativa etica ed estetica ad una realtà irrazionale. La perfezione e la purezza delle forme plastiche sono espressione di cultura e civiltà così come lo erano nella loro perfetta e proporzionale bellezza le statue greche.

Bellezza e ragione per un artista coinvolto nel dramma della seconda guerra mondiale costituiscono una esigenza primaria, l'unica salvezza al dilagare della crudeltà e della barbarie. Per un artista le alternative ad una realtà drammatica sono due: rappresentarla in tutto il suo orrore o sognare e immaginare forme che nel loro rigoroso ordine razionale rappresentino un'alternativa al disordine e al caos. Zennaro crea il suo personale sistema sequenziale armonico e poetico.

Le sequenze non sono proprie solo delle singole opere, ma ogni scultura è sequenziale ad un'altra. Quattro o cinque opere sono tra loro sequenziali e costituiscono un ciclo e ogni ciclo è, a sua volta, conseguente ad un altro. Le sue opere costituiscono quindi un sistema semplice e complesso in una sequenza senza fine che scandisce lo spazio secondo un ritmo temporale. Zennaro ha una fede incondizionata nella razionalità della forma come espressione della creatività umana e forza vitale di fronte al desiderio distruttivo della società degli anni settanta.

I valori umani e morali che la cultura antica ci ha tramandato non possono essere più tramandati nel ritmo di un sogno immobilizzato come nelle cariatidi di Viani ma nelle forme che aggrediscono e segnano lo spazio, forme di speranza proiettate come sono dinamicamente verso il futuro. Non è tempo per l'arte di metafore, né di sortilegi o giochi ma di forme costruite con fatica che siano testimoni di una bellezza sognata e intangibile, questo il messaggio di un artista che si è fatto carico nel corso di cinquant'anni di lavoro di una responsabilità umana e civile attraverso una costante progettualità.


Opere scultoree



Mostre Personali


1955

1958

1960

1963

1965

1970

1971

1972

1973

1974

1975

1976

1977

1978

1979

1981

1982

1983

1984

1989


Mostre collettive


1953

1954

1955

1956

1957

1958

1959

1960

1961

1963

1963

1964

1965

1967

1968

1969

1970

1971

1972

1973

1974

1975

1976

1977

1979

1980

1981

1982

1983

1984

1986

1987

1987

1989

1990

1992

1993

1994

1996

1999

2002


Curiosità



Note


  1. X Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma
  2. (EN) Forme in Mutazione, su digital.ucd.ie, Dublin University College. URL consultato il 26 giugno 2013.
  3. L'immortale, Milano, Galleria Blu, 1968.
  4. Multipli nella scultura italiana contemporanea II

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 20569174 · GND (DE) 122656539 · WorldCat Identities (EN) viaf-20569174
Portale Biografie
Portale Pittura
Portale Scultura
  1. Panorama d'arte Moderna: grafica, ed. Foglio, Macerata.(1966)
  2. Giorgio Zennaro, galleria Pietra, Milano 27 febbraio (presentazione di Enrico Crispolti).(1974)
  3. Giorgio Zennaro, Sequenze Plurime, testi di Elda Fezzi, Giuseppe Marchiori. ed. Martello, Milano, 1974
  4. Giorgio Zennaro, Palazzo Braschi, Roma, 2/03, (presentazione di Lara Vinca Masini).(1975)



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2025
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии