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La chiesa di Orsanmichele, detta anticamente anche chiesa di San Michele in Orto, si trova a Firenze ed era una loggia costruita in origine per il mercato delle granaglie, in seguito trasformata in chiesa delle Arti, le antiche corporazioni fiorentine.

Chiesa di Orsanmichele
Esterno notturno
Stato Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Coordinate43°46′14.73″N 11°15′18.61″E
Religionecattolica di rito romano
TitolareMichele arcangelo
Arcidiocesi Firenze
ArchitettoSimone Talenti, Neri di Fioravante, Benci di Cione Dami
Stile architettonicogotico
Inizio costruzione1337
Completamento1380 circa
Sito webwww.polomuseale.firenze.it/cappelle.html

La chiesa occupa il solo piano terreno, mentre il piano primo era il vero e proprio deposito delle granaglie ed il piano secondo probabilmente era usato dalle corporazioni fiorentine.


Storia


Buca per le granaglie, in un pilastro
Buca per le granaglie, in un pilastro

Origini


Sul luogo, in via de' Calzaiuoli a metà strada tra il duomo di Santa Maria del Fiore e Palazzo Vecchio esisteva un monastero femminile con vasti terreni ad orto, nel quale un primitivo oratorio fu sostituito intorno alla metà dell'VIII secolo dalla piccola chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, chiamata San Michele in Orto, da cui derivò il nome di "Orsanmichele".


La costruzione


«E ordinossi che ciascuna arte di Firenze prendesse il suo pilastro, e in quello facesse fare la figura di quel santo in cui l'arte ha riverenza; e ogni anno per la festa del detto santo i consoli della detta arte facessono co' suoi artefici offerta, e quella fosse della compagnia di Santa Maria d'Orto San Michele per dispensare a' poveri di Dio; che fu bello ordine e divoto e onorevole a tutta la città.»

(Giovanni Villani, Nuova Cronica, XII 67)

La chiesa fu demolita intorno al 1240 per far posto ad una loggia destinata a mercato delle granaglie. Una prima loggia venne eretta ad opera probabilmente di Arnolfo di Cambio nel 1290. Su uno dei pilastri si trovava un dipinto, forse ad affresco, di una Madonna del Popolo, ritenuta miracolosa e oggetto di grande devozione popolare. Del culto e della gestione delle donazioni e elargizioni ex voto si occupava la compagnia dei Laudesi. La loggia fu gravemente danneggiata da un incendio il 10 luglio 1304; ricostruita tra il 1337 e il 1350 da Simone Talenti, Neri di Fioravante e Benci di Cione Dami, ebbe la forma attuale, di maggiori dimensioni e a pianta rettangolare.

Le trifore del pian terreno
Le trifore del pian terreno

Il 26 luglio 1343, giorno di sant'Anna, venne cacciato con una sollevazione popolare il dispotico Duca d'Atene Gualtieri VI di Brienne, da cui derivò la dedica a sant'Anna di un altare della chiesa. Il ruolo assunto dalle Arti nella cacciata del tiranno, fece sì che da allora ogni 26 giugno la chiesa venisse addobbata delle bandiere delle Arti, diventando di fatto "il tempio" di queste corporazioni.

Nel 1347 Bernardo Daddi dipinse la Madonna delle Grazie che andò a sostituire l'antica immagine venerata, andata distrutta nell'incendio. I lavori si interruppero nel 1349 per la crisi innescata dalla peste nera, venendo ripresi tra il 1360 e il 1366, quando si arrivò oltre la cornice del parapetto del primo piano. Nello stesso periodo si decise di tamponare le arcate al piano terra e allontanare il mercato per creare la chiesa. Nel 1359 l'Orcagna firmava il tabernacolo marmoreo per l'immagine mariana all'interno. Nel 1380 resta la notizia di una fornitura di marmo bianco di Carrara per le bifore ai piani superiori. Nel 1386 il legnaiolo Bartolo di Dino è incaricato di provvedere alle capriate per la copertura della fabbrica. In quell'occasione Franco Sacchetti fece rispolverare una serie di formelle con figure di mezzi apostoli della scuola di Giovanni Pisano (di Giovanni di Balduccio) e porre in posizione d'onore nelle arcate tamponate.

Nel frattempo, dal 1339, l'arte della Seta aveva chiesto al Comune il permesso per eseguire una serie di tabernacoli con le statue dei santi protettori delle Arti, cosa che venne accolta solo nel 1404, nonostante alcune Arti avessero già fatto approntare alcune statue. Venne allora stabilito quali arti avevano il privilegio di uno dei quattordici tabernacoli, la cui decorazione doveva avvenire entro dieci anni pena la perdita del diritto a favore di un'altra Arte. In realtà i tempi furono spesso più lunghi. Ne nacque così uno straordinario ciclo scultoreo dei più grandi artisti fiorentini soprattutto del Quattrocento (Nanni di Banco, Donatello, Brunelleschi, Verrocchio, Ghiberti e altri), che composero uno straordinario compendio del passaggio dalle forme tardogotiche a quelle pienamente rinascimentali.


I secoli successivi


L'edificio era sede della potente confraternita della Madonna di San Michele in Orto, o compagnia dei Laudesi. Nel 1569 il granduca Cosimo I insediò ai piani superiori, che mai erano stati usati per lo stoccaggio delle granaglie per i quali erano stati costruiti, l'Archivio Notarile, affidando l'adattamento dei saloni al Buontalenti. In quell'occasione l'architetto granducale fece anche il pontile ad arco che congiunge il primo piano dell'edificio con la scalinata nel palazzo dell'Arte della Lana, essendo il passaggio nel pilone troppo esiguo.

Tra Sette e Ottocento le statue di marmo vennero annerite da una patinatura scura che le voleva far assomigliare al bronzo, per renderle tutte omogenee. A questo processo non venne sottoposta la Madonna della Rosa, che dal 1628 si trovava nell'interno della chiesa. Oggi è sede ecclesiastica dell'Arciconfraternita di Parte Guelfa che vi compie le proprie celebrazioni liturgiche solenni.


I restauri


Orsanmichele nel 1941, in previsione degli eventi bellici
Orsanmichele nel 1941, in previsione degli eventi bellici

Tra il 1834 e il 1839 si ebbe un primo restauro da parte di Giuseppe Martelli e nel 1844 Pasquale Poccianti intervenne sulla statica del secondo piano. Nel 1853 vennero rifatte le decorazioni delle bifore dell'attico. L'archivio venne trasferito nel 1883 e si diede il via un nuovo restauro che, in piena epoca di "Risanamento", prevedeva progetti disparati, dalla riapertura dalla loggia al pian terreno, alla demolizione dell'arco e del palazzo dell'Arte della Lana per isolare Orsanmichele nel contesto urbano. Alla fine gli interventi, guidati da Giuseppe Castellazzi e Luigi Del Moro, si risolsero in una manutenzione ordinaria e in alcune piccole modifiche. Nel 1941 Orsanmichele fu oggetto di particolari cure in previsione del conflitto aereo con la rimozione di una parte delle statue e la protezione con impalcature e sacchi di sabbia delle restanti. In quell'occasione la Soprintendenza commissionò una dettagliata campagna fotografica.

Solo nel 1960 si iniziò a procedere per un completo restauro, sia delle strutture statiche che dell'apparato decorativo. Nel 1984 iniziò il processo di revisione di tutto il paramento lapideo del complesso, facilitato nel 1986 dall'arrivo di un cospicuo finanziamento durante l'anno di Firenze Capitale della cultura europea. Si procedette alla pulitura, al consolidamento e la protezione di tutte le decorazioni esterne. Le statue vennero tutte restaurate (l'ultima è stata il San Matteo, nel 2005) e negli anni '90 si prese la decisione di non ricollocarle all'esterno, creando il Museo di Orsanmichele, nei piani superiori, che venne aperto per la prima volta nel 1996. Grazie alla sponsorizzazione e a un generoso lascito della Ross Family Charitable Foundation di New York, in particolare grazie all'interessamento di Courtney Ross, che celebrò in Orsanmichele le sue seconde nozze nel 2000, la chiesa ricevette un inatteso finanziamento che venne usato soprattutto per restaurare le statue, il gruppo dell'altare di Sant'Anna, gli affreschi e per creare le copie da porre all'esterno nelle nicchie e altre copie in gesso.

Il Museo e la Chiesa sono visitabili il martedì e il sabato per fasce orarie (10:30/11:40/12:50/14:15/15:25/16:35). Per informazioni più dettagliate chiedere alla biglietteria lato Chiesa via dei Calzaiuoli. Da tempo Orsanmichele è usata anche per concerti e nel 2006, dal punto di vista religioso, è diventata rettoria, riprendendo regolare servizio liturgico.


Architettura


Caratteristica di Orsanmichele è il trattamento raffinato e curatissimo delle superfici, a partire dalle grandi trifore gotiche decorate da fini trafori e da statuette collocate al livello della linea d'imposta degli archi. I piani superiori hanno un paramento liscio in pietraforte, sul quale si aprono grandi bifore marmoree, decorate, tra l'altro, da stemmi della Repubblica fiorentina e delle Arti. Il coronamento è composto da archetti trilobi poggianti su mensole. I pilastri tra le trifore ospitano le celebri nicchie con le statue dei santi patroni delle corporazioni di mestieri, con opere dei più importanti scultori fiorentini dell'epoca.

Si accede oggi all'interno da uno dei due portali su via dell'Arte della Lana, mentre l'ingresso dietro l'altare, su via de' Calzaiuoli, è oggi occupato da uno stand dell'ufficio prenotazioni della Soprintendenza. L'interno è a due navate, con due grandi pilastri quadrati al centro, che reggono, assieme ai semipilastri addossati alle pareti, le sei volte a crociera a tutto sesto, che sostengono i saloni superiori. Sulla porta dell'angolo nord-ovest si trova lo staio, antica unità di misura per le granaglie e la biada. L'arco della volta mostra l'apertura dove erano issati i sacchi, mentre i pilastri sul lato nord mostrano le bocche di scarico, dove esistevano dei canali per far scorrere il grano dal magazzino superiore.

Per accedere ai piani superiori esiste una ripida scala a chiocciola nel pilastro d'angolo nord-ovest oppure si può passare dall'edificio di fronte, il Palazzo dell'Arte della Lana, attraverso l'archetto che collega i due palazzi, formando uno scorcio pittoresco della città fra i più famosi, soprattutto grazie alle stampe ottocentesche su Firenze. Per esigenze di sicurezza soltanto questo secondo passaggio è usato per accedere al museo.

Il portale sinistro su via dell'Arte della Lana ha ornati che sono opera di Niccolò di Pietro Lamberti, databili al 1410.


Sculture dei tabernacoli esterni


A partire dall'Ottocento sono state realizzate copie di alcune delle statue, le quali sono state messe al sicuro all'interno del museo al primo piano dell'edificio. Inoltre soltanto tre statue originali sono in bronzo: quelle della Arti più ricche (Calimala, del Cambio e della Lana), dato che il costo di una statua bronzea era almeno 10 volte più alto di quello di una statua in marmo. Le copie però furono a volte realizzate in un materiale diverso da quello originario: tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento infatti si reputava disarmonico l'accostamento fra marmo e bronzo, per cui si era provveduto a fare copie in bronzo invece che in marmo e si era addirittura arrivati ad annerire con delle sostanze oleose alcune statue in marmo per ottenere uniformità, un procedimento scriteriato che ha macchiato irrevocabilmente alcune delle statue (soprattutto il San Jacopo del Lamberti).

Rif.ImgAutoreStatuaRilieviMaterialeAnnoAltezza (cm)ArteStato
1Lorenzo GhibertiSan Matteobronzo1419-1423270CambioCopia, originale nel museo
2Lorenzo GhibertiSanto Stefanobronzo1427-1428260LanaCopia, originale nel museo
3Nanni di BancoSant'EligioMiracolo del cavallo risanatomarmo1417-1421240FabbriCopia, originale nel museo
4DonatelloSan Marcomarmo1411-1413248Linaioli e RigattieriCopia, originale nel museo
5Niccolò di Pietro Lamberti (?)San JacopoDecollazione di San Giacomomarmo1410-1422213PellicciaiCopia, originale nel museo
6Piero di Giovanni Tedesco (attr.)Madonna della Rosamarmo1399 circa220Medici e SpezialiCopia, originale nel museo
7Baccio da MontelupoSan Giovanni Evangelistabronzo1515266SetaCopia, originale nel museo
8Lorenzo GhibertiSan Giovanni Battistabronzo1412-1416268CalimalaCopia, originale nel museo
9Andrea del Verrocchio (S. Tommaso)

Donatello e Michelozzo (tabernacolo)

Incredulità di San Tommasobronzo1467-1483 (S. Tommaso)

1423ca (tabernacolo)

241 e 203Tribunale della MercanziaCopia, originale nel museo
10GiambolognaSan Lucabronzo1597-1602273Giudici e NotaiCopia, originale nel

cortile del Museo del Bargello

11Filippo Brunelleschi e DonatelloSan Pietromarmo1408-1413243BeccaiCopia, originale nel museo
12Nanni di BancoSan Filippomarmo1410-1412250CalzaiuoliCopia, originale nel museo
13Nanni di BancoQuattro Santi CoronatiI santi intenti all'opera di scultoremarmo1409-1417203Maestri di Pietra e LegnameCopia, originale nel museo
14DonatelloSan GiorgioSan Giorgio libera la principessamarmo1415-1417209Arte dei Corazzai e SpadaiCopia, originale nel Museo del Bargello

I tondi


Lo stemma di Firenze di Luca della Robbia
Lo stemma di Firenze di Luca della Robbia

Sopra ciascun tabernacolo, in alto, si trovano una serie di grandi medaglioni dove l'arte proprietaria del tabernacolo sottostante inseriva il proprio stemma. Questo poteva essere ad affresco o in terracotta policroma invetriata: mentre i primi sono ormai quasi tutti illeggibili, i secondi sono ancora ben visibili e spesso di grande pregio.

Sul tabernacolo del Tribunale di Mercatanzia si trova un giglio di Firenze entro una ghirlanda fatto da Luca della Robbia nel 1463. Anche i medaglioni dell'Arte dei Giudici e Notai e dell'arte dei Maestri di Pietra e Legname sono di Luca della Robbia (il secondo non è a rilievo), mentre quello dell'Arte della Seta, con due cherubini che reggono lo stemma, è di Andrea.

Il tondo con lo stemma dell'Arte dei Beccai non è rinascimentale: esso venne fatto in stile nel 1858 dalla Manifattura di porcellane Ginori, a spese dei macellai di Firenze, in onore ai loro colleghi antenati.


Interno


L'altare di Sant'Anna
L'altare di Sant'Anna

Altari


L'altare di sinistra presenta il gruppo marmoreo di Sant'Anna, la Madonna e il Bambino di Francesco da Sangallo (1526 circa). Esso sostituì un'immagine dipinta, commissionata dalla Signoria, in ringraziamento per la cacciata da Firenze di Gualtieri VI di Brienne, il Duca d'Atene.

Nel lato opposto si trova il tabernacolo costruito da Andrea Orcagna tra il 1349 e il 1359 per ospitare la Vergine col Bambino e gli Angeli (dipinto di Bernardo Daddi del 1347), che sostituiva un'immagine miracolosa, la Madonna di Orsanmichele (di Ugolino di Nerio) un tempo collocata sui pilastri della prima loggia e probabilmente bruciata nell'incendio del 1304. Il tabernacolo è un fastoso baldacchino con intarsi marmorei colorati, dorature e minute decorazioni geometriche. L'edicola è sorretta da quattro pilastri con colonnine tortili, sui quali si impostano archi a tutto sesto, cuspidi triangolari e pinnacoli. Il basamento è decorato da formelle a altorilievo con Virtù e storie di Maria; la parte posteriore invece è decorata da un unico, grande bassorilievo col Transito e Assunzione della Vergine, dove si trova anche la firma dell'artista, che si qualifica "archimagister" e la data 1359. Sui pilastri e sulla fascia orizzontale superiore si trovano alcune statuette e mezze figure a rilievo, con angeli, profeti, sibille, virtù e apostoli. La cupoletta ovoidale è decorata al vertice da un rilievo del Redentore.

Il recinto marmoreo, con grate in bronzo, colonnine tortili agli angoli e angeli reggicandela, è opera di Pietro Migliore del 1366.


Affreschi


L'interno
L'interno
Le volte
Le volte
Il tabernacolo dell'Orcagna
Il tabernacolo dell'Orcagna
Madonna col Bambino in trono di Bernardo Daddi
Madonna col Bambino in trono di Bernardo Daddi

All'interno molti affreschi della fine del XIV secolo (ricoperti da un'intonacatura nel XVIII secolo e riscoperti durante i restauri del XIX secolo) ornano i pilastri, alcune delle pareti e gli spicchi delle volte. Il ciclo pittorico delle volte, eseguito nel 1398-1399 rappresenta personaggi dell'Antico e del Nuovo Testamento, secondo un programma iconografico concepito da Franco Sacchetti. La prima campata della navata sinistra ha le volte affrescate a Lorenzo di Bicci (per attribuzione), con le figure di Eva, Rachele, Rebecca e Sara; la seconda campata di destra presenta Giuda Maccabeo e David attribuiti a Ambrogio di Baldese e Mosè e Giosuè a Spinello Aretino; le due campate sugli altari hanno affreschi attribuiti a Mariotto di Nardo, con Padre eterno e tre Santi e Vergine con tre sante.

Il perimetro delle pareti e i pilastri sono decorati da molte figure. Partendo dal portale destro d'entrata e procedendo in senso antiorario si incontrano:

Nella parete destra

Nella parete di fondo:

Nella parete sinistra

Sul primo pilastro centrale:

Sul secondo pilastro centrale:


Vetrate


Vetrate con Miracolo della badessa peccatrice, del sacrestano annegato e Ultima comunione a una donna morente
Vetrate con Miracolo della badessa peccatrice, del sacrestano annegato e Ultima comunione a una donna morente

Le vetrate sulle lunette delle trifore compongono un ciclo con Storie e miracoli della Vergine e dell'immagine miracolosa della Madonna di Orsanmichele, composte in due fasi: la prima dal maestro vetraio Leonardo di Simone nel 1380-1400 circa, coi disegni di Agnolo Gaddi, Niccolò Gerini e Giovanni del Biondo, a cui seguì la vetrata erratica di Niccolò di Piero Tedesco su disegno di Lorenzo Monaco e una seconda fase con Francesco di Giovanni Lastra e Bernardo di Francesco su disegno di Lorenzo Ghiberti (1429-1432). Le vetrate di Orsanmichele, a differenza di altri importanti cicli fiorentini come quello di Santa Croce, hanno subito restauri relativamente poco invasivi, e possono dirsi in massima parte originali.

Elenco delle scene

Dall'angolo nord-est, in senso antiorario

  1. Angeli musicanti (porta sinistra), di Lorenzo Ghiberti
  2. Vetrata moderna (porta destra)
  3. Presentazione della Vergine al Tempio (prima trifora sud), di Lorenzo Ghiberti
  4. Presentazione di Gesù al Tempio (prima trifora sud), di Lorenzo Ghiberti
  5. Assunzione della Vergine (seconda trifora sud), di Lorenzo Ghiberti
  6. Rinuncia ai beni terreni (terza trifora sud), attr. a Giovanni del Biondo
  7. Miracolo del ladro Ebbo ingiustamente accusato (terza trifora sud), attr. a Giovanni del Biondo
  8. Prova del fuoco al mercato del grano (terza trifora sud), attr. a Giovanni del Biondo
  9. Riposo durante la fuga in Egitto (trifora sud destra), attr. a Niccolò Gerini
  10. Miracolo della neve (trifora sud destra), attr. a Niccolò Gerini
  11. Salvataggio dell'anima di un annegato (trifora sud destra) , attr. a Niccolò Gerini
  12. Miracolo della badessa peccatrice (trifora sud sinistra), attr. a Niccolò Gerini
  13. Miracolo del sagrestano annegato (trifora sud sinistra), attr. a Niccolò Gerini
  14. Ultima comunione di una donna morente (trifora sud sinistra), attr. a Niccolò Gerini
  15. Miracolo del bimbo nato nero (terza trifora nord), attr. ad Agnolo Gaddi
  16. Miracolo della mano amputata di "papa Leone" (terza trifora nord), attr. ad Agnolo Gaddi
  17. Miracolo del bambino annegato (terza trifora nord), attr. ad Agnolo Gaddi
  18. Annuncio a Gioacchino (seconda trifora sud), di Lorenzo Monaco

Organo a canne


Alla sinistra dell'altare di Sant'Anna, si trova l'organo a canne Tamburini opus 701, costruito nel 1975.

Lo strumento è a trasmissione integralmente meccanica ed è in parte racchiuso all'interno di una semplice cassa lignea, con mostra costituita da canne di principale. La consolle, con due tastiere e pedaliera, è a finestra; alla sua sinistra si trova il comando del tremolo, alla destra, su due colonne, le manette a scorrimento laterale che azionano i vari registri e le unioni.


Opere già in Orsanmichele



Bibliografia


Centro storico di Firenze, con Orsanmichele a sinistra
Centro storico di Firenze, con Orsanmichele a sinistra

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[de] Orsanmichele

Orsanmichele (eigentlich: Or San Michele, früherer Name San Michele in Orto) ist ein Kirchengebäude in Florenz des Erzbistums Florenz. Das zwei- bzw. dreistöckige Gebäude aus den Epochen der Romanik und Gotik befindet sich gänzlich im Straßenblock Via dei Calzaiuoli, Via dell‘Arte della Lana, Via dei Lamberti und Via Orsanmichele. Im Erdgeschoss befindet sich das Kunstmuseum Museo di Orsanmichele.[1] Das Gebäude diente zunächst auch als Getreidespeicher, vor dem Brand 1337 im Erdgeschoss, nach dem Wiederaufbau in den oberen Etagen.

[en] Orsanmichele

Orsanmichele (pronounced [orsammiˈkɛːle]; "Kitchen Garden of St. Michael", from the Tuscan contraction of the Italian word orto) is a church in the Italian city of Florence. The building was constructed on the site of the kitchen garden of the monastery of San Michele which no longer exists.
- [it] Chiesa di Orsanmichele



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