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William-Adolphe Bouguereau (La Rochelle, 30 novembre 1825 – La Rochelle, 19 agosto 1905) è stato un pittore e docente francese appartenente alla corrente dell'accademismo.[1]

Firma pittorica
Firma pittorica
William-Adolphe Bouguereau, Autoritratto (1895); olio su tela, 53x46 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.
William-Adolphe Bouguereau, Autoritratto (1895); olio su tela, 53x46 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Avendo manifestato un considerevole talento fin dall'infanzia, ricevette la sua formazione artistica in una delle più prestigiose scuole d'arte del suo tempo, l'École des Beaux-Arts a Parigi, di fianco al museo del Louvre;[2] ne divenne in seguito uno dei docenti più ricercati e si ritrovò ad insegnare anche all'Académie Julian, una scuola privata di pittura e scultura. La sua carriera fiorì nel periodo aureo dell'arte accademica, di cui è stato uno dei rappresentanti più famosi nonché un ardente sostenitore.

La sua pittura è caratterizzata da una perfetta padronanza sia della forma che della tecnica, con una finitura di alta qualità che riesce a ottenere grandi effetti di realismo. In termini di stile, era un pittore emininemente accademico. Per certi versi, la sua arte può anche essere considerata parte dell'eclettismo, approccio culturale che dominò la seconda metà del XIX secolo, dato che era solito unire elementi di neoclassicismo con altri di romanticismo, in una resa naturalistica e al tempo stesso venata d'idealismo. Ha prodotto un vasto numero di opere, concentrandosi su temi di mitologia classica ma spaziando anche nel campo dell'allegoria, della storia e della religione; è conosciuto anche per i suoi ritratti di nudo artistico e scene di genere con giovani contadine e pastorelle.[1]

Accumulata una vasta fortuna e guadagnatosi ampia fama internazionale durante la vita, ricevendo numerosi premi e decorazioni, come il Prix de Rome e la Legion d'onore, verso la fine della sua carriera cominciò però a essere sempre più screditato dai precursori del modernismo.[3] A partire dall'inizio del XX secolo, poco dopo la morte, il suo lavoro è stato rapidamente dimenticato, venendo dai più considerato vuoto e artificiale, un modello di tutto ciò che l'arte non dovrebbe essere; tuttavia, negli anni Ottanta è stato progressivamente rivalutato e oggi è considerato come uno dei grandi pittori del XIX secolo.[4]


Biografia


Foto del 1880 circa
Foto del 1880 circa

William-Adolphe Bouguereau[5] nacque a La Rochelle il 30 novembre 1825 da una modesta famiglia di antiche origini inglesi e di confessione cattolica. Suo padre Théodore e sua madre, Marguérite Bonnin, erano commercianti di vino e olio di Bordeaux;[6] aveva inoltre un fratello maggiore, Alfred, e una sorella minore, Marie, morta ad appena sette anni. La famiglia si trasferì in seguito a Saint-Martin-de-Ré, per poi tornare a Bordeaux.

I genitori prevedevano che William si inserisse nell'azienda di famiglia, ma lo zio paterno Eugène, prete cattolico dal quale visse, a Mortagne dal 1837 al 1841, li convinse a far fare al ragazzo anche gli studi superiori e lo introdusse alla letteratura francese, alla Bibbia e all'amore per la natura. Apprese anche i rudimenti del disegno con il pittore Louis Sage, un ex-alunno di Jean-Auguste-Dominique Ingres, presso la Scuola cattolica di Pons.

In seguito, visto il talento che il giovane dimostrava sin da piccolo, il padre accettò che egli intraprendesse la carriera artistica. William venne così iscritto alla "Scuola comunale di disegno e pittura" di Bordeaux, dove apprese i primi elementi dell'arte con Charles Marionneau, artista locale. Per guadagnarsi qualcosa, William disegnava etichette per barattoli di marmellate e conserve di frutta usando la cromolitografia.[7]

Diventato presto il migliore della classe, a vent'anni, nel marzo 1846,[8] Bouguereau si trasferì a Parigi per seguire i corsi della Scuola di belle arti di Parigi ed entrò nell'atelier di François-Édouard Picot. Per perfezionarsi nel disegno del corpo umano assistette a lezioni di anatomia, studiò archeologia ed usi e costumi storici, approfondendo anche la letteratura classica (Ovidio e Virgilio) e la mitologia greca, i cui temi ed episodi avrebbero ispirato assai frequentemente i suoi lavori.[9]

Nel 1848 e nel 1849 tentò il concorso per il Prix de Rome prima con il quadro San Pietro, dopo la sua liberazione dal carcere, viene a trovare i fedeli a casa di Maria, arrivando secondo con Gustave Boulanger, e poi con Ulisse riconosciuto da Euriclea, arrivando secondo dietro proprio a Boulanger. Ritentò infine nel 1850 e vinse il primo premio, consistente in un soggiorno di studio di tre anni a Villa Medici, con la tela Zenobia ritrovata dai pastori sulle rive dell'Araxa.[10]

Andò quindi a Roma, ospite di Villa Medici dal 1851 al 1854,[8] e durante questo periodo Bouguereau si impegnò a fondo negli studi della pittura rinascimentale italiana (il suo artista prediletto fu Raffaello)[11] e delle opere dell'antichità greca, etrusca e romana. Inoltre, visitò altre città del Sud Italia come Napoli, Capri, Amalfi e Pompei.[9]

Tornato a Parigi, iniziò la sua fortunata e contrastata carriera di pittore accademico che portò avanti con estremo rigore e coerenza stilistica, senza alcun cedimento, mentre attorno a lui venivano agitandosi i primi fermenti dell'innovazione impressionista. Nel 1856 sposò Marie-Nelly Monchablon, dalla quale ebbe cinque figli. Dopo pochi anni, nel 1860, essendosi diffuso il suo nome anche in Inghilterra, Bouguereau poté allestire un ampio studio nel quartiere di Montparnasse.[12]

Nel suo studio, nei primi anni del '900
Nel suo studio, nei primi anni del '900

Ma fu solo nel 1866 che Bouguereau consolidò la sua fama e la sua carriera: il celebre mercante d'arte Paul Durand-Ruel decise infatti di occuparsi di lui e della promozione delle sue opere, permettendone anche l'esposizione nel celebre Salon di Parigi.[11] Questo sodalizio diede ampi frutti, poiché le vendite dei suoi quadri si moltiplicarono grazie ai collezionisti privati (qualche opera fu acquistata addirittura da Napoleone III per il Palazzo delle Tuileries),[8] ma soprattutto per la diffusione ed il successo delle sue opere negli Stati Uniti, dove Durand-Ruel aveva una galleria e dove Bouguereau conobbe un successo straordinario. Ne fu prova l'esposizione organizzata per l'Expo di Parigi del 1878, quando la Commissione organizzatrice riuscì a mettere assieme solo 12 tele di Bouguereau, poiché il resto si trovava oltre oceano.[13]

Bouguereau dovette all'America non solo gran parte della sua fortuna e della sua fama, oltre che numerosissimi premi e riconoscimenti,[4] ma, in particolare, le maggiori iniziative per la sua "riscoperta" negli ultimi anni del 1900. Egli stesso, per diffondere la conoscenza delle sue opere in Francia, firmò un contratto con l'editore Goupil per la vendita delle riproduzioni dei suoi quadri sotto forma di incisioni.

Bouguereau al lavoro nel suo studio
Bouguereau al lavoro nel suo studio

Nel 1875 Bouguereau fu chiamato ad insegnare pittura all'Académie Julian. L'anno seguente fu eletto membro a vita dell'Accademia di Belle arti.[1] A questi riconoscimenti però seguirono per lui anni molto tristi.

Nel 1877, infatti, egli perse la moglie e due figli, e questo grave lutto rallentò per diverso tempo la sua attività e ne condizionò l'ispirazione.

Nel 1885 venne eletto presidente della Fondazione Taylor, incarico che ricoprì finché visse. Lo stesso anno gli fu assegnata la Medaglia d'Onore del Salon de Paris e fu nominato Commendatore della Legion d'Onore.

Nel 1888 assunse la presidenza della "Scuola di belle arti" di Parigi e contestualmente quella dell'Académie Julian. Da quell'anno in poi le sue opere, indipendentemente dal soggetto, furono regolarmente esposte ogni anno al Salon per tutto il resto della sua carriera. In quel periodo, inoltre, egli si dedicò anche a grandi lavori decorativi, fra i quali spiccano il palazzo Bortholoni ed il soffitto del Teatro Grande di Bordeaux.

All'età di 71 anni, nel 1896, Bouguereau si risposò con una sua fedele allieva americana che gli era stata accanto per molto tempo, Elizabeth Jane Gardner, di dodici anni più giovane. Costei, già seguace e imitatrice del Maestro, ebbe un ruolo determinante nel promuovere l'accesso delle donne, pittrici e artiste in genere, in diverse istituzioni artistiche francesi.[12]

Nel 1905, la casa e lo studio parigino di Bouguereau furono svaligiati e devastati dai ladri. Egli, a 79 anni, riparò allora sulla costa atlantica, a La Rochelle, sua città natale. Qualche mese dopo, però, una crisi cardiaca ne concluse improvvisamente l'esistenza.[8]


Opere


Uguaglianza davanti alla morte (1848)
Uguaglianza davanti alla morte (1848)

«Ogni giorno vado nel mio studio pieno di gioia; di notte, quando il buio mi costringe a lasciarlo, non vedo l'ora di tornare il giorno successivo. Se non potessi dedicarmi alla mia amata pittura sarei un uomo inutile.[14]»

Di William Bouguereau sono catalogate 822 opere, ma certamente egli ne realizzò altre di cui non sono note l'identità e la dislocazione[15].

Le opere a soggetto mitologico, prevalentemente greco, sono molte e ripropongono temi già interpretati nel Rinascimento e nel periodo neo-classico; quei periodi, cioè, che maggiormente hanno influenzato l'arte di Bouguereau. Lo stesso può dirsi per i soggetti allegorici. Il suo repertorio comprendeva inoltre numerose scene bucoliche, idilliache e campestri, e in molti suoi quadri egli sviluppò anche il tema dell'infanzia e della famiglia.

Ma considerando le tematiche di Bouguereau nel loro complesso, ciò che appare evidente è la sua predilezione per l'immagine femminile. In questa costante inclinazione egli può essere affiancato ai grandi "pittori delle donne", come Henri Gervex, Alexandre Cabanel o Jean-Léon Gérôme e, come per costoro, il suo nome resta legato alla rappresentazione e all'interpretazione classico-allegorica del nudo accademico, laddove il corpo idealizzato della donna si disvela per mano e per ispirazione dell'artista, esaltato sempre dalla perfezione delle forme e dalla perfetta armonia dinamica delle pose.


Il mercato e il consolidarsi di uno stile


Disegno di una ragazza algerina che vende melagrane. - Matita su carta
Disegno di una ragazza algerina che vende melagrane. - Matita su carta

Il sostegno della nuova classe emergente borghese al mondo dell'arte era anche un modo per avvicinarsi ad essa ed acquisirne un po' del suo prestigio, indicando in tal maniera un desiderio di ascesa anche culturale[16][17][18].

L'interesse nei confronti della corrente accademica si mantiene in generale molto alto e continuando ad avere una grande reputazione di buona qualità ed alto livello finale del prodotto; ma questa connessione via via sempre più stretta ha portato l'accademismo anche ad adattarsi, offrendo quindi non soltanto una variazione tematica, ma un nuovo modo di presentare questi nuovi tipi di rappresentazioni, con una combinazione conseguente di seducente bellezza idealizzata dalle lucidissime superfici, un accentuato quanto facile sentimentalismo, finiture dettagliate ed effetti decorativi, con scene di costumi, paesaggi esotici e talvolta un erotismo piccante[19][20].

Bouguereau dedicò gran parte della sua energia per soddisfare il gusto del nuovo pubblico borghese, ma era chiaro il suo idealismo e la sua identificazione dell'arte con la bellezza, e in questo è rimasto fedele alla tradizione antica. Una volta ebbe a dichiarare la propria professione di fede:

«"Nella pittura, io sono un idealista. Nell'arte so e voglio vedere solo il bello, e per me l'arte corrisponde al sentimento della Bellezza. Perché replicare ciò che la Natura ha in sé di brutto, non vedo perché questo sia necessario. Dipingere esattamente quello che vediamo? No!.. Il talento redime tutto e tutti, scusa oggi i pittori di andare troppo lontano, così come gli scrittori e i romanzieri nel loro campo. Non si può mai sapere dove vanno a finire.[20]»

Famiglia indigente (1865)
Famiglia indigente (1865)

Anche nelle opere raffiguranti ad esempio dei mendicanti, tende sempre visibilmente all'idealizzazione, e questo diede agio alla critica già durante la sua vita di accusarlo di artificialità. Ciò risulta più che mai in Famiglia indigente, dove è evidente l'ambiguità in cui viene trattata la tematica: mentre l'immagine dovrebbe evocare la miseria della realtà effettiva, questa è invece composta con l'armonia e l'equilibrio tipici del Rinascimento, destinati a nobilitarne il soggetto; si può vedere che i personaggi sono tutti molto puliti, di bella presenza, il bambino in braccio è grassoccio e roseo e sembra del tutto sano.

Secondo il parere di Erika Langmuir, nonostante il tema e la compassione, la vicinanza sentita e la generosità personale dell'artista, "questo lavoro non mostra quella parte di società così come è effettivamente, non spinge ad una critica o ad un invito all'azione contro la povertà e per migliorarne le condizioni, come è stato dimostrato anche dai suoi critici, quando fu esposto: Il signor Bouguereau può insegnare ai propri studenti come disegnare, ma non può insegnare ai ricchi come e quanto le persone intorno a loro stanno soffrendo"[21][22].

Tuttavia, questo approccio non fu per lui l'unico ed esclusivo. Mark Walker ha notato che, nonostante le critiche che si possono muovere contro le eccessive idealizzazioni, il fatto di non rappresentare esattamente la realtà visibile, l'idealismo in sé stesso, con la fantasia di cui è intriso, non può essere considerato come un elemento estraneo all'arte.

Linda Nochlin ha aggiunto che mentre proprio per questo motivo i suoi detrattori lo accusano di passatismo e di mancanza di contatto con la vera realtà del suo tempo, non è ritenuto come un rappresentante anacronistico dell'epoca, in quanto l'ideologia estetica che difendeva era una delle grandi correnti vitali esistenti allora: "che lo vogliano o meno, gli artisti e gli scrittori sono inevitabilmente destinati ad essere contemporanei al loro mondo, incapaci di sfuggire al suo contesto, quello che Hippolyte Taine suddivide in contesto (milieu), attimo e tempo"[23].

La minestra (1865)
La minestra (1865)

Tenuto conto di ciò, ossia del suo contesto e delle preferenze personali, è possibile riassumere la descrizione del suo stile eclettico come segue:


Metodo e tecnica



Il nudo femminile


Tra i cambiamenti provocati nel mondo dell'art pompier dall'ascesa della borghesia all'interno della società fu la richiesta di opere a più o meno alto contenuto erotico; questo spiega in parte la grande presenza del nudo artistico nel lavoro di Bouguereau e diversi studiosi contemporanei si sono ampiamente interessati a questo aspetto della sua produzione. Theodore Zeldin ha affermato che, nonostante l'innegabile cultura classica che l'artista possedeva, anche le sue opere a carattere maggiormente mitologico non affrontano le divinità in sé, ma queste sono bensì meri pretesti per la creazione di bei corpi femminili completamente nudi e in pose alquanto seducenti[28].

La giovinezza di Bacco (1884).
La giovinezza di Bacco (1884).

Tra le sue scene mitologiche più conosciute e connesse con il nudo vi è Giovinezza di Bacco (1884), ove una profusione di figure nude e semisvestite, maschili e femminili, intrattiene con danze variegate Bacco (trasposizione fatta dalla religione romana del dio greco Dioniso, signore del vino e dell'estasi)[29]; ma prima ancora anche in Ninfe e satiro (1874) in cui si vedono quattro ninfe dagli scultorei corpi nudi che circondano e cercano di sedurre un satiro, la creatura mitologica ben nota per il suo potere fecondante[30].

Bouguereau è stato uno dei più popolari pittori di nudi femminili del suo tempo[31] e lo scrittore Marcel Proust in una sua lettera immaginava ch'egli fosse in grado di catturare e rendere comprensibile l'essenza trascendente della bellezza della donna, dicendo: "Quella donna così stranamente bella... non sarebbe mai capace di riconoscere ed ammirare sé stessa, se non in un quadro di Bouguereau. Le donne sono incarnazioni viventi della Bellezza, ma loro stesse ne sono parzialmente inconsapevoli e non lo capiscono[32].

Il tipo di fisicità che l'artista privilegia nelle sue opere è stata la bellezza corporea del modello standard femminile idealizzato maggiormente nel suo tempo: giovani donne dai seni piccoli, con un corpo perfettamente proporzionato, dall'aspetto etereo, spesso in una posa frontale ma senza pelo pubico o con la vulva strategicamente nascosta.

Come viene notato anche da James Collier, per la società medio-borghese della seconda metà dell'Ottocento questo tipo di rappresentazione sublimata e impersonale era un modo accettabile per mostrare pubblicamente l'immagine e la figura della donna nuda, questo in un momento in cui il moralismo imperante non permetteva di far menzione di argomenti inerenti alla sessualità; non solo, ma nessun uomo rispettabile avrebbe mai osato menzionare le parole "gambe" o "gravidanza" in presenza delle signore. Per poter esser ammirata in tutta la sua nudità, la donna non doveva appartenere a questo mondo.

Non v'è da stupirsi quindi dello scandalo causato dall'Olympia di Édouard Manet quando il quadro fu esposto nel 1863; non più nuda delle donne di Bouguereau, l'"Olympia" veniva però presentata in un contesto d'estrema prosaicità quotidiana: sdraiata su un divano, con un servo che le ha appena portato un mazzo di fiori, presumibilmente inviatole da un ammiratore, il che faceva immediatamente balzare agli occhi il fatto che si trattasse di una semplice prostituta. Mentre Manet ha imbarazzato tutti per il suo riferimento alla prostituzione, gli uomini tramite Bouguereau potevano invece tranquillamente continuare a fantasticare in maniera educata all'interno dei Salon[33].

Le due bagnanti (1884).
Le due bagnanti (1884).

Tra i suoi nudi più ambiziosi vi è sicuramente Due bagnanti (1884), alto contributo ad un genere tradizionale, ma per certi aspetti si tratta anche di un lavoro ampiamente innovativo; gran parte del suo impatto è dovuto alla presentazione dei corpi delineati nei confronti dell'ambiente aperto che fa da sfondo, mettendo in tal maniera ancor più in evidenza le forme di statuaria monumentalità delle due figure nude femminili.

Ancora una volta, come era di norma ai suoi tempi in tema di bagnanti, l'artista rappresenta due donne che non sembrano appartenere alla realtà terrena; immerse come sono in una sorta di visione dentro un ambiente aspro e remoto, del tutto lontano dal mondo urbano e che esiste solo nella realtà pittorica: tutte caratteristiche queste che isolano l'osservatore, dandogli così una sorta di "sicurezza morale" ed impedendo un'interazione o identificazione mondana troppo accentuata[34][35].

Flora e Zefiro (1875).
Flora e Zefiro (1875).

Assai indicative, in tal senso, appaiono opere come Flora e Zefiro (1875) e Stato d'animo notturno (1882), ma soprattutto con Nascita di Venere (1879) e La Primavera (1886), quadri assai sensuali, dai quali, fra l'altro, traspare la sottile ma indubbia influenza di uno dei massimi maestri del neoclassicismo, ossia Jean-Auguste-Dominique Ingres. In altri casi, come ad esempio le numerose "bagnanti", le pose e le forme si fanno più realistiche, perdono classicità e aulicità, ma acquistano un sapore umano, quasi verista, che le rende estranee al mondo ideale dell'accademismo.

Stato d'animo notturno (1882).
Stato d'animo notturno (1882).

Ma è proprio con queste ultime opere che spesso, perdendo l'afflato allegorico o neoclassico sia per gli atteggiamenti sia per i contesti, i nudi di Bouguereau ottennero i maggiori successi e, al tempo stesso, le critiche più frequenti e severe. La pennellata e la tessitura pittorica di Bouguereau, liscia e minuziosa, e il trattamento quasi scultoreo (o marmoreo) delle superfici dei corpi, attirò su di lui l'avversione della critica, e in particolare di coloro che vedevano nella radicale innovazione impressionista il nuovo e ineludibile cammino della pittura.[7]

Joris Karl Huysmans disse, dei nudi di Bouguereau, che « [...] non si tratta neanche più di [superfici] porcellanate, bensì leccate e flaccide». Edgar Degas inventò persino il verbo "bougueroter", per indicare ironicamente lo sfumare e il lisciare la resa plastica dei nudi. Ma se la pittura di Bouguereau fu rifiutata dalla critica, ciò non fu solo per il suo accademismo. Egli infatti, dalla sua autorevole posizione, forse altera ma certamente intransigente, non accettò mai, anzi avversò, la svolta impressionista e post-impressionista e la criticò duramente, a cominciare dalla nascita del Salon des refusès. Per i critici d'arte questo fu considerato come un palese atto di guerra. Ma Bouguereau dichiarò:

«Io accetto e rispetto ogni scuola di pittura che abbia alla base un sincero studio della natura, la ricerca della verità e della bellezza. Così per i mistici, gli impressionisti, i puntinisti, etc., [ma] io non vedo le cose allo stesso modo in cui le vedono loro. Questa è la sola ragione per cui io non mi lego a loro.»


Amorini e giovani contadine


V'era stato uno sviluppo peculiare nella rappresentazione artistica dell'erotismo (anche se visto e interpretato esclusivamente dall'uomo) nel corso del XIX secolo, e l'apertura di questi nuovi campi di possibilità aveva visto Bouguereau immergervisi con decisione. In un momento in cui l'antico ideale della "donna autentica" stava sempre più abbandonando le pose caste ed estremamente virtuose per trasferirsi in un'atmosfera d'innocenza irrimediabilmente perduta, l'erotismo (quasi esclusivamente maschile) artistico si trasferisce sempre più verso le fanciulle - e, in alcuni casi, anche verso i ragazzi - all'inizio dell'età dell'adolescenza, come alla ricerca di un qualche cosa che potesse cancellare quel senso di purezza svanita nel nulla.

Come ben descritto da Jon Stratton c'era una convergenza: dove le ragazzine appena adolescenti hanno cominciato a diventare desiderabili per i membri della borghesia ecco che, anche se l'idea rimane in parte temuta e quindi occultata, si pensa che gli uomini possano celebrare la bellezza estetica del ragazzo o della ragazza adolescente senza eccessive implicazioni di desiderio sessuale, assegnando loro le "virtù femminili" che cominciano a mancare nella figura della donna adulta. A seguito di ciò la figura maschile un po' ambigua (da effeminato) viene molto erotizzata.

Cupido bagnato (1891).
Cupido bagnato (1891).

Bram Dijkstra ha citato a mo' di esempio in piena linea con questo ideale proprio la tela di Bouguereau intitolata Cupido bagnato e mostrato al Salon del 1891:

«"..il maestro non poteva offrire un adolescente più sessualmente stimolante di questo ma, a differenza di Oscar Wilde, che è stato arrestato per pederastia, Bouguereau ha invece ricevuto premi e riconoscimenti".»

Sulla differenza tra i due trattamenti ritorna anche Stratton, dicendo che la colpa di Wilde è stata quella di esser stato colto con le mani nel sacco, mentre il pittore si è sempre mantenuto al sicuro all'interno di un mondo di fantasia e di un desiderio solamente immaginato, idealizzato e reso pertanto poetico[36].

Il lavoro più erotico non è però stato rivolto in prevalenza ai ragazzi, anche se ha prodotto diversi Amorini[37], bensì alle pastorelle e giovanissime contadine; bambinette e ragazzine formano difatti la maggioranza schiacciante delle rappresentazioni femminili all'interno del suo lavoro, e ciò appare non solo nelle opere a tema mitologico, come accennato in precedenza - in qualità di allegoria - seppur la sua reputazione è cresciuta inizialmente proprio in gran parte a causa del folto gruppo di dipinti su ninfe e bagnanti[24], ma soprattutto dalle raffigurazioni della popolazione rurale femminile infantile, bambine colte nelle loro attività più quotidiane.

Quello del contadino è stato un motivo che ha incontrato una grande popolarità alla fine del XIX secolo, anche come idealizzazione forzata di innocenza e purezza derivante direttamente dal Romanticismo, come anche di salute e vigore fisico, ciò nonostante il fatto che la realtà in cui si viveva in quel periodo fosse invero molto difficile, assai differente da quella idilliaca che appare nelle immagini di Bouguereau e di altri che hanno seguito la stessa estetica: sempre perfettamente pulito, felice, spensierato e ben vestito. L'immaginario popolare urbano li ha anche immaginati particolarmente vicini alla realtà più naturale, alla terra e, per estensione, si supponeva fossero anche più appassionati e ardenti in campo amoroso[26].

Come discusso da Karen Sayer:

«Il genere contadino è rimasto uno dei pochi modi in cui la sessualità può legittimamente essere presentata ai fini di dare piacere nell'arte; le donne e le ragazze contadine del XIX secolo sono state poi presentate in un approccio notevolmente voyeuristico, vulnerabile e seducente, per cui le allegorie morali e la seduzione innocente erano solo l'altra faccia della moneta retorica del tempo. Le contadine, in particolare le giovani e belle ragazze, sono state erotizzate in un modo che non è stato possibile per le donne di altre classi, semplicemente perché (come classe sociale) rimanevano distanti dal pubblico della classe media e perché vivevano lontano anche nella realtà, oltre che nella geografia delle idealizzazioni e dell'immaginario sessuale.... Come Bloomfield e Pyne notano, le contadine dovevano essere abbellito per il consumo del pubblico urbano.... in un'attenta rielaborazione dell'ideologia, attraverso il ministero della parola, dell'infanzia e della femminilità. Questo, d'altra parte, si è rivelato inoltre come maniera per ripristinare tutte le donne alla loro funzione di oggetti decorativi, di consumo, i cui i corpi potrebbero essere utilizzati come schermi tramite cui sporgeva il potere maschile.[26]»

La brocca rotta (1891).
La brocca rotta (1891).

Non è difficile vedere le ampie ripercussioni sociali e politiche di questa visione, come ad esempio il consolidamento di un'ideologia di dominio, il pregiudizio e lo sfruttamento delle classi sociali più economicamente indigenti e non istruite; quando si analizza La brocca rotta (1891) Sayer dice che l'immagine della giovane contadina seduta sul bordo di un pozzo a piedi nudi, con i capelli vagamente legati e mentre l'osservatore con il vaso rotto ai suoi piedi, è metafora di seduzione ma allo stesso tempo di pericolo, di conoscenza e innocenza sessuale ad un tempo. Indica allora con chiarezza la potenza della sessualità, un potere che richiede una reazione atta a dissolverne la minaccia: un potere tanto più minaccioso quanto più viene lasciato intravedere attraverso la distanza dell'idealizzazione pastorale e in particolare dal fatto che si tratta di una giovinetta e non di una donna adulta[26].

Per quel che concerne gli adolescenti maschi invece, la neutralizzazione del potere sessuale viene realizzato tramite la loro mitizzazione, mostrandoli come Cupido e trasportandoli così in una sfera sopramondana; vi è anche la preferenza per la forma sintomatica latina dell'amore proveniente dal dio, meno sessualizzata di quanto avviene nella sua forma greca costituita da Eros: entrambi sono in ogni caso giovinetti di sesso maschile[38].

Il trattamento di queste opere, delicate e sentimentali, ha anche collaborato ad aumentare l'allontanamento dalla realtà. L'artista dipinse molti Amorini, dicendo che questi avevano incontrato le richieste e i gusti del mercato: "Dal momento che i temi umili, la drammatica e l'eroica non vendono, e come il pubblico preferisce Venere e Cupido, dipingerò questo per piacergli, dedicandomi soprattutto a Venere e a Cupido."[37]

Giovanetta che si difende da Cupido (1880).
Giovanetta che si difende da Cupido (1880).

Alyce Mahon, commentando la Giovinetta che si difende da Cupido (1880) ha detto che la neutralizzazione sessuale viene fatta in questo caso anche attraverso la composizione, dove la giovane sorridente mostra d'esser compiaciuta per l'amore che la giovanissima divinità pare rivolgerle, ma allo stesso tempo cerca di allontanarlo con le braccia, mentre l'ambiente, di nuovo un paesaggio idilliaco, offre particolari interessanti come il bel corpo seminudo della giovinetta e le rosee natiche esposte del piccolo dio[38].

D'altra parte per quel tipo di pubblico dai gusti più improntati al conservatorismo le sue opere erotiche erano spesso vere e proprie pietre d'inciampo; Ninfe e satiro, anche se divenuto il suo lavoro più popolare negli Stati Uniti, per molti anni ha più volte disturbato i moralisti[39] sparpagliati per tutto il paese d'oltreoceano[30][40].

Il vespaio (1893)
Il vespaio (1893)

Il vespaio (o L'invasione del regno di Cupido, 1893) è stato attaccato a suo tempo da un critico come opera più adatta ad un bordello[41] che a una mostra d'arte. Un nudo che era stato inviato a Chicago scatenò una vera e propria tempesta sulla stampa locale, che giunse a dire di Bouguereau: "uno di quei bastardi che con il suo talento mira a corrompere la morale del mondo"[42].

La Primavera, quando è stato esposto a Omaha nel 1890 ha finito per essere vandalizzato da un pastore presbiteriano, che gli lanciò contro una sedia e procurò in tal modo un ampio strappo alla tela: la giustificazione dell'atto compiuto fu che l'opera aveva risvegliato in lui pensieri e desideri impuri[43].

Tuttavia, sia McElrath che Crisler dicono che anche nelle sue opere più esplicitamente erotiche, non è mai venuto meno a ciò che allora era considerato "buon gusto" e non si è mai abbassato a lavorare su temi "sordidi, luridi e ripugnanti" come fecero i suoi contemporanei Henri de Toulouse-Lautrec, Edgar Degas e Gustave Courbet[44]. Altri autori, come Mittchel & Reid-Walsh, John Brewer e Tobin Siebers hanno ribadito la complessità e sottolineato le ambiguità e tensioni che stanno alla base del lavoro erotico di Bouguereau[45][46].
Egli trasmette difatti un'ampia gamma di significati in questo aspetto del suo lavoro, offrendo al contempo una notevole testimonianza visiva del pensiero ideologico prevalente del suo tempo e dei cambiamenti in corso in quella società[26].


Opere religiose e storiche


Dopo il periodo di lutto (1877) e gli anni che seguirono Bouguereau si dedicò anche a temi religiosi, abbandonando i sogni idilliaci dell'antichità che tanto aveva inseguito e trattato negli anni precedenti. Affiorarono allora nelle sue tele le atmosfere dell'arte bizantina e della religiosità rinascimentale, mentre la sua ispirazione si accostò, anche se con cautela, ai temi e alle composizioni del movimento preraffaellita: del 1887 è infatti "Mater afflictorum" e del 1900 la "Regina angelorum". Di questo periodo è anche la decorazione della cattedrale de La Rochelle e delle chiese parigine di Santa Clotilde, di Saint Augustin e di Saint-Vincent de Paul.[47]

Fu questa forse la logica fase creativa di un uomo ormai anziano che si volse a contenuti di una sempre più vissuta spiritualità, nella quale la sua educazione cattolica riprese significato e vigore.

Zenobia trovata dai pastori sulle rive del fiume Arasse (1850).
Zenobia trovata dai pastori sulle rive del fiume Arasse (1850).

Le opere d'impronta più prettamente storica, con il loro forte concetto di temporalità, sono state considerate retoriche con scopo eminentemente didattico, mettendo in ombra perciò le sue motivazioni più letterarie, del folclore e dell'erudizione antiquaria. Di solito l'artista ha qui sottolineato i valori positivi e più grandi in un approccio che ha avuto un pizzico di sensazionalismo per l'impatto ed il brivido prodotto nel pubblico. Anche se spesso tali opere erano evocazioni sentimentali, in altri casi vi è stata una grave preoccupazione e profusione d'impegno nel ricostruire il passato storico con precisione o nell'intento di trasmettere un messaggio morale valido per l'elevazione dell'istruzione della comunità a cui si rivolgeva[48][49].

Napoleone III in visita agli alluvionati di Tarascona (1856).
Napoleone III in visita agli alluvionati di Tarascona (1856).

Tipici esempi di questo approccio sono visibili nel lavoro che gli valse il Prix de Rome nel 1850, Zenobia trovata dai pastori sulle rive del fiume Arasse, che ha sostenuto i valori morali e la pietà, quando ha raccontando l'episodio della regina incinta accoltellata e abbandonata dal marito, ma salvata e guarita dai pastori gentili[49]; questo successo gli ha poi fruttato una commissione di stato realizzata con Napoleone III in visita agli alluvionati di Tarascona (1856), fortemente basato su una caratterizzazione di tipo civile e sociale.[50].

Alma parens o Amore materno (1883).
Alma parens o Amore materno (1883).

Nello stesso campo possono essere incluse anche le allegorie, come Alma parens (1883), una rappresentazione della Patria piena di "senso civico", dove una donna con una corona di alloro sul capo sta seduta su un trono, circondata da bambini che rappresentano i cittadini, ossia il gregge alla ricerca di un sicuro rifugio. Ai suoi piedi, i simboli di ricchezza della terra: un ramo di vite e spighe di grano. Del tutto simile è anche Carità (1859), in cui è presentata una figura materna e protettiva circondata da infanti[51].

Come accadde con i suoi dipinti religiosi, anche i soggetti storici cominciarono a cadere del tutto di moda attorno al 1860, per lasciare spazio e favorire sempre più le questioni più prosaiche della realtà mondana[52][53]. Bailey Van Hook ha detto che, nonostante la distinzione dei temi, il trattamento formale che Bouguereau ha dato in molti casi era piuttosto simile per tutti i generi che ha trattato, stabilendo un'eguale standard di costruzione delle figure e dei modi all'interno delle scene che componeva[37].

Omero e la sua guida (1874).
Omero e la sua guida (1874).

Laura Lombardi sembra essere d'accordo in parte con questa idea, ma ha sottolineato che la principale caratteristica nel suo lavoro di genere storico è una compenetrazione felice di riferimenti classici e suggestioni del suo tempo, citando l'esempio di Omero e la sua guida (1874), che porta alla luce il tema dell'antica Grecia, fatto però con la vivacità di uno studio di vita reale[54].


L'insegnamento


L'artista stesso ha scritto:

«La teoria non ha posto.... nella formazione di base dell'artista. Sono l'occhio e la mano che devono essere esercitati durante gli anni di formazione dei giovani.... È sempre possibile in seguito acquisire le conoscenze necessarie per la produzione di un'opera d'arte, ma mai - e sottolineo questo punto - la perseveranza e la tenacia di un uomo maturo sarà sufficiente se la pratica è insufficiente e non può esservi maggiore angoscia di quella sentita dall'artista che vede la realizzazione del proprio sogno ostacolata da un'esecuzione mediocre[23]

Les premiers bijoux (1891).
Les premiers bijoux (1891).

Bouguereau dopo Bouguereau


Pochi anni dopo la sua scomparsa e sino alla metà del 1900 la fama di Bouguereau e l'apprezzamento per la sua arte scemarono rapidamente, e, già nei primi lustri dopo la sua morte, il nome stesso di Bouguereau disparve dalle enciclopedie generaliste, così come dall'insegnamento della Storia dell'Arte, nel quale se egli fu menzionato lo fu soltanto per indicare un esempio da non seguire.[3]

Del resto, non appena l'influenza dell'esaltazione modernista si diffuse nella Critica d'arte al punto di divenire il pensiero "ufficiale"[55], tutta l'arte accademica cadde nel discredito.[9] Fu condannata, svalutata[56] e messa all'indice[57] proprio da quell'infatuazione modernista che credeva solo ai nuovi orizzonti dell'avanguardia[58]. L'accademismo fu oggetto di scherno[59], spesso basato su citazioni di Émile Zola o di Huysmans, e venne infangato da affermazioni diffamanti[60].

Si rimproverò a Bouguereau la sua partecipazione alle giurie dei Salon ufficiali della fine del 1800, che si opponevano all'ammissione di opere appartenenti a movimenti moderni. Emblematica fu l'espressione di Paul Cézanne quando soprannominò il Salon de Paris il "Salon di Bouguereau"[61].

Ma, a partire dal 1950, Salvador Dalí manifestò la sua ammirazione per l'opera di Bouguereau opponendolo a Picasso ed aprendo la porta alla rivalutazione del pittore francese. Nel libro "I cornuti della vecchia arte moderna"[62] Dalì scrisse:

«Picasso, che ha paura di tutto, fabbricava cose laide per paura di Bouguereau. Ma lui, a differenza di altri, le faceva apposta, cornificando così certi critici ditirambici che pretendevano di "ritrovare la bellezza"[63]»

Dopo la retrospettiva dedicata a Bouguereau organizzata al Petit Palais nel 1984, la considerazione per l'opera di Bouguereau aumentò progressivamente, sullo sfondo delle controversie fra sostenitori e detrattori di una rivalutazione dell'arte accademica. Con tutto ciò, all'apertura del Museo d'Orsay nel 1986, l'esposizione di quadri accademici venne ancora severamente bocciata dalla maggioranza dei critici[64]. Nel 2001 Fred Ross, presidente dell'Art Renewal Center, che sosteneva la riabilitazione di Bouguereau, fustigò senza mezzi termini quella critica che egli stimava essere una forma evidente di "propaganda" del modernismo, poiché secondo lui aveva condotto al « sistema di pensiero più oppressivo e restrittivo di tutta la Storia dell'Arte[senza fonte] »[65]. Ross fece anche pubblicare un catalogo ragionato delle opere di Bouguereau redatto da Damien Bartoli. Nel 2006-2007 ebbe luogo una mostra dedicata a Bouguereau e ai suoi allievi e seguaci americani nel Philbrook Museum of Art[66]. L'elevata quotazione dei quadri testimoniò un forte ritorno di interesse da parte dei collezionisti[67] e del gusto del pubblico per le tele di Bouguereau esposte nei musei americani ed europei[68]. Il dibattito sulla validità artistica dell'accademismo era ed è ancora attuale.

Il granchio
Il granchio
Studiando l'uccellino, 1869
Studiando l'uccellino, 1869
La piccola magliaia, 1882
La piccola magliaia, 1882
Gabrielle Cot, 1890
Gabrielle Cot, 1890

Alcune opere


Lo stesso argomento in dettaglio: Opere di William-Adolphe Bouguereau.
Le raccoglitrici di nocciole (1882)
Le raccoglitrici di nocciole (1882)
Il libro delle favole
Il libro delle favole

Allievi


Tra i suoi innumerevoli studenti, vi sono stati:

Prime carezze (1866)
Prime carezze (1866)
La flagellazione di Nostro Signore Gesù Cristo (1880).
La flagellazione di Nostro Signore Gesù Cristo (1880).

Onorificenze



Onorificenze francesi


Grand Ufficiale della Legion d'onore

Onorificenze straniere


Commendatore dell'Ordine di Isabella la Cattolica

Note


Biblis (1884).
Biblis (1884).
L'onda (1896).
L'onda (1896).
L'Amour s'envole (1901).
L'Amour s'envole (1901).
  1. (EN) The Editors of Encyclopædia Britannica, William-Adolphe Bouguereau, su Britannica.com, 20 luglio 1998. URL consultato il 10 agosto 2017.
  2. Wissman, p. 110.
  3. (EN) Mark Roth, Gifted artist? Bouguereau's work controversial more a century after his death, su Post-Gazette.com, 20 agosto 2007. URL consultato il 10 agosto 2017.
  4. (EN) Grace Glueck, To Bouguereau, Art Was Stricrly "The Beautiful, su The New York Times, 6 gennaio 1985. URL consultato il 13 agosto 2017.
  5. Nelle firme dei suoi quadri, tuttavia, il nome Adolphe non compare mai
  6. Wissman, p. 11.
  7. Wissman.
  8. Bartoli/Ross.
  9. Andrews, pp. 222-223.
  10. Wissman, p. 12.
  11. Wissman, p. 24.
  12. Wissman, p. 15.
  13. James Harding,1980, p.
  14. Wissman, p. 114
  15. Fred Ross. William Bouguereau: Genius Reclaimed. Art Renewal, 27 gennaio 2013
  16. Tanner, Jeremy. The sociology of art: a reader. Routledge, 2003. pp. 5-6
  17. Collingwood, W. G. The Art Teaching of John Ruskin. Read Books, 2008. pp. 73-74
  18. Kino, Carol. "Returning the gaze". In: The National. August 20. 2009
  19. Maurer, Naomi. The pursuit of spiritual wisdom: the thought and art of Vincent van Gogh and Paul Gauguin. Fairleigh Dickinson University Press, 1998, pp. 5-6
  20. William Bouguereau. Rehs Galleries Inc.
  21. Turner, p. 39
  22. Langmuir, Erika. Imagining childhood. Yale University Press, 2006, pp. 10-13
  23. Walker, Mark . Bouguereau at Work. Art Renewal Center
  24. Uhr, Horst. Lovis Corinth. University of California Press, 1990, pp. 33-36
  25. Palmer, Allison Lee. Historical Dictionary of Romantic Art and Architecture. Scarecrow Press, 2011, p. 43
  26. Sayer, Karen. Women of the fields: representations of rural women in the nineteenth century. Manchester University Press ND, 1995, p. 19
  27. Roberts, William J. France: a reference guide from the Renaissance to the present. Infobase Publishing, 2004, p. 171
  28. Zeldin, Theodore. A History of French Passions 1848-1945: Volume II: Intellect, Taste, and Anxiety. Oxford University Press, 1993, p. 447
  29. Addison, Julia de Wolf. Classic Myths in Art: An Account of Greek Myths as Illustrated by Great Artists, 1905. Reimpressão Kessinger Publishing, 2003, p. 153
  30. D'Emilio, John & Freedman, Estelle B. Intimate matters: a history of sexuality in America. University of Chicago Press, 1988, p. 108
  31. Kaplan, Julius. "Lefebvre, Jules". In: Turner, Jane. The Grove dictionary of art: From Monet to Cézanne: late 19th-century French artists. Oxford University Press, 2000, p. 269
  32. (EN) Michael Murphy, Proust and America, Liverpool University Press, 2008, p. 209
  33. James Lincoln Collier, The Rise of Selfishness in America, iUniverse, 2005, pp. 112-113
  34. Charles Harrison, Painting the difference: sex and spectator in modern art, University of Chicago Press, 2005, pp. 66-67
  35. Linda Nochlin, Bathers, bodies, beauty: the visceral eye, Harvard University Press, 2006, pp. 19-20
  36. Stratton, Jon. The desirable body: cultural fetishism and the erotics of consumption. University of Illinois Press, 2000, p. 120
  37. Van Hook, Bailey. Angels Of Art: Women And Art In American Society, 1876-1914. Pennsylvania State University Press, 2004, pp. 31-33
  38. Mahon, Alyce. Eroticism & art. Oxford University Press, 2005, pp. 22-23
  39. Life, 3 maio 1948, p. 135
  40. Beisel, Nicola Kay. Imperiled Innocents: Anthony Comstock and Family Reproduction in Victorian America. Princeton University Press, 1998, p. 181
  41. Franch, John. Robber Baron: the life of Charles Tyson Yerkes. University of Illinois Press, 2006, p. 210
  42. Dreiser, Theodore. The Genius. 1915. Reimpressão Kessinger Publishing, 2004, p. 52
  43. Schmidt, Leigh Eric. Heaven's Bride: The Unprintable Life of Ida C. Craddock, American Mystic, Scholar, Sexologist, Martyr, and Madwoman. Basic Books, 2010, p. 258
  44. McElrath, Joseph R. & Crisler, Jesse S. Frank Norris: a life. University of Illinois Press, 2006, p. 89
  45. Mittchel, Claudia & Reid-Walsh, Jacqueline. Girl Culture. Greenwood Publishing Group, 2007, p. 366
  46. Brewer, John. The American Leonardo: a tale of obsession, art and money. Oxford University Press, 2009, pp. 24-25
  47. Biografia di BOUGUEREAU William-Adolphe e opere relative alla Crocifissione, Deposizione e Resurrezione di Gesù Cristo, su PassionediCristonellarte.it. URL consultato il 10 agosto 2017.
  48. Weber, p. 154
  49. Larson, Kay. "Passion on demand". In: New York Magazine, 23 jan. 1984, pp. 54-55
  50. Turner, p. 40
  51. William-Alphonse Bouguereau. Art Renewal Center
  52. Zeldin, p. 476
  53. House, John. Pierre-Auguste Renoir: La promenade. Getty Publications, 1997, pp. 5-6
  54. Lombardi, Laura. From Realism to Art Nouveau. Sterling Publishing Company, Inc., 2009, p. 15
  55. Corinne Robins, The Pluralist Era American Art: 1968-1981, Edizioni Harper & Row, 1984.
  56. Academic American Encyclopedia
  57. Michael Kimmelman, Forgiving the popular painting, 1989
  58. Tim Barringer, Rethinking Delaroche/Recovering Leighton, 2001
  59. Lisa Small sul kitsch (archiviato)
  60. Damien Bartoli (archiviato)
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  62. Salvador DALI:Les cocus du vieil art moderne Archiviato il 29 giugno 2013 in Internet Archive.
  63. Michael Kimmelman, Forgiving the popular painting, 1989 - Andrea Kupfer Schneider, Creating the Musée d'Orsay, Penn State Press, 1998
  64. Copia archiviata (PDF), su arthistory.sbc.edu. URL consultato il 28 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2012).pagina web nn correlata[non chiaro]
  65. In the Studios of Paris: William Bouguereau & His American Students
  66. Carly Berwick, Who Is Buying All Those Bouguereau? New York The sun, 2005
  67. Sarah Hall, director of Curatorial Affairs for the Frick Art & Historical Center

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I nudi di Bouguereau


Elegia (1899).
Elegia (1899).

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[de] William Adolphe Bouguereau

William Adolphe Bouguereau [.mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}vijɑ̃ adɔlf buɡø'ʁo] (auch Adolphe-William Bouguereau; * 30. November 1825 in La Rochelle (Département Charente-Maritime); † 19. August 1905 ebenda) war ein französischer Maler des 19. Jahrhunderts und gilt als Meister des Akademischen Klassizismus und des Klassischen Realismus.

[en] William-Adolphe Bouguereau

William-Adolphe Bouguereau (French pronunciation: ​[wiljam adɔlf buɡ(ə)ʁo]; 30 November 1825 – 19 August 1905) was a French academic painter. In his realistic genre paintings he used mythological themes, making modern interpretations of classical subjects, with an emphasis on the female human body.[1] During his life, he enjoyed significant popularity in France and the United States, was given numerous official honors, and received top prices for his work.[2] As the quintessential salon painter of his generation, he was reviled by the Impressionist avant-garde.[2] By the early twentieth century, Bouguereau and his art fell out of favor with the public, due in part to changing tastes.[2] In the 1980s, a revival of interest in figure painting led to a rediscovery of Bouguereau and his work.[2] He finished 822 known paintings, but the whereabouts of many are still unknown.[3]

[es] William-Adolphe Bouguereau

William-Adolphe Bouguereau (La Rochelle, 30 de noviembre de 1825-ibídem, 19 de agosto de 1905) fue un pintor francés, uno de los principales exponentes del academicismo.

[fr] William Bouguereau

William Bouguereau est un peintre français né le 30 novembre 1825 à La Rochelle où il est mort le 19 août 1905.
- [it] William-Adolphe Bouguereau

[ru] Бугро, Вильям

Вилья́м-Адо́льф Бугро́ (фр. William-Adolphe Bouguereau [buɡ(ə)ʁo]; 30 ноября 1825 года, Ла-Рошель — 19 августа 1905 года, там же) — французский живописец, видный представитель салонного академизма XIX века.



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