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L'Apollo del Belvedere, anche noto come Apollo Pitico,[1] è una celebre statua marmorea risalente al periodo post-ellenistico (seconda metà del II secolo d.C.) quando i Romani avevano conquistato tutta la Grecia antica. È tutt'oggi considerata per l'armonia delle proporzioni una delle più belle opere di tutta l'antichità, espressione del concetto di "bello ideale".

Apollo del Belvedere
AutoreCopia romana di un bronzo di Leocare con restauri di Giovanni Angelo Montorsoli
Data350 a.C. circa
Materialemarmo bianco
Altezza224 cm
UbicazioneMusei Vaticani, Città del Vaticano
Coordinate41°54′23″N 12°27′16″E

Storia


Fu ritrovato ad Anzio verso la fine del XV secolo, durante il Rinascimento. A partire dalla metà del XVIII secolo, venne considerata come uno dei supremi capolavori dell'arte mondiale, nonché come modello assoluto di perfezione estetica. L'opera, databile entro la metà del II secolo d.C., è oggi considerata la replica di un bronzo eseguito tra il 330 e il 320 a.C. dallo scultore greco Leocare, uno degli artisti che lavorarono al Mausoleo di Alicarnasso.[2]

Prima della collocazione nel Cortile del Belvedere, l'Apollo, che sembra sia stato scoperto nel 1489 a Grottaferrata, dove Giuliano Della Rovere era abate commendatario, ricevette solo poche attenzioni dagli artisti, benché esso fosse stato abbozzato due volte nel libro dei disegni di un allievo del Ghirlandaio durante l'ultima decade del XV secolo. Benché si sia sempre pensato che la statua appartenesse a Giuliano Della Rovere prima che egli venisse eletto pontefice, col nome di Giulio II, il suo collocamento appariva confuso fino al 1986: il cardinale Della Rovere, che portava il titolo di San Pietro in Vincoli si spostò da Roma durante il papato di Alessandro VI (1494-1503); Deborah Brown ha dimostrato che frattanto l'Apollo soggiornò nel giardino dei Santi Apostoli e non nella chiesa titolare, come presunto. Venne descritto da Johann Joachim Winckelmann nel suo trattato sulla storia dell'arte nel 1763, l'Apollo venne considerato anche all'epoca del neoclassicismo un'opera di maestosa importanza. Secondo lo storico dell'arte Ernst Gombrich, per Hegel e i suoi contemporanei non si trattava solo di un simbolo della divinità solare, bensì di una rappresentazione del dio stesso in forma umana in un'adeguata forma sensibile.

La fama dell'Apollo era realmente europea e andava incarnando valori di rinnovamento politico, etico e sociale; a tal proposito vale la pena ricordare un aneddoto avvenuto durante il periodo della rivoluzione francese e delle spoliazioni napoleoniche. ll vescovo Henri Gregoire davanti alla Convenzione del 1794: "Se le nostre armate vittoriose penetrassero in Italia, l'asportazione dell'Apollo del Belvedere e dell'Ercole Farnese sarebbe la più brillante delle conquiste. È la Grecia che ha ornato Roma: ma i capolavori delle repubbliche greche dovrebbero forse ornare il paese degli schiavi (i.e. l'Italia)? La Repubblica Francese dovrebbe essere la loro sede definitiva". L'opera fu oggetto in effetti delle spoliazioni napoleoniche durante l'occupazione francese attuate col Trattato di Tolentino. Il Papa commissionò allora allo scultore Canova, per rimpiazzare la grave perdita nel Cortile del Belvedere, la statua neoclassica di Perseo vincitore di Medusa, che riprende l'atteggiamento dell'Apollo. Dopo la caduta di Napoleone la statua dell'Apollo venne restituita allo Stato della Chiesa e ricollocata nella sua sede originaria, grazie all'opera dello stesso Antonio Canova nel 1816.


Descrizione


Apollo del Belvedere
Apollo del Belvedere

La statua di marmo bianco, alta 224 centimetri,[3] rappresenta il dio greco Apollo, che ha appena ucciso con le frecce del suo arco il serpente Pitone, divinità ctonia originaria di Delfi. La muscolatura, ancora tesa, lascia intendere lo sforzo che segue alla battaglia contro Pitone, mentre i capelli a boccoli ricadono fluidi sul collo e raccolti elegantemente sul capo, cinto dallo strophium, una fascia ornamentale simboleggiante una divinità o un re. Il dio è interamente nudo, ad eccezione della faretra a tracolla, dei sandali e del mantello (clamide) avvinto alla spalla destra, che si rovescia sul braccio sinistro ed in parte del dorso.

La parte inferiore del braccio destro (che in origine tendeva l'arco) e la mano sinistra, mancanti al momento del ritrovamento, vennero ricostruiti da Giovanni Angelo Montorsoli, scultore e collaboratore di Michelangelo.


Citazioni in letteratura



Note


  1. Réveil, Etienne Achille e Jean Duchesne (1828), Museum of Painting and Sculpture, or Collection of the Principal Pictures, Statues and Bas-Reliefs, in the Public and Private Galleries of Europe, Londra: Bossanage, Bartes and Lowell, Volume 11, pagina 126. ("The Pythian Apollo, called the Belvedere Apollo")
  2. Apollo del Belvedere, su museivaticani.va.
  3. Albertson, Fred. "Apollo Belvedere". In: Gagarin, Michael & Fantham, Elaine (eds). The Oxford encyclopedia of ancient Greece and Rome. Volume 1. Oxford University Press, 2010, p. 138

Bibliografia



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[de] Apollo von Belvedere

Der Apollo von Belvedere ist eine antike Marmorskulptur, die Ende des 15. Jahrhunderts in der Villa Neros in Anzio wiederentdeckt wurde und seither als ein herausragendes Beispiel klassischer Bildhauerkunst gilt. Sie befindet sich im Statuenhof des vatikanischen Belvedere und ist Teil der Antikensammlung der Vatikanischen Museen.

[en] Apollo Belvedere

The Apollo Belvedere (also called the Belvedere Apollo, Apollo of the Belvedere, or Pythian Apollo)[1] is a celebrated marble sculpture from Classical Antiquity.

[es] Apolo de Belvedere

Apolo Belvedere, Apolo de Belvedere o Apolo pitio es una famosa estatua de mármol que representa al dios griego Apolo. Forma parte del Museo Pío-Clementino, en el Vaticano, una de las unidades de los Museos Vaticanos. Su datación y autoría son disputadas y su procedencia es desconocida, pero generalmente se la considera una copia romana de un original griego que se perdió. Redescubierta en el Renacimiento, fue expuesta desde 1511 en el Cortile del Belvedere del Vaticano, de donde recibió su nombre. Se hizo célebre entre los admiradores del arte grecolatino, y durante mucho tiempo fue considerada la representación ideal de la perfección física masculina y una de las más importantes reliquias de la Antigüedad clásica. Fue copiada varias veces, reproducida en grabados de larga circulación y asumió el papel de uno de los principales símbolos de la civilización occidental. A partir de mediados del siglo XIX su prestigio comenzó a declinar, y en la primera mitad del siglo XX llegó a su nivel más bajo, vista como una creación sin expresión. Actualmente ha recuperado parte de su antigua fama, y aunque varios estudiosos todavía sean críticos con respecto a su mérito artístico, se ha consagrado como la más conocida de las representaciones del dios, y como un icono muy popular.
- [it] Apollo del Belvedere

[ru] Аполлон Бельведерский

Аполло́н Бельведе́рский (итал.  Apollo Belvedere ) — античная статуя, изображающая древнегреческого и древнеримского бога солнечного света Аполлона в образе молодого прекрасного юноши, стреляющего из лука. Согласно одной из версий статуя изображает солнечного бога, только что поразившего стрелой хтоническое чудовище, змея Пифона, охранявшего вход в Дельфийское святилище, после чего Аполлон занял его место и стал «Аполлоном Пифийским». Статуя хранится в Ватикане, Музей Пио-Клементино (Октогональный двор).



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